giovedì 25 luglio 2013

ritorno al passato

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tornare in sabina è stato un turbinio di ricordi e di emozioni.
ho ospitato per un paio di giorni un mio amico, che sarebbe più un amico di mio padre, in realtà, uno dei suo primi allievi, uno dei migliori, come spesso accade. tutti pensano che sia un po’ matto, io credo sia un profeta, un mistico, ha un’intelligenza stupefacente, sa un po’ di tutto, a parte la letteratura,passa il suo tempo a studiare e pregare,  è uno di quelli che quando gli faccio da mangiare mi dice sempre che non ha mai mangiato una cosa così buona, qui non ho niente per fare da mangiare, ho fatto un riso lessato, l’ho condito con delle zucchine lessate, olio e qualche foglia di salvia che ho trovato nella selva d’erba che infesta il piazzale davanti al casaletto, mai mangiato un riso così buono in vita mia, giuro. credo che lo pensi veramente, anche se me lo dice ogni volta.
due giorni affollati di angeli, mistiche, carismatici , messaggi, santi, padre figlio   e spirito santo. ma anche molto meno celesti questioni di piccolo cabotaggio cattolico, preti, chiesa locale, contrasti, classifiche di santi.
siamo stati a farfa, i monaci che cantano l’ufficio in gregoriano, la chiesa così grande, austera, vuota dei gruppetti di turisti che la affollano durante la domenica. 
ritrovo don agostino, il suo predicare così semplice e profondo, vivo.
la casa è da pulire, piena di ragnatele, calcare, polvere.
l’acqua è fredda, perché il bombolone è vuoto.
andrea è rimasto poco.
ma io sto così bene da sola.
mi manca solo il collegamento, avevamo comprato una chiavetta apposta, non prende. per connettermi devo andare in paese, c’è la wi-fi (ci sono adesso).
i primi tempi qui, non avevamo il collegamento, andavamo in un’agenzia di scommesse, l’hanno chiusa subito, poi in un internet point per immigrati, sono stati duri, i primi tempi qui, c’era freddo, avevo solo la stufa economica in cucina, che faceva fumo, andavo a scuola che puzzavo di fumo, mi vergognavo, anche, e la sera andavo a letto e le lenzuola erano umide, una volta c’è stato un diluvio universale e veniva giù acqua dappertutto, ero a casa da sola, mi sono rifugiata nel bagnetto perché aveva il soffitto di cemento. avevo una piccola tv portatile dei miei, in bianco e nero, che purtroppo si è rovinata con l’allagamento, si vedeva solo raiuno, guardavo la signora Fletcher e don matteo, e poi ascoltavamo la radio.
mi sono portata una piccola radiolina, ma non avevo le pile, adesso almeno le ho comprate, e sento la radio, male, con la gente che parla sotto, ma meglio che niente.
e leggo, come mi ha raccomandato una mia amica.
e poi l'altra sera, tornare a fara sabina per la rassegna annuale di musica nel parco, con lui, noi soli come quasi diec'anni fa, stare bene, e sperare che duri.

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