lunedì 25 giugno 2012

uno stupido test

guardando la versione di greco assegnata per la maturità di quest'anno, di Aristotele, mi sono imbattuta nel test 'che autore greco che ti somiglia di più?'

lui era nei paraggi, e l'abbiamo fatto insieme.
è venuto fuori che io sono saffo:
La poetessa greca dell'isola di Lesbo è giunta a noi con pochi frammenti, ma di un'intensità tale che l'hanno consacrata nell'Olimpo degli scrittori classici per eccellenza. I suoi inni ad Afrodite e le sue poesie sono ispirate dall'amore, unica vera chiave di lettura del mondo per persone come te!  
e lui luciano:
Luciano di Samosata forse non è l'autore più celebre della letteratura greca antica, ma è rimasto nella storia per i suoi scritti satirici che riescono a strappare diversi sorrisi e risate amare ancora oggi.Animato da un acuto spirito di osservazione e da una grande vena polemica, sembra proprio l'autore più affine a te!
 invece doveva venire fuori io luciano, lui eschilo:
 Padre della vera tragedia greca, Eschilo è stato uno degli autori classici greci che sono giunti a noi con opere intere. La sua visione oscura e la sua attenzione per i temi del dolore e della sofferenza ben si accostano al tuo carattere introverso e un po' pessimista. Cerca di sorridere di più! 
comunque, la domanda 9 era questa

Che cosa pensi della gente in generale?


 questa è stata la sua risposta.
io ho scelto la seconda.
E ADESSO COME FACCIO?????? 

sabato 16 giugno 2012

un posto tranquillo dove stare

alcune colleghe hanno la bella abitudine di trovarsi, ogni tanto,  a mangiare a casa di una o dell'altra; lavorando anch'io quest'anno nelle loro classi, sono stata invitata a far parte del club.
quando siamo state a casa di Valeria, qualche tempo fa, c'era il camino acceso.
una casa perfetta, quella che non avrò mai. non solo perché è decisamente sopra le mie possibilità, ma per l'ordine totale che vi regna. ma un ordine rassicurante, abitato, quello che desidero quanto più sprofondo nel casino informe e aggressivo di casa mia. della casa in cui abito, cioè.
una delle cose che mi piacevano di più all'idea di avere una casa mia era poter invitare gli amici, di creare un posto dove ci si sentisse a proprio agio. un posto dove gli amici desiderassero venire. a qualsiasi ora.
non viene mai nessuno.
un po' perché mi vergogno ad invitare qualcuno in questa topaia, un po' perché non lo so. non abbiamo una vita sociale, e questo mi manca tantissimo. non sono mai stata una che se non esce o non fa vita sociale non sa come impiegare il tempo, però lo sento come un vuoto.
decisamente, devo rendere più confortevole il posto in cui vivo. è il mio primo obiettivo a breve medio termine.
a casa di Valeria ci sono tornata ieri.  era la prima giornata estiva dopo tanto tempo.
condividere un buon cibo e fare quattro chiacchiere tra colleghe sulla scuola senza l'assillo delle scadenze scolastiche, che per quest'anno ci lasciamo ormai alle spalle, mi hanno portato troppo velocemente e senza che quasi me ne accorgessi alla soglia critica dell'ora in cui i bambini escono da scuola. nonostante fossi quasi in ritardo, l'aiuola del giardino con le rose e la lavanda evaporava un profumo così intenso che mi sono fermata a lungo sul vialetto verso il cancello.
decisamente, ho pensato, questo è un bel posto dove stare.

mercoledì 13 giugno 2012

la mamma snaturata e il cinema 2 - Le piace Brahms?

quando l'ho visto, avrò avuto vent'anni. comunque, sapevo già che ingrid bergman era la donna che avrei voluto essere. mi piaceva pensare che lei aveva rinunciato alla felicità, sposando il fedifrago pentito (nell'orgoglio ferito, piuttosto) per non rovinare la vita a un ragazzo ingenuo e romantico.
non credo che sto film sia un capolavoro, anche se il cast è stellare e antony perkins ha vinto a cannes come miglior attore. ma neanche la schifezza di cui parlano i due principali dizionari del cinema.
Per il Dizionario Mereghetti è «una commedia sentimentale e prevedibile, fintamente libertaria, che si regge soprattutto sulla bravura dei comprimari». Per il Dizionario Morandini si tratta di una «prolissa commedia sentimentale in cui un bieco patetismo hollywoodiano surroga quel che doveva essere la malinconia di fondo. Sull'orlo del ridicolo i tre protagonisti».
sarà. ma è un film fondamentale per la mia vita perché grazie ad esso io rispondo: sì. io adoro brahms.
e la colonna sonora del film, quello struggente terzo movimento della terza sinfonia da allora mi si è appiccicato addosso, come il vestito che non toglieresti mai, quello con cui puoi andare dove vuoi.
se devo dire a qualcuno chi sono veramente, io metto su sto disco qua.

lunedì 11 giugno 2012

ma l'amore che cos'è 1

un giorno a scuola mi hanno chiesto qual è la mia opera preferita. presa alla sprovvista, ho detto che, musicalmente, adoro donizetti. il problema sono i libretti.
poi, a mente fredda, mi sono data della deficiente a non aver detto di primo acchito che la mia opera preferita in assoluto è il dongiovanni di mozart.
sono giorni che mi continua a suonare in testa, come un disco rotto, la meravigliosa aria di don ottavio, Dalla sua pace la mia dipende.
Dalla sua pace la mia dipende;
Quel che a lei piace vita mi rende,
Quel che le incresce morte mi dà.
S’ella sospira, sospiro anch’io;
È mia quell’ira, quel pianto è mio;
E non ho bene, s’ella non l’ha.
ecco, per me l'amore porebbe essere questo.

 Come mai creder deggio,
di sì nero delitto
capace un cavaliero!
Ah! Di scoprire il vero
ogni mezzo si cerchi. Io sento in petto
e di sposo e d’amico
il dover che mi parla:
disingannarla voglio, o vendicarla.
Dalla sua pace la mia dipende;
Quel che a lei piace vita mi rende,
Quel che le incresce morte mi dà.
S’ella sospira, sospiro anch’io;
È mia quell’ira, quel pianto è mio;
E non ho bene, s’ella non l’ha.
Don Giovanni/Atto Primo/Scena quattordicesima

mercoledì 6 giugno 2012

al festival dell'economia si parla di scuola

 ARTICOLO 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

finalmente sono riuscita a trovare il podcast della conversazione radiofonica mandata in onda su radio3 dal festival dell'economia di Trento, il 2 giugno, festa della repubblica.
a me sta festa piace. molto meglio del 25 aprile.
a 'tutta la città ne parla' speciale trento oggi si parla di scuola. con, udite udite, cesare moreno, maestro di strada a napoli, andrea ichino, che insegna economia politica a bologna e andrea laterza, viepresidente di confindustria con delega al sud e presidente della commissione cultura (quale? boh). il conduttore riassume brevemente gli interventi molto illustri dei giorni precedenti, tutti concordi sull'importanza che la scuola ha in questo momento di crisi: solo l'istruzione, solo la scuola ci possono aiutare, bisogna investire sulla formazione.
cesare moreno ha fatto un bellissimo intervento sugli insegnanti, sulla fatica, sulla responsabilità dell'insegnare, chiedendo per sè e per gli altri una cosa sola: lasciateci lavorare.
invece, secondo il chiarissimo professore Ichino, fratello del più famoso pietro (ma si sa: in italia la genetica la fa da padrona) la soluzione a tutti i guai della scuola italiana è presto detta: basta pagare di più i professori più bravi. e sapete come si fa a sapere quali sono? ma lo sanno tutti! basta leggere il libro Cuore, oppure fare incrociare le opinioni di colleghi, alunni e famiglie: se sono tutti d'accordo, abbiamo il superteacher! facilissimo, no? perché non si può pagare tutti uguali, basta! vorrei tanto chiedere al professore se alla sua università (di bologna) i professori li pagano sui sondaggi tra allievi e colleghi, in base alla loro reputazione.
 il dialogo si è concluso con la battuta di laterza, che dice di avere le idee abbastanza chiare: bisogna avere il coraggio di avere obiettivi diversi: a napoli punterò a tenere un po' di più ragazzi di quelli che abbandonano adesso, a milano andrò a vedere chi va ad harvard (milano centro però).
sono esterefatta. è il giorno della repubblica.
si comincia col dire che la scuola è l'unica in grado di diminuire le disuguaglianze e si finisce dicendo che se nasci a napoli, al limite puoi sperare di non abbandonare dopo i primi quindici giorni, se nasci a milano magari vai a harvard.
viva l'italia, viva la repubblica!

lunedì 4 giugno 2012

parla con lei


 ho fatto la posta a sto poster per un mese. era in vetrina dal noleggio dvd. bellissimo, enorme. 
alla fine me l'ha dato. ma chi vuoi che lo volesse. in quel negozio ho trovato il cielo sopra berlino tra una pallottola spuntata e natale non so dove. reparto 'commedia brillante'.
era il nostro primo film. era estate, al mare. e meno male che dicono che il litorale nord è meglio del sud. per fortuna. quello spiazzo del cinema a ladispoli, con le cartacce e le bottiglie rotte, le facce che col buio fanno paura... un'altra italia.
poco dopo, al cinema, ho visto 'velocità massima' con valerio mastrandrea, ambientato proprio sul litorale nord. se non lo vedevo di persona, avrei pensato che un posto così esiste solo nei film.
alla macchina, lui mi ha aperto la porta e chiudendola mi ha chiamato 'principessa'. 
che cretina.
eh sì, laura, ha ragione lui: 'sei una provinciale'. 


sabato 2 giugno 2012

io odio il telefono

o meglio: io da sempre odio telefonare a qualcuno che non conosco. neanche per un'informazione.
forse è perché non sono così malata di nervi come crede qualcuno.

 'Mi sembra di aver scritto da qualche parte che nella nostra società la vera rivoluzione sarebbe la comparsa di qualcuno capace di sopportare la propria depressione. Perché allora si comincerebbe a dire no all'intera impostazione maniacale del nostro stile di vita: iperconsumo, iperattività, viaggi.
Siamo seduti qui a Zurigo; lei viene da Roma, io dal Texas. Prima dell'intervista, eravamo dei perfetti sconosciuti. Ci sediamo e cominciamo a parlare. Tutto questo è folle, maniacale. Non ci siamo scritti neanche una lettera per presentarci, per dirci come ci sentivamo e e come avremmo dialogato se avessimo constatato di poter dialogare. (...) Come se tutti potessero sempre parlare con tutti - che è ciò che accade al telefono, naturalmente, dove volto, occhi e corpo dell'interlocutore non hanno importanza. I contatti telefonici non si curano dell'interlocutore; non sono che brusche intrusioni nel privato di qualcuno. Maniacale! Oggi le conversazioni sono modellate sulla comunicazione telefonica. Niente pause, perché una pausa di riflessione, un momento di silenzio può suscitare il dubbio che sia caduta la linea, che siamo rimasti senza interlocutore. Maniacale! Anche continuare a parlare come faccio io ora.
Questa cultura ci vuole maniacali: iperattivi, spendaccioni, consumisti, spreconi, chiaccheroni, pieni di idee che ci saettano nella mente senza fermarsi perché per non riuscire noiosi non ne approfondiamo nessuna; così, il senso della tristezza va perduto.'

dal libro-intervista di James Hillman IL LINGUAGGIO DELLA VITA. Conversazione con Laura Pozzo

contro la cattività delle bestie

  mia nonna allevava le bestie. aveva i conigli, polli e galline, anatre mute e tacchini giganti. ogni tanto anche le faraone.
il sabato veniva lo zio a pulire il pollaio e dare una mano coi lavori pesanti nell'orto. poi, a mezzogiorno, si fermava sempre da noi a mangiare: la nonna preparava il coniglio in umido con la polenta. in tv davano 'check up'. 
per anni, il mio sabato è stato questo: scuola, coniglio in umido, check up e  catechismo al pomeriggio.
ora, sarà che a me la carne di coniglio piace assai, ma il fatto che uno si compri un coniglio come animale da compagnia  a me mi suona strano. anche perchè la prima cosa che mi viene in mente sono le palline di cacca di coniglio sparse per tutta la casa. eppure, pare che dopo i pesci rossi siano tra gli animali domestici più diffusi.
comunque, l'altro giorno mia cugina mi raccontava che, portato a casa il coniglio, sua figlia di 5 anni le fa: mamma, dov'è il pulsante per spegnerlo?
il tempo passa e il coniglio, anzi la coniglia, cresce a dismisura. e morde tutti. mia cugina la riporta al negozio, e lì le dicono che è ovvio: doveva comprarle un sex toy!!!
ci compriamo, spesso a caro prezzo, animali da compagnia per farne l'oggetto delle nostre attenzioni, per soddisfare i nostri bisogni, e li castriamo, e li educhiamo a comportarsi come umani e li costringiamo a stare soli per non sentirci soli noi.
come diceva anna oxa, io, io no.