sabato 16 giugno 2012

un posto tranquillo dove stare

alcune colleghe hanno la bella abitudine di trovarsi, ogni tanto,  a mangiare a casa di una o dell'altra; lavorando anch'io quest'anno nelle loro classi, sono stata invitata a far parte del club.
quando siamo state a casa di Valeria, qualche tempo fa, c'era il camino acceso.
una casa perfetta, quella che non avrò mai. non solo perché è decisamente sopra le mie possibilità, ma per l'ordine totale che vi regna. ma un ordine rassicurante, abitato, quello che desidero quanto più sprofondo nel casino informe e aggressivo di casa mia. della casa in cui abito, cioè.
una delle cose che mi piacevano di più all'idea di avere una casa mia era poter invitare gli amici, di creare un posto dove ci si sentisse a proprio agio. un posto dove gli amici desiderassero venire. a qualsiasi ora.
non viene mai nessuno.
un po' perché mi vergogno ad invitare qualcuno in questa topaia, un po' perché non lo so. non abbiamo una vita sociale, e questo mi manca tantissimo. non sono mai stata una che se non esce o non fa vita sociale non sa come impiegare il tempo, però lo sento come un vuoto.
decisamente, devo rendere più confortevole il posto in cui vivo. è il mio primo obiettivo a breve medio termine.
a casa di Valeria ci sono tornata ieri.  era la prima giornata estiva dopo tanto tempo.
condividere un buon cibo e fare quattro chiacchiere tra colleghe sulla scuola senza l'assillo delle scadenze scolastiche, che per quest'anno ci lasciamo ormai alle spalle, mi hanno portato troppo velocemente e senza che quasi me ne accorgessi alla soglia critica dell'ora in cui i bambini escono da scuola. nonostante fossi quasi in ritardo, l'aiuola del giardino con le rose e la lavanda evaporava un profumo così intenso che mi sono fermata a lungo sul vialetto verso il cancello.
decisamente, ho pensato, questo è un bel posto dove stare.

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