mercoledì 6 giugno 2012

al festival dell'economia si parla di scuola

 ARTICOLO 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

finalmente sono riuscita a trovare il podcast della conversazione radiofonica mandata in onda su radio3 dal festival dell'economia di Trento, il 2 giugno, festa della repubblica.
a me sta festa piace. molto meglio del 25 aprile.
a 'tutta la città ne parla' speciale trento oggi si parla di scuola. con, udite udite, cesare moreno, maestro di strada a napoli, andrea ichino, che insegna economia politica a bologna e andrea laterza, viepresidente di confindustria con delega al sud e presidente della commissione cultura (quale? boh). il conduttore riassume brevemente gli interventi molto illustri dei giorni precedenti, tutti concordi sull'importanza che la scuola ha in questo momento di crisi: solo l'istruzione, solo la scuola ci possono aiutare, bisogna investire sulla formazione.
cesare moreno ha fatto un bellissimo intervento sugli insegnanti, sulla fatica, sulla responsabilità dell'insegnare, chiedendo per sè e per gli altri una cosa sola: lasciateci lavorare.
invece, secondo il chiarissimo professore Ichino, fratello del più famoso pietro (ma si sa: in italia la genetica la fa da padrona) la soluzione a tutti i guai della scuola italiana è presto detta: basta pagare di più i professori più bravi. e sapete come si fa a sapere quali sono? ma lo sanno tutti! basta leggere il libro Cuore, oppure fare incrociare le opinioni di colleghi, alunni e famiglie: se sono tutti d'accordo, abbiamo il superteacher! facilissimo, no? perché non si può pagare tutti uguali, basta! vorrei tanto chiedere al professore se alla sua università (di bologna) i professori li pagano sui sondaggi tra allievi e colleghi, in base alla loro reputazione.
 il dialogo si è concluso con la battuta di laterza, che dice di avere le idee abbastanza chiare: bisogna avere il coraggio di avere obiettivi diversi: a napoli punterò a tenere un po' di più ragazzi di quelli che abbandonano adesso, a milano andrò a vedere chi va ad harvard (milano centro però).
sono esterefatta. è il giorno della repubblica.
si comincia col dire che la scuola è l'unica in grado di diminuire le disuguaglianze e si finisce dicendo che se nasci a napoli, al limite puoi sperare di non abbandonare dopo i primi quindici giorni, se nasci a milano magari vai a harvard.
viva l'italia, viva la repubblica!

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