domenica 29 luglio 2012

esemplari di una specie in via di estinzione 3 - paolo nori

radio tre non va in vacanza, dice lo spot. eccome no.
ieri hanno messo su una puntata di uomini e profeti del 2008...
oggi entro in cucina, dove ho la radio, e stavano trasmettendo una puntata che avevo già sentito. l'ospite, di cui non ricordavo il nome, stava parlando della vita di uno scrittore russo, di cui non ricordo il nome neanche adesso ( è Daniil Charms, che si legge 'Karms'), che mi era piaciuto tantissimo. oggi ad ascoltare c'era anche mauro, perché hanno spostato per l'ennesima volta l'orario di uomini e profeti, e adesso lo fanno mentre si mangia (pessima idea). paolo nori, questo il nome dell'ospite di gabriella caramore, io non so neanche chi sia. so che si occupa di letteratura russa. ah, poi mi ricordo anche che avevo letto dei pezzi ( o li avevo sentiti alla radio? mah) di Bassotuba non c'è. mi ricordo in particolare che ce l'aveva con vattimo e il suo pensiero debole. in questo mi era simpatico.
comunque, l'ultima parte della puntata era sugli uomini buoni. sulla necessità di essere uomini buoni. sulla necessità di esserlo anche se perdi. e perdi quasi sempre.
sul sito di uomini e profeti la puntata non c'è. era quella del primo dell'anno 2011. mi ricordo che mi sono chiesta com'è che uno così va a fare la puntata di uomini e profeti il primo dell'anno.
sono andata sul suo sito, che mi ricordavo di avere già cercato. lì la puntata c'è. se qualcuno mi sta leggendo, gli consiglio di ascoltarla. (basta cliccare qui)
paolo nori è di parma, ha 49 anni, si occupa di letteratura russa e altre cose. ha una figlia di circa otto anni, ma non vive con la mamma da quando ne aveva uno.
a me non è che piace molto come scrive.
però quello che dice... la tensione del suo monologo è quasi insostenibile. quasi. ti viene da dire basta dai, fermati un attimo che digerisco questa, aspetta.
non so com'è che uno così scrive su Libero.

mare 3 - un miracolo di sant'antonio

mia madre voleva far fare un giro in barca ai bambini. alla fine ha deciso di andare col traghetto all'isola di pellestrina. c'era un caldo allucinante. la signora che ci ha consigliato la visita ha detto che si tratta di un piccolissimo villaggio di pescatori, e che c'è una spiaggetta libera in cui volendo si può fare il bagno. noi naturalmente abbiamo pensato subito a robinson crusoe. quando arriviamo, la realtà è un'altra. arriviamo al cimitero, insieme all'autobus (ma non era un'isola???) e ci avviamo verso il centro, in cui sicuramente c'è una grande chiesa. altro che villaggetto. però sembra un paese fantasma. mi è venuto subito in mente il paesino in cui era andata a stare janet frame.
forse era il caldo, ma l'aria era inquietante. la sensazione che dietro le imposte socchiuse, molti osservassero. l'unico bar ha dei prezzi esorbitanti. donne sedute fuori di casa, silenziose. troviamo un posto di sosta in un gazebo di ristorante, chiuso. ci sono molte sedie, evidentemente a qualcosa serviranno.  beviamo l'acqua calda della fontana, mangiando pavesini.

l'isola è un stretta lingua di terra, situata proprio di fronte al Lido di Venezia. da una parte c'è il molo per le barche dei pescatori. dall'altro lato, la strada provinciale delimitata verso il mare da una muraglia che sarà stata alta quattro o cinque metri. ogni tanto c'è una scala intagliata nei sassi del muro. al di là, dune di sabbia, e il mare. ecco la spiaggia libera! per fortuna, il pomeriggio buttava male. e, meraviglia delle meraviglie... conchiglie!!!! ne (ho) abbiamo raccolto una sporta piena. torniamo verso le otto all'imbarco del traghetto, è il tramonto. cerco nel coacervo della mia borsa da spiaggia la macchinetta fotografica per qualche foto-cartolina. la macchinetta non c'è. devo averla lasciata da qualche parte, ma dove?? decido di scendere e di rifare tutta la strada al contrario, sperando di averla mollata in un posto assurdo e nascosto. il prossimo traghetto però è fra un'ora. scendo lo stesso. non è tanto la macchinetta, è la schedina, e le foto fatte negli ultimi giorni che mi fanno disperare... non ho neanche il telefonino, e sono stanca morta. ripercorro la strada passo per passo, fino alla spiaggia, cercando invano di ricordare i sequeri  (la preghiera a sant'antonio per ritrovare gli oggetti smarriti, che si chiama così dall'incipit: si quaeris miracula...) e pregando sant'antonio di farmi sto favore. niente. arrivo alla spiaggetta ormai deserta. non c'è più nessuno. niente macchinetta. ritorno sconfortata, piena di tristissimi pensieri. aspetto da sola il traghetto. ho ancora addosso il pareo, sono le nove di sera. in corso a chioggia tutti i negozi sono chiusi. i vecchi bar in vendita. arrivo a casa verso le dieci. la macchinetta c'è. l'avevo lasciata sulla panchetta dell'imbarco, e una signora è venuta a cercare la signora bionda. grazie, sant'antonio da padova.

mercoledì 25 luglio 2012

mare 2 - Avvenire

in vacanza la cosa bella è che posso leggere il giornale.
un po' per il costo, un po' perché non è che passo davanti a un'edicola tutte le mattine, un po' perché leggere un quotidiano richiede tempo e calma, merce molto rara durante l'anno scolastico, la lettura integrale del giornale è uno dei piaceri di una vacanza degna di questo nome.
il mio giornale è Avvenire. Sì, quello dei vescovi. che mi risparmia le beghe di infimo livello dei nostri politicanti e le storielle dei vip del secondo, e che come pochissimi mi dice qualcosa di quello che sta succedendo nel mondo.
mi piace aprire il giornale nuovo, possibilmente durante la colazione, quando ancora i bambini dormono, per una panoramica o un editoriale particolarmente interessante. la prima cosa è sempre il 'mattutino', lo spunto di riflessione che per anni è stato appannaggio esclusivo di monsignor ravasi (adesso ho visto che scrive sul domenicale del sole24ore...mah!). ora è roberto mussapi che sceglie e commenta spunti letterari di varia natura. senza riuscire mai a convincermi fino in fondo.
in spiaggia poi lo sciupo tutto. 
ogni vacanza - di un giorno, o settimane, come stavolta- finisce sempre con un pacco di giornali spiegazzati che non riesco a buttare, vuoi perché quel giorno non sono riuscita a leggere quell'articolo di..., vuoi perché devo prendere nota di quei dati là, e c'è una cartina che mi può servire a scuola, e l'edizione di popotus (il quotidiano per bambini che viene allegato all'Avvenire il martedì e il giovedì) con la notizia divertente sulla regina d'inghilterra...
adesso aggiungici pure che su quella notizia ci devo assolutamente fare un post... ma questa è un'altra storia.

venerdì 20 luglio 2012

la mamma snaturata e il cinema 3 - lo splendore nell'erba

 
« Though nothing can bring back the hour
Of splendour in the grass, of glory in the flower
We will grieve not, rather find
Strength in what remains behind. »
WILLIAM WORDSWORTH
(Se niente può far che si rinnovi
all'erba il suo splendore e che riviva il fiore,
della sorte funesta non ci dorremo, ma ancor più saldi in petto
godrem di quel che resta)


L'estate è sempre stato per me il tempo dei film in tv, al pomeriggio. ci sono dei film che fanno ogni anno. La ragazza del palio con gasman, ragazze d'oggi con mike bongiorno (sì, lui), lisa dagli occhi blu e, appunto, lo splendore nell'erba, un filmone drammatico di elia kazan con natalie wood e warren beatty, giovani e bellissimi. 
compagni di scuola, in comune hanno solo quella, e si amano alla follia. ma l'abisso che li separa- fatto di tabù, timidezze di adolescenti, egoismi di adulti- ha il sopravvento. lui cede al dirigismo paterno, lei si ribella come può, e va al manicomio. un film in cui niente è come poteva essere, con l'amarissimo ritorno  a casa delle illusioni nel finale.
lei, finalmente guarita, torna a casa, indossa il suo vestito più bello e va a trovarlo. "Sei felice, Bud? Mah, non lo so, credo di sì, ma non è che ci penso tanto..."
non posso fare a meno di singhiozzare ogni volta che lo vedo, stavolta poi è stato più devastante del solito. solo che ero a casa dei miei, ora di cena, arriva mio fratello piccolo e mi fa: Laura, ma come sei ridotta?
ah, beata gioventù...

mercoledì 18 luglio 2012

mare 1


mia madre ha affittato un appartamento al mare.  il tempo di lavare e stirare tutto, fare le valigie e siamo qui. mauro verrà qualche giorno nel weekend. per il resto, io, mia madre, i bambini e i figli di mio fratello. totale, cinque bocie in fila come i nanetti di biancaneve da portare al mare.
quando ero piccola, finita la scuola, andavo sempre al mare con mia nonna. i miei affittavano un appartamento al mare, per un mese. ci portavano giù e poi venivano al fine settimana,  a volte. a volte no. io non ho ricordi, da piccola, di una vacanza coi miei. solo la nonna e i miei fratelli, e la zia alba e lo zio guido. ammucchiavamo le monetine da 10 e cinque lire per giocare a carte.  una volta almeno ci alzavamo a vedere l’alba sul mare, e cercare le vongole a riva. 
io odiavo il mare. mi scottavo da star male solo a fare il bagno, sulle guance sotto agli occhiali, stramaledetti occhiali di metallo che mi piagavano il naso, non sopportavo il sale sulla pelle,  la sabbia dappertutto, sui barattoli delle creme, sulle lenzuola nel letto. la vegetallumina a strato sulla schiena gonfia per il troppo sole. la sedia a sdraio è un’invenzione orrenda. sarà che all’asilo ci facevano dormire su delle sdraiette che a me parevano create apposta per non farti dormire. già odiavo dover dormire. non mi piaceva niente dell’asilo. solo suor clara, una suora buona. è morta anche lei.
adesso il mare mi piace perché basta così poco. soprattutto quand’ero più magra. a fare la valigia non ci vuole niente. la cosa più ingombrante è il telo da bagno. la montagna è più esigente. e poi l’abbronzatura smagra. adesso poi non mi scotto più come una volta. mi viene direttamente l’eritema.
la tipa che ci ha affittato l’appartamento non ci ha messo il mocio, solo straccio e spazzettone, ma ha una connessione wifi. crittata, ovviamente. è pieno di connessioni, tutte crittate, anche quella dell’albergo nettuno che è pieno solo di veci che non se ne fanno niente. sto post lo pubblicherò quando torno a casa.
alla tipa dell'appartamento non piacciono i bambini. se sapeva che ne avevamo cinque non ce lo dava, l'appartamento. ha detto così a mia madre appena l'ha vista.
ieri juliette per le scale le ha chiesto: 'dov'è la signora che non le piacciono i bambini?'
io non sapevo che dire. lei non ha capito subito, e juliette gliel'ha ripetuto. anche agostino. santa innocenza.
bruno continua a pisciarsi sotto e non ho la lavatrice. cioè, ce l’ho, ma al piano terra. la manopola dell’acqua fredda e caduta sul piede di antonio. ieri sera mi è rimasta in mano la doccetta.
i bambini si divertono un sacco. vederli impegnati con la sabbia e guardarli fare il bagno è una gioia grande - per fortuna che c’è la nonna, io odio le alghe e , come ho già detto, il sale, ma soprattutto ho il mio solito mega ciclo (odio anche quello).


antonio è così piccolo e tra poco non me lo ricorderò più. continuo a cercare di fissarmi nella memoria come sono, le piccole cose che fanno, ma non ci riesco.
già adesso guardo le foto e non ricordo che siano stati così piccoli.
suona la campana della messa delle 7 e mezza.  ci vorrei andare ma i bambini dormono  e poi mia madre è partita prima delle 6 come ogni mattina, per la passeggiata sulla spiaggia. è tornata ora, vado a fare colazione. una delle poche cose che ho sempre amato del mare. insieme al pane e al momento in cui in spiaggia non c’è più nessuno.