mia madre voleva far fare un giro in barca ai bambini. alla fine ha deciso di andare col traghetto all'isola di pellestrina. c'era un caldo allucinante. la signora che ci ha consigliato la visita ha detto che si tratta di un piccolissimo villaggio di pescatori, e che c'è una spiaggetta libera in cui volendo si può fare il bagno. noi naturalmente abbiamo pensato subito a robinson crusoe. quando arriviamo, la realtà è un'altra. arriviamo al cimitero, insieme all'autobus (ma non era un'isola???) e ci avviamo verso il centro, in cui sicuramente c'è una grande chiesa. altro che villaggetto. però sembra un paese fantasma. mi è venuto subito in mente il paesino in cui era andata a stare janet frame.
forse era il caldo, ma l'aria era inquietante. la sensazione che dietro le imposte socchiuse, molti osservassero. l'unico bar ha dei prezzi esorbitanti. donne sedute fuori di casa, silenziose. troviamo un posto di sosta in un gazebo di ristorante, chiuso. ci sono molte sedie, evidentemente a qualcosa serviranno. beviamo l'acqua calda della fontana, mangiando pavesini.
forse era il caldo, ma l'aria era inquietante. la sensazione che dietro le imposte socchiuse, molti osservassero. l'unico bar ha dei prezzi esorbitanti. donne sedute fuori di casa, silenziose. troviamo un posto di sosta in un gazebo di ristorante, chiuso. ci sono molte sedie, evidentemente a qualcosa serviranno. beviamo l'acqua calda della fontana, mangiando pavesini.
l'isola è un stretta lingua di terra, situata proprio di fronte al Lido di Venezia. da una parte c'è il molo per le barche dei pescatori. dall'altro lato, la strada provinciale delimitata verso il mare da una muraglia che sarà stata alta quattro o cinque metri. ogni tanto c'è una scala intagliata nei sassi del muro. al di là, dune di sabbia, e il mare. ecco la spiaggia libera! per fortuna, il pomeriggio buttava male. e, meraviglia delle meraviglie... conchiglie!!!! ne (ho) abbiamo raccolto una sporta piena. torniamo verso le otto all'imbarco del traghetto, è il tramonto. cerco nel coacervo della mia borsa da spiaggia la macchinetta fotografica per qualche foto-cartolina. la macchinetta non c'è. devo averla lasciata da qualche parte, ma dove?? decido di scendere e di rifare tutta la strada al contrario, sperando di averla mollata in un posto assurdo e nascosto. il prossimo traghetto però è fra un'ora. scendo lo stesso. non è tanto la macchinetta, è la schedina, e le foto fatte negli ultimi giorni che mi fanno disperare... non ho neanche il telefonino, e sono stanca morta. ripercorro la strada passo per passo, fino alla spiaggia, cercando invano di ricordare i sequeri (la preghiera a sant'antonio per ritrovare gli oggetti smarriti, che si chiama così dall'incipit: si quaeris miracula...) e pregando sant'antonio di farmi sto favore. niente. arrivo alla spiaggetta ormai deserta. non c'è più nessuno. niente macchinetta. ritorno sconfortata, piena di tristissimi pensieri. aspetto da sola il traghetto. ho ancora addosso il pareo, sono le nove di sera. in corso a chioggia tutti i negozi sono chiusi. i vecchi bar in vendita. arrivo a casa verso le dieci. la macchinetta c'è. l'avevo lasciata sulla panchetta dell'imbarco, e una signora è venuta a cercare la signora bionda. grazie, sant'antonio da padova.
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