venerdì 28 febbraio 2020

donne, preti, matrimonio: un pippone cattolico (spoilero prima così se non t'interessa non leggi)





il dibattito dentro e fuori la chiesa cattolica degli ultimi tempi mi sta creando grande disagio. perché io, in genere, mi sento sempre da un'altra parte. una parte che, di solito, è la mia, e basta.
anche sul matrimonio dei preti.
la cosa che, lo dico, mi disgusta, in tutta sta faccenda è l'idea di donna che ne viene fuori. o meglio, che sta sotto. perché fuori, non viene proprio niente. la donna come un benefit.
perché si parla di matrimonio dei preti come fosse un diritto negato.
faccio una premessa, che a me sembra quasi ovvia, ma di ovvio, io lo so bene, non c'è niente. una premessa su chi è il sacerdote.
il sacerdote, il consacrato. il sacerdote è, nelle varie religioni, colui che offre sacrifici.
per noi cattolici, il sacrificio offerto dal sacerdote è Cristo stesso, offerto come sacrificio sommo e gradito a Dio Padre per la salvezza dell'umanità. la celebrazione della santa messa.
il sacerdote non è un catechista. non è un assistente sociale. non è un consolatore. non è un missionario. cioè, è ANCHE tutto questo, o anche no. ma la sua vocazione precipua, quello per cui è sacerdote, è celebrare la santa messa e amministrare gli altri sacramenti, in particolare assolvere i peccati.
adesso invece, vista anche la penuria di preti, la messa è diventato un impegno tra tanti.
ricordo una discussione col giovane cappellano fresco di seminario appena arrivato in parrocchia, convinto, evidentemente da qualcuno più esperto di lui, che saremmo in breve arrivati alle messe senza prete, nelle parrocchie un po' isolate, con molti anziani. Si fa una lettura, un ministro straordinario che distribuisce le ostie precedentemente consacrate, ci diamo una bella benedizione e via a casa contenti.
c'è una figura biblica potentissima, al riguardo dei sacerdoti, che mi si para davanti in tutta la sua enorme forza: Mosè che prega con le mani alzate, e quando per la stanchezza le mani gli cadono lungo i fianchi, sono i suoi fratelli a tenergliele alzate. non si possono mettere al posto suo. gli tengono su le braccia, perché quando gli cadono le braccia, l'aiuto del Signore viene meno. le cose si mettono male, per gli ebrei.
il sacerdote è figura di Cristo inchiodato alla croce con le braccia aperte.
ora, chi si fa prete diventa questo. non è solo l'offerta della propria vita a Dio, come fanno i consacrati uomini e donne. è scegliere il servizio del tempio. è scegliere di offrire il sacrificio gradito a Dio, e cercare di esserne degni, per la salvezza del mondo.
il nocciolo è questo: devi credere che il Signore chiami te, povero cristiano, per salvare il mondo attraverso i sacramenti.
E poi vado alla riunione in parrocchia e il mio parroco dice che il nostro problema, della nostra parrocchia, sono i sacramenti. sì, quelli che per me sono il dono della Chiesa per la salvezza del mondo. siamo sempre lì a pensare ai sacramenti e basta. te credo, gli ho detto, ci avete costretto a questa pagliacciata della prima comunione in prima media, ma del resto, io lo so, vorrebbero il battesimo a diciott'anni, a loro piace avere a che fare con gli adulti, i bambini non capiscono niente, non possono capire l'eucarestia, come se loro l'avessero capito, ma chi lo capisce, un mistero così grande??? forse invece solo i bambini lo possono capire!!!! i bambini piccoli, che, come ha detto Gesù, vogliono andargli vicino. e che dovrebbero essere il nostro esempio di sequela.
dall'altra parte ci sono i tradizionalisti, per cui il problema della chiesa è che è troppo femminilizzata.
uno, un vescovo, aveva anche proposto dei rosari da battaglia, fatti di palle di ferro, da veri uomini!!!
le nostre chiese piacciono solo alle vecchie catechiste! e basta co ste chierichette! basta co ste beghine!!!! gli uomini, in chiesa, sono a disagio!!! evvai coi rigurgiti di machismo kattoliko. all'ultima cena le donne non c'erano mica, manco la Madonna! che non so se lo sanno, questi, com'è la cena ebraica della Pasqua. Quando ci sono ste discussioni qua, dico sempre: ma chi è che l'ha cucinata, l'ultima cena? san Pietro???? eh ma la Madonna stava in un'altra stanza, gliel’ha detto non so che santa che ha avuto un'apparizione.
a uno di costoro che sostengono che la chiesa è troppo femminilizzata, che poi vogliono dire effemminata, ho risposto: ma avete presente Gesù? quello mite e umile di cuore? quello che difende l'adultera, la prostituta che gli rompe la boccetta di profumo sui piedi, quello che parla con le donne, anche quelle che, oltre a essere donne, sono puttane, o adultere, o miscredenti, o tutte e tre, come la samaritana, che va a casa di Marta e Maria e si intrattiene con loro (del fratello Lazzaro non si parla neanche)... ma di cosa state parlando??????? mi ha detto che sono troppo orgogliosa, di pentirmi.
comunque, tornando al matrimonio dei preti, l'opinione più diffusa è che ovvio che ci sono pochi preti, non possono sposarsi!
eccerto. come se il matrimonio fosse il sesso. o, nel migliore dei casi, un antidoto alla solitudine.
uno sarebbe anche disposto a fare il servizio sacerdotale, ma solo se in cambio può godere dei piaceri del sesso, o almeno avere una donna (beh, si presume, almeno...) al fianco.
è abbastanza ovvio che chi pensa che il matrimonio sia la soluzione ai bollenti spiriti maschili, non abbia la benché minima idea di cosa significhi non dico il il Santo Sacramento del Matrimonio, come lo chiama Foster Wallace (vedi qui) il ma il matrimonio in generale, un uomo e una donna che decidono di mettersi insieme e fare una famiglia.
mettiamo che il parroco abbia un figlio handicappato. o mettiamo due, come una mia carissima amica.  mettiamo che la moglie del parroco lo molli. o mettiamo che il parroco non sopporti più la moglie. o si rompa le balle dei problemi dei figli. dico le prime due tre cose che mi vengono in mente. cose di vita quotidiana... di persone normali, partite con buonissime intenzioni.
ma ste robe qua, i vescovi che fanno i sinodi, non le sanno???? o pensano che siccome sono preti, oltre che uomini, per loro sti problemi qua non ci saranno????

mercoledì 5 febbraio 2020

gelosia





vado a un corso di inglese e ieri dovevamo fare conversation su vari argomenti.
di solito si fa a coppia, ma noi eravamo in tre, e ci capita sta domanda: quali potrebbero essere i problemi in queste relazioni? fratelli, genitori e figli adolescenti, compagni di appartamento, rapporti di coppia.
parte  l'altra donna del trio: sicuramente il primo problema potrebbe essere la gelosia. l'uomo del trio conferma. io li guardo allibita.
dico che io, questo problema, non lo capisco proprio, forse perché non mi appartiene. (beh, magari fossi riuscita a dirlo così). per loro, invece, è una cosa normale.
poi sento che una donna che aveva la mia età è stata ammazzata di botte perché lui, il massacratore, era ossessionato dall'idea che avesse un altro.
e stamattina, alla radio, telefona una prof del liceo che racconta allarmatissima di come le sue giovani allieve, tra i sedici e i diciott'anni, ritengono la gelosia espressione d'amore. sì, mi controlla il telefonino, ma  perché è geloso, perché mi ama. mi ha dato uno schiaffo, è vero, ma aveva ragione: ho messo la minigonna e lui non c'era.
il valore non è la fedeltà, no: è la gelosia.
tanto che una, ho sentito in un'altra trasmissione, si è incazzata perché dopo che il suo ragazzo, per festeggiare un anno insieme, l'ha portata fuori a cena organizzando una serata speciale, non ha messo la foto su instagram. ergo, gli ha detto lei, non mi ami.
la gelosia io non l'ho mai capita. capisco l'amore folle, totale, l'amore per cui ti umili, per cui strisci, urli, piangi, per cui non te ne frega niente di quello che possono pensare gli altri, l'amore che, non corrisposto, ti toglie il fiato e a volte anche la vita. che non si muore per amore, cantava lucio, è una gran bella verità. ma fa così male che, a volte, resti morto a metà.
è una cosa che ti porta a uscire completamente da te stesso. ti fa fare cose assurde, pazzesche. 
quando sei così innamorato di una persona, non ti pesa niente tranne l'assenza dell'amato.
forse certi santi erano innamorati così di Dio.
ma la gelosia, la gelosia è possesso, e controllo. è potere. 
ma come si fa a pensare che questo sia amore?
la gelosia, a me, mi offende.
mi infastidiscono, le battutine pseudo gelose di mio marito. ma per chi mi hai preso, scusa? ma che considerazione hai, di me? e di te? 
e dei sentimenti?
ma sti teste di c. che ammazzano una donna perché così almeno non è di nessun altro, ma che abisso di miseria hanno, nel cuore? che orribile vuoto si portano, dentro, da non avere niente da dare, da esistere solo per quello che possono stringere tra le mani? come può, mi chiedo, bastarti possedere un corpo, o financo un'anima morta?
mi sovviene come un lampo la parola di Dio: Io, il tuo dio, sono un dio geloso.
ma cos'è la gelosia di un dio fedele? 
come se io fossi gelosa di mio figlio.
mio figlio, i miei figli, hanno i miei geni. i miei figli vivono dentro di me e io dentro di loro. niente e nessuno li strapperà dal mio cuore. la gelosia di dio come quella di una madre è desiderio di protezione, cura, premura. vita per l'altro. nell'altro.
ma cosa ne sanno, questi, di sta roba qua???

EPIDEMIE



In Cina c'è un'epidemia di un virus, che si chiama coronavirus perché assomiglia a una corona di spine, ma forse, ho letto, sarebbe meglio dire che assomigli a un riccio, perché ha una forma sferica.
Allora quando si è saputo di sto virus, all'aeroporto hanno cominciato a controllare quelli che arrivavano dalla Cina, o meglio dalla città dove si è sviluppato il contagio, Wuhan, si chiama, per vedere se avevano la febbre. se non ce l'avevano, tutto ok potete andare. al che io ho pensato: ma sono solo io la deficiente che pensa che magari stanno ancora incubando la malattia e non hanno la febbre? o magari non stavano bene e si sono fatti una dose di tachipirina che il tuo termoscanner gli fa un baffo?
dopo qualche giorno, il governo cinese ha blindato l'intera città. non esce più nessuno. chiuso. altro che andare in italia, e passare il termoscanner.
allora anche noi abbiamo pensato di mettere in quarantena i cinesi. ho letto che stanno ricontattando i duecento che avevano lasciato andare all'aeroporto dopo averli scannerizzati a debita distanza.
a wuhan hanno cominciato a costruire un nuovo ospedale che sarà pronto, hanno detto, in sei giorni. fossero anche il doppio, è una cosa che la mente umana, qui in Italia, non riesce neanche a concepire. come l'antimateria, tipo.
quello che noi siamo riusciti  concepire, invece, è che i cinesi sono tutti infetti. uno vede un cinese, e comincia  a sudare. siccome suda, pensa: ecco, ho la febbre. e il cinese è sicuramente la causa.
allora abbiamo cominciato a dire che massì, dai, è tutta una cazzata, vuoi mettere i morti del coronavirus, che sono solo 300, con i morti dell'influenza comune, che sono duecento al giorno?
oggi c'era un articolo di concita de gregorio, che me la immagino, me la sento nelle orecchie con la sua voce bassa e calda, pacata, a dire che dobbiamo guardare i numeri, con pazienza, e renderci conto, praticamente, pacatamente, di quanto imbecilli siamo, tutti, a farci prendere dal panico per una cosa che praticamente non esiste. l'articolo si intitola: coronavirus. la paura e l'ignoranza. e si conclude col virus dell'idiozia.
evvai con la corsa contro l'epidemia di ignoranza, l'epidemia di paura, è la solita paura del diverso, figlia dell'ignoranza, e tutti a sorridere scuotendo la testa, guardando con commiserazione, dall'alto della loro saggezza, il popolo bue, in balia del panico per la nuova leggenda metropolitana cucinata da non si sa quale stregone della comunicazione.
e io ascolto, e leggo cose, e mi chiedo: ma sti cinesi, che si mettono a fare ospedali per migliaia di persone in due settimane, che sospendono la loro gigantesca festa per il nuovo anno, che mettono in quarantena 4 milioni di persone, sono tutti imbecilli anche loro, tutti impanicati per una cosuccia da niente, tutti stupidi anche loro???
e la borsa che crolla? che sia tutto un complotto di trump per tagliare le gambe ai cinesi???