sabato 31 maggio 2014

diritto all'oblio

Anche la Speme,
ultima Dea, fugge i sepolcri: e involve
tutte cose l'obblío nella sua notte

Foscolo, I Sepolcri 


io, non so, quando ho sentito questa storia del diritto all'oblio, ho pensato a ugo foscolo, e anche all'alzheimer, che la mamma di una mia amica ce l'ha, ed è una cosa terribile, l'hanno chiamato la lebbra del 21esimo secolo.
io, l'oblio, una volta ci dicevano che era una condanna: la condanna all'oblio, appunto, e per me, ecco, faccio fatica a chiamarlo diritto, una roba così.

martedì 27 maggio 2014

una verifica di scienze

parla degli animali erbivori.
No.
(oggi, seconda elementare)

lunedì 26 maggio 2014

Sorry day


Oggi è il national sorry day, in australia, ma anche in UK.
il primo sorry day è stato il 26 maggio del 1998, che quando l'ho sentito mi sono detta: ma io, dov'ero? com'è che non ne ho mai sentito parlare?
in questo giorno di maggio del '98 mezzo milione di persone si sono trovate in piazza, a sidney, a chieder scusa per la generazione rubata.
la manifestazione ha avuto luogo un anno esatto dalla pubblicazione del rapporto: Bring them home, riportiamoli a casa, in cui si dichiarava che quello operato nei confronti degli aborigeni, dei loro figli, meglio, è da considerarsi un vero e proprio genocidio.
dalla fine dell'ottocento, i bambini degli aborigeni venivano portati via dalle famiglie per essere educati, si fa per dire, in missioni e istituti.
con l'Aborigines Protection Act 1869, si dichiarava che gli aborigeni devono essere protetti, sì, ma da chi? ma da loro stessi, ovviamente.
la pratica di portar via i figli agli aborigeni divenne sistematica con i 'mezzosangue', ovvero quei bambini nati da madre aborigena e padre bianco, che nascevano nelle tribù e spesso venivano strappati alle loro famiglie al momento del parto, e che negli anni sono stati decine di migliaia.
singolarmente, il giornalista che ha fatto la puntata di oggi di wikiradio che parlava proprio di questo, non ha speso una parola per i padri di tutti quei bambini. perché a me, invece, la domanda mi è sorta spontanea, proprio. comunque.
dopo una conferenza statale del 1937, la politica dell'assimilazione, secondo cui appunto i meticci dovevano gradulamente assimilarsi ai bianchi, fu adottata in modo massiccio da tutti gli stati, ed è stata perseguita dai vari governi locali fino praticamente agli anni ottanta, finché non è stata istutuita una commissione d'inchiesta che ha pubblicato il suddetto rapporto del 1997. nonostante le conclusioni drammatiche a cui è giunto il rapporto, sintetizzate in 54 raccomandazioni molto precise, il ministro conservatore del momento, che non ricordo come si chiamasse, non ha voluto assolutamente chiedere scusa, intanto perché lui non può chiedere scusa per qualcun altro (ma chi te l'ha detto? e comunque tu sei il primo ministro di un paese) e poi perché sì, è vero, alcuni saranno stati presi ingiustamente, ma tanti altri sono stati presi per giusti motivi, per aiutarli, che erano abbandonati (alcuni sono stati presi con la scusa che correvano scalzi, o che i loro giardini non erano abbastanza curati, per esempio). si calcola che almeno un bambino su dieci (si arriva a dire uno su tre) siano stati rapiti alle loro famiglie e comunità.
Il rapporto del '97 dice che circa il 18 per cento delle bambine e l'8 per cento dei bambini hanno subito abusi sessuali. per non parlare delle percosse e tutto il resto.
c'è anche un film, generazione rubata, tratto da libro Barriera per conigli di Doris Pilkington, che racconta la storia vera di tre sorelle, fuggite da una missione dove erano state rinchiuse, che sono tornate a casa seguendo appunto la barriera per conigli del titolo.
l'aspettativa di vita degli aborigeni australiani (che sono lo zero virgola qualcosa degli australiani) oggi  è di 17 anni inferiore ai bianchi.

domenica 25 maggio 2014

cose facili, cose difficili

a un corso per genitori ci hanno mostrato questo video qui di uno che a me è sempre piaciuto un sacco, e ho pensato che questa roba qua la dico spesso a i miei alunni, quando si innervosiscono se un loro compagno non mi dà subito una risposta che loro ritengono facile, e mi incazzo perché cominciano a dire: ma dai! è facile! e io gli dico sempre: non è che è facile, è che lo sai. tutte le cose sono facili, quando le sai. per esempio, per i bambini inglesi l'inglese è facilissimo, l'italiano difficilissimo.





adesso devo mettermi anch'io a cercare di convincere i miei alunni.

mercoledì 21 maggio 2014

pronto soccorso narrativo

se sei uno scrittore, hanno detto al giornale radio, e non sai più cosa scrivere, adesso puoi andare a bologna che c'è il pronto soccorso narrativo.
vai lì e trovi qualcuno, un altro scrittore (I suppose) come te - forse lui pensa, non senza qualche ragione, anche meglio di te - e gli racconti la tua idea, ne parlate un po' e magari ti viene in mente come andare avanti.
è gratis.
che io ho pensato, ho pensato tante cose, le più non si possono dire, qui, almeno, però almeno è gratis, dai.
i tre utenti, sono stati lì un'ora ciascuno, due son stati contenti, uno non tanto. tutto sommato bene, hanno detto i parascrittori.

dormire di notte

io, la notte, non mi capita quasi mai che non dormo.
la vigilia di qualcosa, per esempio, mai.
mi è successo un periodo che mi svegliavo alle cinque e mezza, sei, e non dormivo più. ma da quando sono diventata grande, mi è capitato, qualche volta, che per l'angoscia facessi fatica ad addormentarmi, avessi un sonno disturbato.
l'altra notte, per esempio, dopo l'interclasse in cui abbiamo votato le nuove adozioni dei libri per l'anno prossimo,  e io avevo scelto il libro di testo per la quarta dell'anno prossimo con le mie colleghe di inglese, il giorno dopo il consiglio di interclasse che mi sono messa a guardare bene il libro mi sono accorta che non va bene, perché ripete quasi tutti gli argomenti del libro di quest'anno, e non riuscivo a capacitarmi, e ormai avevamo votato, c'erano anche i rappresentanti dei genitori, e non potevo più cambiare, e insomma tutta la notte mi sono rigirata nel letto chiedendomi come ho fatto, cercando di consolarmi col fatto che il libro che avevo in adozione finora era una cosa vomitevole, che qualsiasi cosa meglio di quello, e mi riaddormentavo, e poi mi risvegliavo pensando: ma come ho fatto a fare una cazzata del genere???
e stamattina alla radio ho sentito che nell'archivio di scajola hanno trovato della roba sulle minacce a biagi, che lo sapeva benissimo che aveva bisogno della scorta, e la pentita delle br cinzia banelli ha detto che se avesse avuto la scorta, loro mica ce la facevano ad ammazzarlo, invece è andato in stazione da solo, e la cosa che mi è venuta in mente, mentre sentivo ste robe, è stata: ma questa gente qua, com'è che fa a dormire, la notte?
e poi, magari dormissero e basta.

martedì 20 maggio 2014

italiacano 8 - superlativi assoluti

le mie colleghe che devono formare le prossime classi prime hanno chiesto  alle maestre di scuola materna di indicare con un sole quegli alunni che ritenevano appunto brillare per aspetti positivi, o che, comunque, non mostrassero difficoltà.
arrivate a un alunno ritenuto particolarmente brillante, la maestra della scuola materna fa: ah, ma questo non è un sole, questo è un SOLONE!

lunedì 19 maggio 2014

i fratelli karamazov 6 - nature karamazoviane

Nella vita, di solito, tra i due estremi, bisogna cercare la verità nel mezzo: ma nel presente caso non è esattamente così.
Perché? Proprio perché siamo nature vaste, nature karamazoviane -  ecco cosa voglio dimostrare - in grado di mescolare tutti i contrari possibili e contemplare nello stesso istante tutti gli abissi, l'abisso sopra di noi, l'abisso degli ideali elevati, e quello sotto di noi, l'abisso della degradazione più abietta e fetida. 'Per queste nature scapestrate e sfrenate, la sensazione della meschinità della propria degradazione è necessaria quanto la sensazione della propria nobile magnanimità', e questo è vero: essi hanno un bisogno continuo, incesante di questa miscela innaturale. Due abissi, due abissi, signori, nello stesso momento -  senza di essi siamo infelici e insoddisfatti, la nostra esistenza non è completa. Noi siamo vasti, vasti come la nostra madre Russia, incameriamo ogni cosa e sappiamo convivere con tutto!

F. Dostoevskij, I fratelli Karamazov, p. 958

domenica 18 maggio 2014

ognuno riconosce i suoi 9 - falsetto

quando ho scritto la tesina dell'anno di prova, ne avevo letto un paio e tutte dicevano quanto avessero desiderato, le mie colleghe, intendo, di fare le maestre, e finalmente il sogno della loro vita si era avverato, e che quello era proprio quello che volevano fare, e io no, e avevo deciso di mettere, in esergo, una citazione a me carissima, questa:
e ti guardiamo noi, della razza
di chi rimane a terra
E. Montale, Falsetto, da Ossi di seppia
per dire, con montale, che anch'io mi sento incapace di spiccare il volo dalla barca verso il mare in cui aspettano, come aspettavano esterina coi suoi vent'anni, virili e forti braccia, che non mi basta neanche a me, una crollata di spalle.
mi sembrava evidente che 'noi' comprende anche me, voglio dire, è un pronome personale di PRIMA persona, plurale.
per la mia dirigente, invece, non era evidente affatto. noi, secondo lei, erano gli altri, compresi lei, che guardavano con un misto di invidia e rassegnazione me, attempata esterina pronta a buttarsi e a sguazzare in questa meraviglioso mare che è l'insegnamento nella scuola elementare, impavida e soprattutto presuntuosa. chi si crede di essere, mi ha chiesto fuori di sè dal livore che l'aveva riempita l'idea di essere lasciata a terra da una maestrina fresca di concorso (peraltro superato col massimo dei voti)???
io, col mio solito sorrisetto imbarazzato che tutti pensano ma allora sei proprio stronza, che te ridi??, le ho detto: ma guardi che io volevo dire poprio in contrario, ma lei non mi ha neanche sentito. mi dispiace, poveraccia, che non conoscesse questa poesia.

i fratelli karamazov 5 - noi russi

Oh, noi siamo spontanei, siamo una stupefacente mistura di bene e di male, siamo appassionati di cultura e di Schiller, ma nello stesso tempo ci scateniamo nelle trattorie e strappiamo la barba agli ubriachi, nostri compagni di bisboccia. Anche noi possiamo essere buoni e meravigliosi, ma solo quando tutto ci va bene e meravigliosamente. Anzi, ci sentiamo persino in balia - proprio in balia -  di nobilissimi ideali, ma esclusivamente a patto che essi sopraggiungano da soli, ci cadano dal cielo pronti sul tavolo, ma soprattutto gratuitamente, gratuitamente, che non si debba pagare nulla per loro: Noi detestiamo pagare, in compenso amiamo molto ricevere, e questo in ogni cosa.
F. Dostoevskij, I fratelli Karamazov, p. 956

venerdì 16 maggio 2014

ma perché???


sto libretto l'avevo notato in stazione, non so se era vicenza o milano, che io, massimo carlotto, la sua storia mi ha appassionato, a suo tempo, quando stavo a padova ll'ho sentito alla radio che la raccontava, sarà che è bravo, a raccontarla, ma io ci ho creduto, che era innocente, non so, la mia amica ale dice che no, a lei non gliela racconta, comunque sia a me, il personaggio dell'alligatore, quando l'ho letto, mi era piaciuto parecchio. che ste storie gialle, per me, la cosa più bella sono gli investigatori, mica le storie. che non sembra, ma io, quando aveva tipo 14 anni, leggevo solo romanzi gialli, miss marple era il mio dio, mi piaceva proprio, il genere, poi ho smesso del tutto, fino appunto al romanzo di carlotto 'la verità dell'alligatore', forse proprio perché ci sono dentro dei pezzi di quella sporca storia in cui è stato davvero coinvolto l'autore, dentro a una di quelle case che conoscevo benissimo, al portello, ci sono passata tutti i giorni per un anno, quando facevo scienze forestali, una volta avevo dovuto anche infilarmi in una di quelle scale fatiscenti su cui si affacciavano porte scalcinate di ancor più scalcinati appartamenti, covi di studenti,  prostitute, extracomunitari, non mi ricordo neanche più come mai.
allora quando esce qualche nuovo romanzo mi informo subito, se lo vedo, che una volta massimo carlotto l'ho anche incontrato, a vicenza, ero con albano nelle libreria dei suoi amici e c'era anche il calvados, che è il liquore preferito dall'alligatore, e a massimo carlotto gli ho chiesto cosa fa, adesso, e mi ha detto che sta in sardegna con sua moglie e scrive per un quotidiano locale, oltre ai libri.
ecco. sto libretto qui l'avevo anche preso in mano, in stazione, e ho letto il risvolto, e insomma l'ho lasciato lì, anche perché stavo ancora alle prese coi fratelli karamazov.
e sono sicura che è per quello, per via dei fratelli karamazov, perché le recensioni che ho letto in rete sono tutte fantastiche, e io invece ieri in biblioteca ho cominciato a leggerlo e dopo quattro o cinque pagine ho pensato: ma perché? perché???
perché, voglio dire, carlotto deve scrivere sto libro qua?che bisogno c'era?
sto adelmo ladro sfigato che subito sembra che ci sia nato, ladro, e poi, quando la vittima del giorno lo sgama, deve ammettere che ha cominciato solo da due mesi, perché ha perso il lavoro, e che cavolo di storia è, una che sta seduta immobile per ore sul divano con la finestra del terrazzo aperta e quando entra un ladro lo lascia fare e quando quello le tira una sberla gli dice che non vale una cicca perché non è neanche capace di tirare uno schiaffone a una donna e poi sai già dalla fascetta che tra i due nasce una storia d'amore... MA DAI!
e scritto in carattere sedici che saranno 100 pagine (ho controllato ora, sono 108).
un libro che leggi in una notte, ha scritto una. una notte? un'ora, casomai.
eppure dicono tutti che è un libro che proprio lo consigliano a tutti, da quanto è bello.
eh, sicuramente sono io, oppure i fratelli karamazov. o anche entrambe le cose.



martedì 13 maggio 2014

contemporanea

alla radio ho sentito un pezzo che credevo che stessero usando una sega elettrica, invece poi hanno detto che era un pezzo di luigi nono del '79 che i musicisti di quel quartetto lì erano 25 anni che lo aspettavano, che luigi nono gli scrivesse un pezzo, e finalmente l'hanno avuto, e non era una sega elettrica, erano dei violini che suonavano come se fossero una sega elettrica, e chissà come mai che sono così retrograda, che la sega elettrica, il grido, l'accostamento di suoni che sembrano rumori, non so, a me mi viene da spegnere, da cambiare canale, da smetterla, insomma. che invece la musica che mi piace, quando finisce, son contenta che finisca perché si arriva al compimento, perché è compiuta, ma non è che non vedo l'ora perché non ne posso più.
che poi sempre alla radio hanno fatto un pezzo di bach, che ho pensato: ma perché, non è un grandissimo sperimentatore, questo? non ci sono tutte le dissonanze, gli accordi strani, e adesso il tipo che commenta i brani lo dice anche lui, che bach era uno sperimentatore incredibile. e non credo che nessuno gli venisse voglia di spegnerlo, o tornarsene a casa fischiettando qualcos'altro, e non perché era in chiesa e doveva stare lì.
che secondo me, ai contemporanei di bach, bach gli piaceva tanto anche a loro. non so.

è il tuo carattere

non sei tu che fai schifo, è il tuo carattere, mi ha detto, anzi: mi ha scritto uno una volta.
l'ho tenuta per tanti anni, peccato che non ce l'ho più, quella lettera.

lunedì 5 maggio 2014

la violenza, il perdono, il calcio

ieri, domenica, ascoltavo enzo bianchi che è uno degli ospiti prediletti di gabriella caramore, nella sua storica trasmissione uomini e profeti.
il priore di bose parlava del perdono, e criticava quei giornalisti che vanno a chiedere con le telecamere accese alle vittime dei vari reati se perdonano, o hanno perdonato, chi ha fatto loro del male.
come se gliene fregasse qualcosa.
poi alla sera ho visto per caso alla domenica sportiva, che io i telegiornali non li guardo assoutamente mai, soprattutto coi bambini, i suddetti giornalisti che intervistavano la madre di quello ferito ieri prima della partita fiorentina-napoli, che era la finale di coppa italia e qundi si giocava a roma, e infatti quello che ha sparato sui tifosi del napoli era un ultrà della roma, e la signora, che era tutta contenta perché le avevano appena detto che l'operazione di suo figlio era andata benissimo, ha detto che sì, che non c'è odio nel suo cuore, e che sì, lei l'aveva perdonato. oggi però che hanno arrestato anche suo figlio, il ferito, hanno detto che la madre è arrabbiatissima che suo figlio sia trattato come un delinquente.
ecco. ma è così per tutti, non c'è niente di strano: siamo pronti a perdonare anche chi ci ha mezzo ammazzato il figlio, se le cose vanno bene, se abbiamo le palle girate o quello ci sta sulle palle, col cavolo che lo perdoniamo. come sempre, nel vangelo c'è già scritto tutto, basta leggere la parabola di quel padrone che ha condonato una barca di soldi a uno, e poi quello quando è uscito ha trovato uno che gli doveva una miseria e l'ha fatto buttare in galera. l'ha pagata cara, ma la cosa più grave è che non l'ha mica capito, il valore di quello che aveva ricevuto.
poi ieri sera ho avuto un breve scambio di battute con gaetano di vaio (di cui ho parlato qui) su fb, che per lui e gli altri napoletani tifosi del napoli, la maglietta che genny 'a carogna ha sfoggiato sulla cancellata sotto la curva di non so quale punto cardinale, visto  che è di napoli direi curva sud, con su scritto 'speziale libero' non aveva niente di scandaloso, perché ci sono molti che sono convinti che speziale sia innocente, quindi loro vogliono solo dire questo, raciti non c'entra. com'è noto, speziale è stato condannato con per l'omicidio (preterintenzionale, comunque) dell'ispettore capo filippo raciti, morto a palermo durante gli scontri per la partita catania-palermo.
allora io gli ho detto: doveva scriversi sulla maglia 'giustizia per raciti', e lui mi ha detto: sì, sarebbe stato coerente.
sì, con quello che pensi tu, forse, caro gaetà.
ma lo sai che su fb esiste una pagina che si chiama 10, 100, 1000 raciti???
ma cosa vuoi che gliene freghi a genny di speziale, è ovvio (per noi che vediamo le cose da fuori, almeno) che speziale è l'emblema del tifoso condannato per la morte di uno sbirro, l'emblema di tutti quelli che usano il calcio come scusa per sfogare le loro pulsioni più brutali, per gli affari sporchi che si nascondono sotto il calcio?
ma perché solo il calcio, chiedeva uno stamattina?
perché il calcio non è più uno sport, come ha detto giustamente (incredibile, ogni tanto ne dice una giusta anche lui) gene gnocchi alla domenica sportiva, il calcio è spettacolo, è business, è soprattutto, dico io, tanti, troppi soldi.
quanto mi dispiace, perché il calcio, per me, come ho già scritto qui  e qui resta sempre lo sport più bello del mondo.
in inghilterra hanno risolto la faccenda hooligans in un anno: se fai qualche cazzata, 'è il giudice lì allo stadio, processo per direttissima, 3 anni di galera.
per dirne una.
ma in italia, eh, in italia...
ci hanno fatto fare il corso antincendio e a scuola abbiamo tutte le porte che si aprono all'interno. chiedere al comune che le giri? ma poveracci, non hanno i soldi!
allora, come mi ha giustamente detto l'istruttore, dicano che la legge sulla sicurezza non vale, a scuola.
è sempre tutta una buffonata, finché non ci scappa il morto.
e allora tutti a piangere, tutti a sproloquiare, e i dibattiti, e gli applausi e le monetine.
fino alla prossima.