martedì 13 maggio 2014

contemporanea

alla radio ho sentito un pezzo che credevo che stessero usando una sega elettrica, invece poi hanno detto che era un pezzo di luigi nono del '79 che i musicisti di quel quartetto lì erano 25 anni che lo aspettavano, che luigi nono gli scrivesse un pezzo, e finalmente l'hanno avuto, e non era una sega elettrica, erano dei violini che suonavano come se fossero una sega elettrica, e chissà come mai che sono così retrograda, che la sega elettrica, il grido, l'accostamento di suoni che sembrano rumori, non so, a me mi viene da spegnere, da cambiare canale, da smetterla, insomma. che invece la musica che mi piace, quando finisce, son contenta che finisca perché si arriva al compimento, perché è compiuta, ma non è che non vedo l'ora perché non ne posso più.
che poi sempre alla radio hanno fatto un pezzo di bach, che ho pensato: ma perché, non è un grandissimo sperimentatore, questo? non ci sono tutte le dissonanze, gli accordi strani, e adesso il tipo che commenta i brani lo dice anche lui, che bach era uno sperimentatore incredibile. e non credo che nessuno gli venisse voglia di spegnerlo, o tornarsene a casa fischiettando qualcos'altro, e non perché era in chiesa e doveva stare lì.
che secondo me, ai contemporanei di bach, bach gli piaceva tanto anche a loro. non so.

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