quando l'ho visto, avrò avuto vent'anni. comunque, sapevo già che
ingrid bergman era la donna che avrei voluto essere. mi piaceva pensare
che lei aveva rinunciato alla felicità, sposando il fedifrago pentito
(nell'orgoglio ferito, piuttosto) per non rovinare la vita a un ragazzo
ingenuo e romantico.
non credo che sto film sia un capolavoro, anche se il cast è stellare e antony perkins ha vinto a cannes come miglior attore. ma neanche la schifezza di cui parlano i due principali dizionari del cinema.
Per il Dizionario Mereghetti è «una commedia sentimentale e prevedibile, fintamente libertaria, che si regge soprattutto sulla bravura dei comprimari». Per il Dizionario Morandini
si tratta di una «prolissa commedia sentimentale in cui un bieco
patetismo hollywoodiano surroga quel che doveva essere la malinconia di
fondo. Sull'orlo del ridicolo i tre protagonisti».
sarà. ma è un film fondamentale per la mia vita perché grazie ad esso io rispondo: sì. io adoro brahms.
e la colonna sonora del film, quello struggente terzo movimento della terza sinfonia da allora mi si è appiccicato addosso, come il vestito che non toglieresti mai, quello con cui puoi andare dove vuoi.
se devo dire a qualcuno chi sono veramente, io metto su sto disco qua.
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