sabato 27 luglio 2013

Ho sposato un comunista 5 - Ascoltare parte prima



ogni tanto, voltandomi indietro, ripenso alla mia vita come a un lungo discorso che ho ascoltato. la retorica è a volte originale, a volte piacevole, a volte inconsistente (il discorso dell’incognito), a volte maniacale, a volte pratica, a volte come l’improvvisa puntura di un ago, e io l’ascolto da tempo immemorabile. come pensare, come non pensare; come comportarsi, come non comportarsi; chi detestare e chi ammirare; cosa abbracciare e quando scappare; cos’è entusiasmante, cos’è massacrante, cos’è lodevole, cos’è superficiale, cos’è sinistro, cos’è schifoso, e come restare un’anima pura. Si direbbe che parlare con me non sia un ostacolo per nessuno. (…) Quando mi chiedo come sono arrivato dove sono, la risposta mi sorprende: «Ascoltando».
Che sia stato questo l’invisibile dramma? Tutto il resto era solo una mascherata che dissimulava ostinatamente la mia inaffidabilità? Ascoltarli. Ascoltarli parlare. Il fenomeno stranissimo. Ognuno percepisce l’esperienza, non come una cosa da fare, ma come una cosa da fare per poterne parlare. Perché è così? Perché vogliono che li ascolti, loro e le loro arie? Dov’è stato deciso che io dovevo servire a questo? o sono sempre stato, fin dal primo momento, sia per inclinazione che per scelta, solo un orecchio in cerca di una parola?
(pag. 211)

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