sabato 27 luglio 2013

Ho sposato un comunista 6 - Ascoltare parte seconda



e mi resi conto che era stato un po’ come ascoltare la radio della camera da letto quando ero un ragazzo desideroso di cambiare il mondo facendo diramare in tutta la nazione tutte le mie infantili convinzioni, mascherate da storie. Murray, la radio: voci che dal vuoto controllavano tutto ciò che c’era dentro, le svolte di una storia fluttuante nell’aria e introdotta nell’orecchio in modo tale che il dramma venga percepito anche dietro gli occhi, in quella scatola che è il cranio, trasformata nel globo sconfinato di un palcoscenico contenente intere creature come noi. Come scava in profondità, il nostro udito! Pensate a tutto quello che significa capire da qualcosa che hai solo ascoltato. La divinità di avere un orecchio! Non è, come minimo, un fenomeno semidivino esser scagliati tra i torti più reconditi  di un’esistenza umana in virtù di null’altro ch questo: starsene là seduti, al buio, a sentire quello che si dice?

Ho sposato un comunista, Philip Roth

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