è colpa mia se ho un giro vita di 125 cm, è colpa mia se in tre anni ho preso più di quindici chili sul mio peso normale, è colpa mia se faccio fatica a piegarmi, a fare le scale, a parlare, se mi manca il fiato senza fare niente, se ho una varice vaginale, se ogni sera vomito tutto quello che ho mangiato da mezzogiorno in poi, se per prepararmi qualcosa per scuola vado a letto all'una e poi mi sveglio perché bruno perde il ciuccio, è colpa mia se dopo dieci ore a scuola senza neanche la pausa pranzo sono stanca morta, è colpa mia se non riesco a fare il bagno ai miei figli, se non riesco a farmelo io, è sicuramente colpa mia se quando torno a casa alle due, dopo essere partita alle otto di sabato unico giorno in cui potevo dormire un'ora in più per andare a Roma all'ospedale Bambino Gesù col povero Agostino digiuno che sommessamente continuava a lamentarsi fino alle undici e passa quando finalmente gli hanno fatto sto cacchio di prelievo (80 euro, per la cronaca), dopodiché siamo stati bloccati un'ora in autostrada per il ritorno, entro in casa e non c'è neanche la tavola preparata e c'è ancora il mangiare di Bruno sul tavolo, è sicuramente colpa mia se sono andata via portandomi dietro il seggiolino di Bruno che stava attaccato alla mia macchina, è ancora più sicuramente colpa mia se mi sono dimenticata a casa il cellulare come mi succede un giorno sì e uno no,è colpa mia se mio marito quando si sveglia la mattina o ha mal di testa o sente che gli sta per venire, se parlo troppo piano per farmi capire, se non sono neanche capace di parlare, se sono la donna più stronza del mondo, se nessuno mi sopporta e potrei andare avanti fino a domani.
E ALLORA?
cinquant'anni, poco più. la scuola, la casa, la lotta impari col caos,un marito e tre ex piccoli figli adorabili, quando dormono... e questa piccola stanza virtuale tutta per me.
sabato 6 dicembre 2008
giovedì 20 novembre 2008
basta che i sia sani...
quando qualcuno che non conosco scopre che oltre alla pancia ho altri due figli piccoli (o quando qualcuno che conosco scopre che oltre ai due figli piccoli ho la pancia), le reazioni sono essenzialmente due: ammirazione (che coraggiosa!) o compatimento (generalmente senza parole, basta lo sguardo), entrambe comunque poco convinte.
Comunque, soprattutto dopo che ho aggiunto che aspetto un maschio e gli altri due pure lo sono, il commento diventa unico: "basta che i sia sani", con le varianti "l'importante è che siano sani", l'importante è che vada tutto bene", "l'importante è che stia bene".
e tu, che sai che tuo figlio o ha un rene in meno, o ce l'ha più piccolo, o ha delle cisti per cui insomma dall'ecografia non si vede, abbozzi un "sì sì" assai poco convinto, ma tanto nessuno lo sente né lo aspetta, tanto è ovvia e banale questa frase.
e ricominci a pensare a cosa sarà, se sarà solo quello, cosa gli faranno, cosa gli succederà, cosa potrai fare tu.
Comunque, soprattutto dopo che ho aggiunto che aspetto un maschio e gli altri due pure lo sono, il commento diventa unico: "basta che i sia sani", con le varianti "l'importante è che siano sani", l'importante è che vada tutto bene", "l'importante è che stia bene".
e tu, che sai che tuo figlio o ha un rene in meno, o ce l'ha più piccolo, o ha delle cisti per cui insomma dall'ecografia non si vede, abbozzi un "sì sì" assai poco convinto, ma tanto nessuno lo sente né lo aspetta, tanto è ovvia e banale questa frase.
e ricominci a pensare a cosa sarà, se sarà solo quello, cosa gli faranno, cosa gli succederà, cosa potrai fare tu.
mercoledì 5 novembre 2008
non c'è limite al peggio 1
altro che manicomio.
sabato a ostia mi sono slogata una caviglia. al pronto soccorso il dottore non mi ha manco guardata, ho dovuto dirgli che ero incinta (e sì che ho un'anguria al posto della pancia) e quindi niente lastra. mi ingessano (un guscio, per tenere ferma la caviglia) e poi dovrà fare un'ecografia per escludere una frattura scomposta (ma vuoi che io mi perda una roba del genere?).
mi rimandano a casa, non mettere giù il piede, mi raccomando. venti giorni di malattia.
"ma come, non è contenta? tutti li stanno a cerca', sti certificati del pronto soccorso...
e com'è che non si è ancora messa in maternità? le infermiere si fanno otto mesi e mezzo..."
beh, replico io, è un lavoro rischioso... "ma anche se stanno, che ne so..." Guardi dottore, lo interrompo io, mia cugina è oculista e all'ospedale si è presa il citomegalo (un virus bastardo che può danneggiare seriamente il feto, dalla sordità a danni cerebrali più gravi), quindi...
"beh, sì, in effetti ..." (stronzo).
seguono due giorni di vero inferno, per fortuna che è venuta un po' mia sorella, un po' adesso ho qui mia cognata, e domani vengono i miei: saliamo tutti al nord, fino alla ripresa. l'ecografia al pronto soccorso ieri non me l'hanno fatta: ma lei cosa pretende adesso? eh già, che pretendo? basta andare in un laboratorio privato, pagare 60 euro e sei a posto.
e intanto continuo a vomitare per l'acidità paurosa, non voglio più mangiare, la colazione la salto, ieri per pranzo Mauro mi ha fatto una pasta come piace a lui, grondante sugo capperi e olive che mi sono portata fin dopo cena (un po' di patate in padella), vomito, una mezza camomilla e vado a letto. alle tre mi devo rialzare per un altro giro.
mio marito non vede l'ora che me ne vada, mi ha detto ieri sera.
sabato a ostia mi sono slogata una caviglia. al pronto soccorso il dottore non mi ha manco guardata, ho dovuto dirgli che ero incinta (e sì che ho un'anguria al posto della pancia) e quindi niente lastra. mi ingessano (un guscio, per tenere ferma la caviglia) e poi dovrà fare un'ecografia per escludere una frattura scomposta (ma vuoi che io mi perda una roba del genere?).
mi rimandano a casa, non mettere giù il piede, mi raccomando. venti giorni di malattia.
"ma come, non è contenta? tutti li stanno a cerca', sti certificati del pronto soccorso...
e com'è che non si è ancora messa in maternità? le infermiere si fanno otto mesi e mezzo..."
beh, replico io, è un lavoro rischioso... "ma anche se stanno, che ne so..." Guardi dottore, lo interrompo io, mia cugina è oculista e all'ospedale si è presa il citomegalo (un virus bastardo che può danneggiare seriamente il feto, dalla sordità a danni cerebrali più gravi), quindi...
"beh, sì, in effetti ..." (stronzo).
seguono due giorni di vero inferno, per fortuna che è venuta un po' mia sorella, un po' adesso ho qui mia cognata, e domani vengono i miei: saliamo tutti al nord, fino alla ripresa. l'ecografia al pronto soccorso ieri non me l'hanno fatta: ma lei cosa pretende adesso? eh già, che pretendo? basta andare in un laboratorio privato, pagare 60 euro e sei a posto.
e intanto continuo a vomitare per l'acidità paurosa, non voglio più mangiare, la colazione la salto, ieri per pranzo Mauro mi ha fatto una pasta come piace a lui, grondante sugo capperi e olive che mi sono portata fin dopo cena (un po' di patate in padella), vomito, una mezza camomilla e vado a letto. alle tre mi devo rialzare per un altro giro.
mio marito non vede l'ora che me ne vada, mi ha detto ieri sera.
venerdì 31 ottobre 2008
domenica 19 ottobre 2008
sognare, forse...
silenzio.
lenzuola candide, silenzio,bianco dappertutto, silenzio.
dormire.
esaurimento nervoso. si chiamava così.
ma quello che sogno io è la clinica svizzera.
a me capiterebbe sicuramente un reparto di neurologia come tanti, misto (uomini e donne insieme, che c'è di strano?), dove potrei trovare un pazzo vero che mi violenta mentre sono sotto sedativi. e, data la mia proverbiale sfiga, il mio non avrebbe nemmeno il preservativo in tasca. (della serie: la realtà supera sempre l'immaginazione: questo episodio, preservativo compreso, mi è stato raccontato da una specializzanda in un grande ospedale del centro nord).
No, Laura, neanche questa è una buona idea.
lenzuola candide, silenzio,bianco dappertutto, silenzio.
dormire.
esaurimento nervoso. si chiamava così.
ma quello che sogno io è la clinica svizzera.
a me capiterebbe sicuramente un reparto di neurologia come tanti, misto (uomini e donne insieme, che c'è di strano?), dove potrei trovare un pazzo vero che mi violenta mentre sono sotto sedativi. e, data la mia proverbiale sfiga, il mio non avrebbe nemmeno il preservativo in tasca. (della serie: la realtà supera sempre l'immaginazione: questo episodio, preservativo compreso, mi è stato raccontato da una specializzanda in un grande ospedale del centro nord).
No, Laura, neanche questa è una buona idea.
mercoledì 15 ottobre 2008
fino a quando?
Poi, improvvisa, arriva la tenerezza, ritorna l'affetto a reclamare spazi già occupati da astio e rancore. e mi stupisco ogni volta come quando, dopo averle chiuse alla fine di una giornata grigia e piovosa, riapro le imposte al mattino e vengo investita dalla luce azzurra di un cielo tersissimo. mi sembra impossibile.
è che faccio sempre più fatica a credere che non succederà più, che stavolta l'azzurro durerà, almeno fino a domani. è che forse qualcosa si è incrinato per sempre, c'è una crepa nel cuore, anche se chiudo le porte continua a gocciolare fuori la consapevolezza, è inutile, ma con chi credo di avere a che fare? mica sono scema. per una come me a cui i dettagli, le frasi, perfino i non detti si incidono dentro come su un nastro magnetico, è dura crederci ogni volta.
è che faccio sempre più fatica a credere che non succederà più, che stavolta l'azzurro durerà, almeno fino a domani. è che forse qualcosa si è incrinato per sempre, c'è una crepa nel cuore, anche se chiudo le porte continua a gocciolare fuori la consapevolezza, è inutile, ma con chi credo di avere a che fare? mica sono scema. per una come me a cui i dettagli, le frasi, perfino i non detti si incidono dentro come su un nastro magnetico, è dura crederci ogni volta.
sabato 4 ottobre 2008
un matrimonio e un funerale mancati
oggi si sposava il mio amico don Paolo.
avrei voluto vederlo finalmente felice e avrei voluto cantare qualcosa alla sua festa.
c'era anche il funerale di Franco, e anche per lui avrei voluto cantare 'In paradisum'.
invece ero qui, a farmi dare dell'imbecille e del pezzo di merda.
non è neanche l'offesa, l'insulto, la bestemmia a ferirmi. è chiaro che i suoi attacchi d'ira hanno radici fuori dal nostro rapporto, e sono affari suoi se non li vuole trovare e preferisce continuare a credere che siano dovuti al fatto di essere sposato alla donna più stronza, egoista, egocentrica del mondo.
no, quello che mi ferisce, che mi avvilisce anzi, è il silenzio che segue, il resettare tutto, il non sentire neanche il bisogno di chiedere scusa. è il suo pensare che me lo merito, che me lo sono cercata, che se succede è solo colpa mia.
mercoledì 1 ottobre 2008
ciao, Franco
finalmente di nuovo insieme alla tua Bruna.
chissà se riuscirò a tenermi dentro il dolce suono del tuo dialetto, che poco o niente aveva a che fare con la greve cadenza valdagnese. amavi la tua Valdagno come certi uomini straordinari amano donne del tutto insignificanti. Ma in fondo è lì che sei nato, è lì che è nata Bruna, il vostro amore, la tua arte.
Sicuramente mi resteranno i tuoi segni, il tuo verde e i tuoi colori, la potenza del tuo gesto e delle tue forme.
quando ci siamo visti l'ultima volta, all'ospedale, mi hai detto che se fossi uscito di lì il primo posto dove saresti andato sarebbe stato casa nostra, ' perché lì ho degli amici veri'.
grazie, Franco.chissà se riuscirò a tenermi dentro il dolce suono del tuo dialetto, che poco o niente aveva a che fare con la greve cadenza valdagnese. amavi la tua Valdagno come certi uomini straordinari amano donne del tutto insignificanti. Ma in fondo è lì che sei nato, è lì che è nata Bruna, il vostro amore, la tua arte.
Sicuramente mi resteranno i tuoi segni, il tuo verde e i tuoi colori, la potenza del tuo gesto e delle tue forme.
quando ci siamo visti l'ultima volta, all'ospedale, mi hai detto che se fossi uscito di lì il primo posto dove saresti andato sarebbe stato casa nostra, ' perché lì ho degli amici veri'.
venerdì 5 settembre 2008
summer memories
l'estate è finita. il caldo no; i piedi scalzi, i vestiti con le spalline, le finestre aperte per dormire la notte qua possono durare fino ad ottobre inoltrato. non come su in veneto, dove la sera non si può già uscire senza golfino, e il profumo inconfondibile dell'osmantus quando esco dalla biblioteca che già è buio mi dice che l'estate è ormai un ricordo.
di quest'estate non dimentico i pochi giorni con Mauro in Alta Badia, (ma perché non vivo in montagna???) l'aria fresca anche a mezzogiorno, il temporale chiusi al calduccio nel camper con un bel tè caldo davanti, le montagne che ti sovrastano e ti spingono a guardare il cielo.
di quest'estate non dimentico i pochi giorni con Mauro in Alta Badia, (ma perché non vivo in montagna???) l'aria fresca anche a mezzogiorno, il temporale chiusi al calduccio nel camper con un bel tè caldo davanti, le montagne che ti sovrastano e ti spingono a guardare il cielo.
mercoledì 6 agosto 2008
una sera, a casa di amici
un anniversario di matrimonio, l'occasione per ritrovare chi non vedevo da tempo.
parliamo di scarpe, per via dei miei piedi gonfi, e naturalmente di figli.
pare che nell'alta società i figli siano una specie di status symbol: mi dicono che per essere riconosciuto socialmente devi essere sposato e con prole, altrimenti susciti un certo sospetto, sei meno affidabile.
concetti che nemmeno pensavo esistessero più. ma non erano tutti DINK* e contenti?
e comunque, faccio io, non è che se hai tre figli sei considerato meglio: sei un coniglio, un irresponsabile, non parliamo poi se non hai i soldi per mantenerli.
poi arriva una coppia che parla di vacanze: lui si lamenta del fatto che se fosse per lei non ci andrebbero mai. beh, ma l'anno scorso in Provenza ci siamo andati! eh già, fa lui, quindicimila euro mi è costata (tra il compiaciuto e il rimprovero).
io ascolto e, come sempre del resto, vorrei stare da un'altra parte.
*DINK=Dual Income No Kids (doppia entrata, niente figli)
parliamo di scarpe, per via dei miei piedi gonfi, e naturalmente di figli.
pare che nell'alta società i figli siano una specie di status symbol: mi dicono che per essere riconosciuto socialmente devi essere sposato e con prole, altrimenti susciti un certo sospetto, sei meno affidabile.
concetti che nemmeno pensavo esistessero più. ma non erano tutti DINK* e contenti?
e comunque, faccio io, non è che se hai tre figli sei considerato meglio: sei un coniglio, un irresponsabile, non parliamo poi se non hai i soldi per mantenerli.
poi arriva una coppia che parla di vacanze: lui si lamenta del fatto che se fosse per lei non ci andrebbero mai. beh, ma l'anno scorso in Provenza ci siamo andati! eh già, fa lui, quindicimila euro mi è costata (tra il compiaciuto e il rimprovero).
io ascolto e, come sempre del resto, vorrei stare da un'altra parte.
*DINK=Dual Income No Kids (doppia entrata, niente figli)
domenica 27 luglio 2008
lacrime e sangue
mi sveglio con il mal di testa e gli occhi gonfi che ogni pianto serale porta inevitabilmente con sé.
no, niente crisi coniugale, stavolta.
molto più banali, stupide e vitali questioni di soldi.
una sera in macchina ho sentito un pastore che faceva il suo sermoncino 'alle otto della sera', lo spazio religioso di radio uno. era sull'invidia, e lui ha impiegato tutto il tempo che aveva a dire che è il peccato dei ricchi contro i poveri. secondo lui 'non desiderare la donna e la roba d'altri' sono appunto il peccato dei ricchi.
a parte che i ricchi non se la passano molto bene nella bibbia in generale, e che non credo proprioche i due comandamenti vadano unificati (non penso che il Padreterno fosse particolarmente affezionato al dieci in sé) sono invece convinta che l'invidia è il peccato dei poveri.
eh sì, caro pastorello, finché me la passavo abbastanza bene ero stupidamente convinta di essere immune almeno da questa bruttissima bestia. non mi era mai successo di andare a casa di qualcuno e provare invidia per una cucina smisuratamente grande rispetto alla mia, per un soggiorno accogliente o un bel parquet di legno vero...
e non avrei mai pensato di mettermi a piangere, come mi è successo l'altro giorno a Padova, dentro a un negozio di giocattoli che avrei voluto comprare tutti per i miei bambini e da cui sono uscita a mani vuote...
no, niente crisi coniugale, stavolta.
molto più banali, stupide e vitali questioni di soldi.
una sera in macchina ho sentito un pastore che faceva il suo sermoncino 'alle otto della sera', lo spazio religioso di radio uno. era sull'invidia, e lui ha impiegato tutto il tempo che aveva a dire che è il peccato dei ricchi contro i poveri. secondo lui 'non desiderare la donna e la roba d'altri' sono appunto il peccato dei ricchi.
a parte che i ricchi non se la passano molto bene nella bibbia in generale, e che non credo proprioche i due comandamenti vadano unificati (non penso che il Padreterno fosse particolarmente affezionato al dieci in sé) sono invece convinta che l'invidia è il peccato dei poveri.
eh sì, caro pastorello, finché me la passavo abbastanza bene ero stupidamente convinta di essere immune almeno da questa bruttissima bestia. non mi era mai successo di andare a casa di qualcuno e provare invidia per una cucina smisuratamente grande rispetto alla mia, per un soggiorno accogliente o un bel parquet di legno vero...
e non avrei mai pensato di mettermi a piangere, come mi è successo l'altro giorno a Padova, dentro a un negozio di giocattoli che avrei voluto comprare tutti per i miei bambini e da cui sono uscita a mani vuote...
giovedì 24 luglio 2008
martedì 22 luglio 2008
CLADDAGH
Ho perso un anellino
un souvenir
che le amiche riportano da un viaggio a Dublino:
l'abbraccio d'amicizia,
il cuore-amore,
la corona della fedeltà...
ma ci tenevo tanto,
era per me
una tardiva scommessa di felicità
su un matrimonio appena nato
e malato di già...
un souvenir
che le amiche riportano da un viaggio a Dublino:
l'abbraccio d'amicizia,
il cuore-amore,
la corona della fedeltà...
ma ci tenevo tanto,
era per me
una tardiva scommessa di felicità
su un matrimonio appena nato
e malato di già...
sabato 12 luglio 2008
RITORNO A PADOVA
la settimana dopo la nascita di Bruno Mario ero andata in segreteria a Padova per sapere di che morte dovevo morire. o se per caso ero già morta. avevo sempre rimandato questo momento proprio per la paura di sentirmi dire: mi dispiace, è finita. Il fatto è che io una decina di anni fa ho finito gli esami previsti dal mio piano, e poi basta.
gli esami restano lì, non me li tocca nessuno. invece adesso hanno fatto quella porcata dei nuovi ordinamenti, e se non mi laureo entro il 2010 sono fuori. avevo pensato anche di trasferirmi in un'altra università, ma magari dove vado 'storia della critica' o 'teoria e metodologia generale della letteratura' non ci sono, e magari non me li riconoscono. insomma troppi casini. devo starmene lì, e pure col mio vecchio relatore, quello che la prima volta che gli ho portato qualcosa mi ha chiesto "Ma lei l'ha mai letto un libro?"
giovedì ci sono andata. la rassegnazione, la disperazione che mi spingevano non sono riuscite a soffocare l'ansia. cosa gli dirò, cosa mi dirà. so già che darò il peggio di me.
è incredibile, al Maldura non è cambiato niente. gli stessi bidelli, le stesse impalcature in biblioteca, gli stessi muri scrostati, le bacheche stracariche di annunci, libri, case, feste studentesche.
e poi quello che ce l'ha col mio sorriso: l'altra volta era 'amaro', stavolta... stavolta è 'ironico', 'come forse anche il mio, del resto, e sa, se si scontrano...'
mi ha prestato un libro, una poetessa: anna maria carpi. a primo sguardo mi è sembrata interessante, poi ho capito che lo è veramente, mi sono portata il libro a letto, e quando Mauro mi ha chiamata, ho provato a parlargliene, e gli ho letto dei versi -sono una pessima lettrice di poesia, purtroppo.
sono il tipo di versi che potrei scrivere io, se ne fossi capace ovviamente.
...gli esami restano lì, non me li tocca nessuno. invece adesso hanno fatto quella porcata dei nuovi ordinamenti, e se non mi laureo entro il 2010 sono fuori. avevo pensato anche di trasferirmi in un'altra università, ma magari dove vado 'storia della critica' o 'teoria e metodologia generale della letteratura' non ci sono, e magari non me li riconoscono. insomma troppi casini. devo starmene lì, e pure col mio vecchio relatore, quello che la prima volta che gli ho portato qualcosa mi ha chiesto "Ma lei l'ha mai letto un libro?"
giovedì ci sono andata. la rassegnazione, la disperazione che mi spingevano non sono riuscite a soffocare l'ansia. cosa gli dirò, cosa mi dirà. so già che darò il peggio di me.
è incredibile, al Maldura non è cambiato niente. gli stessi bidelli, le stesse impalcature in biblioteca, gli stessi muri scrostati, le bacheche stracariche di annunci, libri, case, feste studentesche.
e poi quello che ce l'ha col mio sorriso: l'altra volta era 'amaro', stavolta... stavolta è 'ironico', 'come forse anche il mio, del resto, e sa, se si scontrano...'
mi ha prestato un libro, una poetessa: anna maria carpi. a primo sguardo mi è sembrata interessante, poi ho capito che lo è veramente, mi sono portata il libro a letto, e quando Mauro mi ha chiamata, ho provato a parlargliene, e gli ho letto dei versi -sono una pessima lettrice di poesia, purtroppo.
sono il tipo di versi che potrei scrivere io, se ne fossi capace ovviamente.
So scrivere, ho una certa mia maniera,
ma tutti sanno scrivere,
ho una casa decente e faccio inviti,
ho un matrimonio in cui si va d'accordo
sulla guerra in Irak, non su me stessa-
nessuno può capire la stortura
che significa scrivere, impossibile-
...
dall'altra parte del filo un silenzio imbarazzato, tentativi di scuse. ma non importa, gli ho detto io, del resto sarebbe lo stesso se tu ti mettessi a parlarmi dei tuoi contratti sui casali dell'alto medioevo...
o forse no.
o forse no.
SPERIAMO CHE SIA FEMMINA
lo so, è quasi un mese che non scrivo.
e mi sembra una vita fa. o ieri, anche.
avevo cominciato a leggere FIGHT CLUB, poi avevo deciso che non ce la facevo, poi ho fatto quello che non faccio mai, leggere qualche pagina qua e là e arrivare a quella dannata fine. intanto sono uscita con alcune mie colleghe di dieci anni meno di me, metto il body corazza, possibile che c'ho ancora sta pancia, cacchio? le due neomammine che sono con noi si lamentano delle tette perdute. io anch'io, sognando la mia seconda. no, questa pancia non mi convince.
la stecca da farmacia pare un razzo: ma quali tre minuti? manco tre secondi e già ero incinta.
il giorno dopo al laboratorio non mi hanno dato il risultato perché il valore era troppo alto e era ora di chiudere.
ci vediamo lunedì.
mercoledì sono già a casa dei miei, il ginecologo mi ha detto di passare all'ospedale alle sette, sono le sette meno un quarto, il tempo di una doccia e siamo lì.
secondo lui nascerà il quattro febbraio.
speriamo che sia femmina. o forse no.
per lei, naturalmente.
e mi sembra una vita fa. o ieri, anche.
avevo cominciato a leggere FIGHT CLUB, poi avevo deciso che non ce la facevo, poi ho fatto quello che non faccio mai, leggere qualche pagina qua e là e arrivare a quella dannata fine. intanto sono uscita con alcune mie colleghe di dieci anni meno di me, metto il body corazza, possibile che c'ho ancora sta pancia, cacchio? le due neomammine che sono con noi si lamentano delle tette perdute. io anch'io, sognando la mia seconda. no, questa pancia non mi convince.
la stecca da farmacia pare un razzo: ma quali tre minuti? manco tre secondi e già ero incinta.
il giorno dopo al laboratorio non mi hanno dato il risultato perché il valore era troppo alto e era ora di chiudere.
ci vediamo lunedì.
mercoledì sono già a casa dei miei, il ginecologo mi ha detto di passare all'ospedale alle sette, sono le sette meno un quarto, il tempo di una doccia e siamo lì.
secondo lui nascerà il quattro febbraio.
speriamo che sia femmina. o forse no.
per lei, naturalmente.
sabato 21 giugno 2008
AGGIORNAMENTI
La sfida tra mamme toste continua, ormai siamo agli sgoccioli delle eliminatorie.
Leggendo certe presentazioni mi è venuto da piangere.
Per non parlare di certe foto...
Ho scritto un lungo post a proposito della traccia su Montale alla maturità.
Lo potete leggere qui
Leggendo certe presentazioni mi è venuto da piangere.
Per non parlare di certe foto...
Ho scritto un lungo post a proposito della traccia su Montale alla maturità.
Lo potete leggere qui
lunedì 16 giugno 2008
COMUNQUE VADA SARÀ UNA SCONFITTA
Lo dicevo l'altro giorno alla psicologa della mutua. Questa amara consapevolezza è il pensiero dominante di questi giorni.
La preside lunedì ha risposto alla mia lettera utilizzandomi come capro espiatorio, credendo, forse a ragione, che bastasse a ristabilire l'ordine. A parte le mie amiche (tre) nessuna collega mi ha espresso la minima solidarietà. Ma di questo parlerò altrove.
Stamattina mentre facevamo tutti colazione in camera abbiamo acceso la radio e davano il terzo movimento della terza sinfonia di Brahms, uno dei miei brani preferiti in assoluto. Straziante.
La colonna sonora perfetta per il momento.
Sapere che, qualsiasi cosa deciderò, non sarà la soluzione migliore, che farò comunque del male ai miei figli.
Mi sono sempre ribellata alla logica del male minore, e ora che tocca a me è rivoltante.
La preside lunedì ha risposto alla mia lettera utilizzandomi come capro espiatorio, credendo, forse a ragione, che bastasse a ristabilire l'ordine. A parte le mie amiche (tre) nessuna collega mi ha espresso la minima solidarietà. Ma di questo parlerò altrove.
Stamattina mentre facevamo tutti colazione in camera abbiamo acceso la radio e davano il terzo movimento della terza sinfonia di Brahms, uno dei miei brani preferiti in assoluto. Straziante.
La colonna sonora perfetta per il momento.
Sapere che, qualsiasi cosa deciderò, non sarà la soluzione migliore, che farò comunque del male ai miei figli.
Mi sono sempre ribellata alla logica del male minore, e ora che tocca a me è rivoltante.
mercoledì 4 giugno 2008
l'ennesima causa persa
- Chissà perché lo faccio. Oggi ho scritto una lettera a tutti i colleghi che potete leggere sul mio nuovo blog, REGISTRO DI CLASSE.
sabato 31 maggio 2008
MARIA, MIA FIGLIA
Eri il senso, adesso sei l'assurdo, ciò che non si può credere. La mia vita, morta.
Sei morta oggi, che compivi due anni. Sei morta per colpa mia, perché noi donne sappiamo fare tante cose insieme, siamo toste, siamo madri, compagne, amanti, amiche, infermiere, cuoche, insegnanti… perché sappiamo usare le mani, il cuore e il cervello, perché ci preoccupiamo per tutto, per tutti…
Sei morta a pochi metri da me, senza di me, in quel parcheggio dove dovrò tornare un giorno, di caldo, di soffoco, di indifferenza… sei morta così, per fare meglio il mio lavoro, per finire quello che dovevo, per niente, per colpa mia.
P.S.(2014): siccome vedo che questo post ha diversi accessi, e ormai è passato tanto tempo dal fatto che lo ha ispirato, preciso che maria era la figlia di una professoressa che doveva portarla al nido prima di andare a scuola e siccome si era addormentata, se l'è dimenticata in macchina nel parcheggio della scuola, dove purtroppo è morta.
Sei morta oggi, che compivi due anni. Sei morta per colpa mia, perché noi donne sappiamo fare tante cose insieme, siamo toste, siamo madri, compagne, amanti, amiche, infermiere, cuoche, insegnanti… perché sappiamo usare le mani, il cuore e il cervello, perché ci preoccupiamo per tutto, per tutti…
Sei morta a pochi metri da me, senza di me, in quel parcheggio dove dovrò tornare un giorno, di caldo, di soffoco, di indifferenza… sei morta così, per fare meglio il mio lavoro, per finire quello che dovevo, per niente, per colpa mia.
P.S.(2014): siccome vedo che questo post ha diversi accessi, e ormai è passato tanto tempo dal fatto che lo ha ispirato, preciso che maria era la figlia di una professoressa che doveva portarla al nido prima di andare a scuola e siccome si era addormentata, se l'è dimenticata in macchina nel parcheggio della scuola, dove purtroppo è morta.
venerdì 30 maggio 2008
MAMME IN SUBBUGLIO
Sono rientrata a scuola da così poco e già una mamma è venuta a farmi le sue rimostranze. io l'ho ringraziata di essere venuta a parlarmi di persona, perché a quanto mi ha detto c'è un piccolo esercito che borbotta fuori dal cancello.
Lo so, ho fatto una cosa che non si deve mai fare: ho tradito la mia casta. L'altro giorno sono entrata in una classe in cui insegnavo inglese, una delle migliori. Bambini svegli ma rispettosi, intelligenti e appassionati della materia. il massimo che ogni insegnante possa desiderare.
Alla lavagna c'era scritto questo:
I HAVE GOT -------AI HEV GOT--- IO HOLo so, ho fatto una cosa che non si deve mai fare: ho tradito la mia casta. L'altro giorno sono entrata in una classe in cui insegnavo inglese, una delle migliori. Bambini svegli ma rispettosi, intelligenti e appassionati della materia. il massimo che ogni insegnante possa desiderare.
Alla lavagna c'era scritto questo:
YOU HAVE GOT --IU HEV GOT ---TU HAI
HE HAS GOT------ HI HES GOT ---EGLI HA
SHE HAS GOT ----SCI HES GOT ---ELLA HA
eccetera.
E' stato più forte di me, ho cancellato dalla lavagna l'obbrobrio e l'ho fatto cancellare anche dai quaderni, quasi urlando che queste parole non esistono, che non si devono scrivere cose che non esistono, che la pronuncia non si deve mai scrivere, che non la troveranno da nessuna parte scritta così eccetera.
Lo so, non dovevo. Non l'ho fatto neanche quando una mia collega ha fatto scrivere ai bambini che gli OVINI sono animali come le galline, che fanno le UOVA (giuro). Quando io senza farmi vedere dai bambini le ho detto che sono le pecore, lei è andata a controllare sul vocabolario e si è corretta.
Ma stavolta, come ha detto la mamma, è stata una cosa di stomaco.
E poi se anche avessi detto alla collega di non farlo, di sicuro non l'avrebbe fatto cancellare e quei bambini sarebbero vissuti felici e contenti con le loro orride pronunce stampate sui quaderni.
Ma questo non è tutto: perché ieri, avendo un'altra supplenza sempre nella stessa classe, mi sono pure permessa di mettere in discussione la notizia che la preistoria non finisce con l'invenzione della scrittura (o, se preferiamo, che la storia non comincia quando l'uomo comincia a scrivere), per esempio per il fatto che molti popoli - vedi i nativi americani- non scrivono, ma non per questo sono preistorici...
Ma io non intendevo mica attaccare la mia povera collega di storia, che sicuramente è una maestra più efficace ed efficiente di me, col suo piccolo rassicurante cabottaggio...
Stamattina prima di andarmene ho parlato ai bambini dicendo loro che avrei parlato con la loro maestra di inglese (quella che mi supplisce), la quale scrivendo alla lavagna la pronuncia certamente avrà pensato di fare loro un favore, ma io so per esperienza che questa scorciatoia alla lunga non paga. Ho anche detto che, per quello che riguardava i nostri discorsi di storia, se le maestre dicono cose diverse non significa che una delle due sbagli, che capiterà loro un sacco di volte di trovare maestre, e professori, e libri che dicono cose diverse, e questo non significa che uno sia giusto e l'altro sbagliato... ma non mi pare di averli convinti.
Non lo so se con i miei figli riuscirò a fare questo, a salvare comunque e sopra tutto la figura dell'insegnante.
E poi gli alunni che si fanno delle domande, che mi mettono in discussione a me sono sempre piaciuti.
Nonostante questo, continuo a sentirmi a disagio e domani non posso parlare con la mia supplente perché non vado a scuola, e così avrò tutto il weekend per convivere con un mega senso di colpa. E pensare a cosa mai avranno detto i genitori dei bambini di quell'altra classe dove ho dato questo problema da risolvere:
la mamma vuole fare il pane. la ricetta dice che servono 500 g. di farina e 1 dl di olio. la mamma guarda nella dispensa e trova: 1 kg di farina e 5 cl di olio (lo so che è un dato assurdo, ma lì per lì non mi è venuto niente di meglio, questi avevano appena fatto le equivalenze...)
Riuscirà la mamma a fare il pane?
poveracci, mi hanno fatto pena.
E' stato più forte di me, ho cancellato dalla lavagna l'obbrobrio e l'ho fatto cancellare anche dai quaderni, quasi urlando che queste parole non esistono, che non si devono scrivere cose che non esistono, che la pronuncia non si deve mai scrivere, che non la troveranno da nessuna parte scritta così eccetera.
Lo so, non dovevo. Non l'ho fatto neanche quando una mia collega ha fatto scrivere ai bambini che gli OVINI sono animali come le galline, che fanno le UOVA (giuro). Quando io senza farmi vedere dai bambini le ho detto che sono le pecore, lei è andata a controllare sul vocabolario e si è corretta.
Ma stavolta, come ha detto la mamma, è stata una cosa di stomaco.
E poi se anche avessi detto alla collega di non farlo, di sicuro non l'avrebbe fatto cancellare e quei bambini sarebbero vissuti felici e contenti con le loro orride pronunce stampate sui quaderni.
Ma questo non è tutto: perché ieri, avendo un'altra supplenza sempre nella stessa classe, mi sono pure permessa di mettere in discussione la notizia che la preistoria non finisce con l'invenzione della scrittura (o, se preferiamo, che la storia non comincia quando l'uomo comincia a scrivere), per esempio per il fatto che molti popoli - vedi i nativi americani- non scrivono, ma non per questo sono preistorici...
Ma io non intendevo mica attaccare la mia povera collega di storia, che sicuramente è una maestra più efficace ed efficiente di me, col suo piccolo rassicurante cabottaggio...
Stamattina prima di andarmene ho parlato ai bambini dicendo loro che avrei parlato con la loro maestra di inglese (quella che mi supplisce), la quale scrivendo alla lavagna la pronuncia certamente avrà pensato di fare loro un favore, ma io so per esperienza che questa scorciatoia alla lunga non paga. Ho anche detto che, per quello che riguardava i nostri discorsi di storia, se le maestre dicono cose diverse non significa che una delle due sbagli, che capiterà loro un sacco di volte di trovare maestre, e professori, e libri che dicono cose diverse, e questo non significa che uno sia giusto e l'altro sbagliato... ma non mi pare di averli convinti.
Non lo so se con i miei figli riuscirò a fare questo, a salvare comunque e sopra tutto la figura dell'insegnante.
E poi gli alunni che si fanno delle domande, che mi mettono in discussione a me sono sempre piaciuti.
Nonostante questo, continuo a sentirmi a disagio e domani non posso parlare con la mia supplente perché non vado a scuola, e così avrò tutto il weekend per convivere con un mega senso di colpa. E pensare a cosa mai avranno detto i genitori dei bambini di quell'altra classe dove ho dato questo problema da risolvere:
la mamma vuole fare il pane. la ricetta dice che servono 500 g. di farina e 1 dl di olio. la mamma guarda nella dispensa e trova: 1 kg di farina e 5 cl di olio (lo so che è un dato assurdo, ma lì per lì non mi è venuto niente di meglio, questi avevano appena fatto le equivalenze...)
Riuscirà la mamma a fare il pane?
poveracci, mi hanno fatto pena.
sabato 24 maggio 2008
ancora sulla scrittura
una cosa che ho imparato con gli anni è che c'è sempre qualcosa da imparare, anche nelle cose che ti sembrano più stupide e banali (e probabilmente lo sono).
Per esempio ho appena finito il libro di John Fante 'Chiedi alla polvere' che ha la prefazione del mio amato Baricco, che con l'occasione fa una lezioncina sulla scrittura di cui voglio citare un pezzettino. Avrei benissimo potuto fare a meno di scrivere che era una cosa scritta da lui e spacciarla per mia, ma, essendo onesta dentro, non avrei sopportato il senso di colpa:
di sicuro si può capire una cosa: che la vita si disciplina nel racconto, e che scrivere è un modo di mettere ordine, di dar forma geometrica, di scandire tempi, di coniare sequenze. Con una cura maniacale, le mani dell'artigiano sgrossano il reale e gli danno la solidità, la coerenza, la maneggevolezza di qualcosa che la gente può impugnare, e usare, e passarsi di mano in mano. Poco altro potrebbe definire più esattamente il compito di chi scrive storie (mi raccomando notate la fine modestia del Bariccone).
Per esempio ho appena finito il libro di John Fante 'Chiedi alla polvere' che ha la prefazione del mio amato Baricco, che con l'occasione fa una lezioncina sulla scrittura di cui voglio citare un pezzettino. Avrei benissimo potuto fare a meno di scrivere che era una cosa scritta da lui e spacciarla per mia, ma, essendo onesta dentro, non avrei sopportato il senso di colpa:
di sicuro si può capire una cosa: che la vita si disciplina nel racconto, e che scrivere è un modo di mettere ordine, di dar forma geometrica, di scandire tempi, di coniare sequenze. Con una cura maniacale, le mani dell'artigiano sgrossano il reale e gli danno la solidità, la coerenza, la maneggevolezza di qualcosa che la gente può impugnare, e usare, e passarsi di mano in mano. Poco altro potrebbe definire più esattamente il compito di chi scrive storie (mi raccomando notate la fine modestia del Bariccone).
venerdì 23 maggio 2008
la realtà supera sempre l'immaginazione
ho cliccato ora il link al concorso di mamma tosta e quello che ho trovato è una cosa difficile da descrivere.
sinceramente, non mi piace sparare sulla croce rossa, ma vi prego: andate a vedere le foto (che senso ha mettere la propria faccia in primo piano, io proprio non lo so: forse pensano che si veda dalla faccia, se una è tosta o no, chissà) e soprattutto leggete le cronache delle sedicenti mamme toste.
non avete idea.
sinceramente, non mi piace sparare sulla croce rossa, ma vi prego: andate a vedere le foto (che senso ha mettere la propria faccia in primo piano, io proprio non lo so: forse pensano che si veda dalla faccia, se una è tosta o no, chissà) e soprattutto leggete le cronache delle sedicenti mamme toste.
non avete idea.
UNA PRECISAZIONE NECESSARIA
a farsi vedere poveri e coglioni si fa sempre in tempo, diceva in dialetto emiliano la nonna Clementina. E probabilmente aveva ragione. Ma io intanto ascoltavo Vasco: corri e/ fottitene dell'orgoglio/ ne ha rovinati più lui del petrolio.
Forse è anche per questo che racconto pezzi di vita a chiunque abbia tempo e voglia di mettersi ad ascoltare. Quello che faccio qui non è a una via di mezzo tra cronaca vera e uomini e donne prima maniera.
Io scrivo perché mi riesce bene, perché non so fare molto altro, perché è il mio modo per pensare. E' il mio modo di vedere la realtà, e quello di cui scrivo è … non vorrei essere fraintesa, ma in fondo è un pretesto. Che io racconti fatti realmente accaduti o no, in fondo, che importa?
Io faccio fiction, non cronaca. Sia chiaro: sto da sempre con Hemingway, che mi ripete, come a se stesso: "non preoccuparti: hai sempre scritto e scriverai ancora. Scrivi solo la frase più sincera che sai". La scrittura come esercizio di stile non mi interessa, non mi è mai interessata. Uno non può pensare che solo perché ha letto tanti libri, smonta e rimonta le storie come gli pare, sa scrivere bello e pulito allora prende un'idea tra le tante e ci confeziona un bel romanzetto, caro Baricco. Ma vai a fare le tue lezioni alla scuola Holden, ma ridacci i tuoi bei programmi sull'opera e la letteratura.
Ma non mi interessa neanche l'outing, lo sfogo senza mediazioni. per quello basta e avanza La cronaca di Cocuzza, o un video su youtube.
Io scrivo per sopravvivere, per provare a capire qualcosa di quello che succede dentro e fuori di me.
Forse è anche per questo che racconto pezzi di vita a chiunque abbia tempo e voglia di mettersi ad ascoltare. Quello che faccio qui non è a una via di mezzo tra cronaca vera e uomini e donne prima maniera.
Io scrivo perché mi riesce bene, perché non so fare molto altro, perché è il mio modo per pensare. E' il mio modo di vedere la realtà, e quello di cui scrivo è … non vorrei essere fraintesa, ma in fondo è un pretesto. Che io racconti fatti realmente accaduti o no, in fondo, che importa?
Io faccio fiction, non cronaca. Sia chiaro: sto da sempre con Hemingway, che mi ripete, come a se stesso: "non preoccuparti: hai sempre scritto e scriverai ancora. Scrivi solo la frase più sincera che sai". La scrittura come esercizio di stile non mi interessa, non mi è mai interessata. Uno non può pensare che solo perché ha letto tanti libri, smonta e rimonta le storie come gli pare, sa scrivere bello e pulito allora prende un'idea tra le tante e ci confeziona un bel romanzetto, caro Baricco. Ma vai a fare le tue lezioni alla scuola Holden, ma ridacci i tuoi bei programmi sull'opera e la letteratura.
Ma non mi interessa neanche l'outing, lo sfogo senza mediazioni. per quello basta e avanza La cronaca di Cocuzza, o un video su youtube.
Io scrivo per sopravvivere, per provare a capire qualcosa di quello che succede dentro e fuori di me.
martedì 20 maggio 2008
rientro a scuola
MS aveva ragione, come sempre. Non si può fare filosofia quando devi fare il bucato alla fontana per dieci persone.
E non è che adesso le cose siano tanto meglio.
Sono rientrata al lavoro giovedì e sono già distrutta. Non ho il tempo per dormire, figuriamoci per scrivere un post.
Stamattina non bastasse mi sono svegliata alle sei da un sogno affollatissimo, spossata. Mi sono rigirata nel letto fino all'ora di alzarmi, ho preparato i biberon, la mia colazione, mi sono stirata quello che mi dovevo mettere, l'ho messo e me ne sono andata a scuola. Due ore di supplenza in una prima, dove, oltre a spiegare l'ordine crescente e decrescente dei numeri, devo gestire una bambina che piange perché 'mi manca tanto mamma' e un conflitto di lunga data tra un 'bambino cattivo' e una perfida streghetta. Nel frattempo parte la sirena, oddio la prova di evacuazione, via in cortile con la fila, quella scema della mia sedicente collega non sa neanche contare fino a venti, vabbè, speriamo che in caso di emergenza sia a casa ammalata.
hanno cambiato la macchina del caffè e la mia chiavetta non va più bene, nessuno mi dice che è finito il latte e la cioccolata è una broda da buttare nel cesso insieme alle uniche monetine che avevo, ci sono i soliti tre bidelli che stazionano in guardiola, ma le facce sono diverse, la fotocopiatrice come sempre non funziona. Devo andare in segreteria, poi torno, parlo con un paio di colleghe, arrivano le dodici e trenta, via verso la macchina, a casa con la panda che sembra una barca soprattutto quando piove, arrivo e ingoio i pomodori con la mozzarella che mauro mi ha preparato, faccio la pappa a Bruno che non ne vuole sapere di mangiare e si spalma tutto sulla bavaglia, crisi di nervi, non ho tempo, gli preparo un biberon e corro a lavarmi i denti, lo carico in macchina e andiamo a Rieti dal dentista, due rampe col passeggino, poi di corsa a casa, macchè, dalla pediatra a farsi fare l'impegnativa per le analisi di Agostino, per fortuna che ce la caviamo presto, poi al nido a prendere Agostino, dai che piove, siamo a casa che ormai sono le sei, Agostino si è addormentato per fortuna così dò il latte a Bruno, lo cambio e gli faccio il bagnetto, preparo la cena per l'altro, mangio qualcosa anch'io, poi dopo l'aerosol a Bruno li metto tutti e due a letto… e finalmente rubo dieci minuti al sonno per scrivere sto post…..
intanto è arrivato Mauro. ma chi è che piange così? (vai a vedere, no?)
ci va.
LAURAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!
Da qui si scatena il finimondo.
Perché a me non me ne frega un cazzo di nessuno, venderei mio padre e mia madre per farmi i cazzi miei (????), SONO CATTIVA DENTRO.
Non bastasse tutto ciò, diluvia e io non posso neanche godermi una delle piccole grandi gioie della vita, un temporale al calduccio sotto il tetto di legno.
E non è che adesso le cose siano tanto meglio.
Sono rientrata al lavoro giovedì e sono già distrutta. Non ho il tempo per dormire, figuriamoci per scrivere un post.
Stamattina non bastasse mi sono svegliata alle sei da un sogno affollatissimo, spossata. Mi sono rigirata nel letto fino all'ora di alzarmi, ho preparato i biberon, la mia colazione, mi sono stirata quello che mi dovevo mettere, l'ho messo e me ne sono andata a scuola. Due ore di supplenza in una prima, dove, oltre a spiegare l'ordine crescente e decrescente dei numeri, devo gestire una bambina che piange perché 'mi manca tanto mamma' e un conflitto di lunga data tra un 'bambino cattivo' e una perfida streghetta. Nel frattempo parte la sirena, oddio la prova di evacuazione, via in cortile con la fila, quella scema della mia sedicente collega non sa neanche contare fino a venti, vabbè, speriamo che in caso di emergenza sia a casa ammalata.
hanno cambiato la macchina del caffè e la mia chiavetta non va più bene, nessuno mi dice che è finito il latte e la cioccolata è una broda da buttare nel cesso insieme alle uniche monetine che avevo, ci sono i soliti tre bidelli che stazionano in guardiola, ma le facce sono diverse, la fotocopiatrice come sempre non funziona. Devo andare in segreteria, poi torno, parlo con un paio di colleghe, arrivano le dodici e trenta, via verso la macchina, a casa con la panda che sembra una barca soprattutto quando piove, arrivo e ingoio i pomodori con la mozzarella che mauro mi ha preparato, faccio la pappa a Bruno che non ne vuole sapere di mangiare e si spalma tutto sulla bavaglia, crisi di nervi, non ho tempo, gli preparo un biberon e corro a lavarmi i denti, lo carico in macchina e andiamo a Rieti dal dentista, due rampe col passeggino, poi di corsa a casa, macchè, dalla pediatra a farsi fare l'impegnativa per le analisi di Agostino, per fortuna che ce la caviamo presto, poi al nido a prendere Agostino, dai che piove, siamo a casa che ormai sono le sei, Agostino si è addormentato per fortuna così dò il latte a Bruno, lo cambio e gli faccio il bagnetto, preparo la cena per l'altro, mangio qualcosa anch'io, poi dopo l'aerosol a Bruno li metto tutti e due a letto… e finalmente rubo dieci minuti al sonno per scrivere sto post…..
intanto è arrivato Mauro. ma chi è che piange così? (vai a vedere, no?)
ci va.
LAURAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!
Da qui si scatena il finimondo.
Perché a me non me ne frega un cazzo di nessuno, venderei mio padre e mia madre per farmi i cazzi miei (????), SONO CATTIVA DENTRO.
Non bastasse tutto ciò, diluvia e io non posso neanche godermi una delle piccole grandi gioie della vita, un temporale al calduccio sotto il tetto di legno.
martedì 13 maggio 2008
AAA CERCASI MAMMA TOSTA
Nella solita newsletter pubblcitaria del sito Quimamme che ho già citato troppo arriva il concorso per la mamma più tosta d'Italia. Avevo già in mente di scrivere qualcosa su questa pubblicità che da qualche tempo è riapparsa sullo schermo, mi riferisco a quella delle mamme metropolitane che fanno l'haka, la danza guerriera che gli all blacks, i giocatori neozelandesi di rugby, fanno prima di una partita per caricarsi e prepararsi alla battaglia. adesso il rugby va di moda, per cui più o meno tutti dovrebbero sapere cosa stanno facendo quelle pazze furiose in mezzo alla strada. Quasi nessuno secondo me si ricorda cosa pubblicizzano, ma questo è un problema di marchionne , non mio.
il fatto è che per aumentare le vendite del prodotto misterioso, hanno pensato bene di fare sto concorso per mamme toste: io aspirante mamma tostissima dovrei mandare un resoconto con foto di una giornata da mamma tosta, e poi farmi votare. le tre più votate hanno diritto a un servizio speciale tutto per loro. wow.
forse la prima vince anche un'idea, devo controllare.
io questa teoria secondo cui per essere una brava mamma devi avere anche i coglioni non la sopporto. è antifemminile e antifemminista. e tutte le brave mamme a essere orgogliose di essere stanche morte ma di farcela comunque. orgogliose? Incazzate, capirei, ma orgogliose...
l'altro giorno ho trovato una mia amica 'ragazza madre'. Fa ridere entrambe perché ha la mia età, ma per legge lei è e resterà fino alla morte una ragazza madre. Le dico che sono stanca ecc. e che non so lei come abbia fatto da sola ecc. e lei mi fa: però quando saranno grandi e si arrangeranno, tutto questo sarà solo merito tuo, pensa che soddisfazione. Io sono rimasta assolutamente interdetta perché, conoscendola, avrebbe dovuto essere una battuta, ma dal tono non lo era affatto. non lo era, infatti.
il fatto è che per aumentare le vendite del prodotto misterioso, hanno pensato bene di fare sto concorso per mamme toste: io aspirante mamma tostissima dovrei mandare un resoconto con foto di una giornata da mamma tosta, e poi farmi votare. le tre più votate hanno diritto a un servizio speciale tutto per loro. wow.
forse la prima vince anche un'idea, devo controllare.
io questa teoria secondo cui per essere una brava mamma devi avere anche i coglioni non la sopporto. è antifemminile e antifemminista. e tutte le brave mamme a essere orgogliose di essere stanche morte ma di farcela comunque. orgogliose? Incazzate, capirei, ma orgogliose...
l'altro giorno ho trovato una mia amica 'ragazza madre'. Fa ridere entrambe perché ha la mia età, ma per legge lei è e resterà fino alla morte una ragazza madre. Le dico che sono stanca ecc. e che non so lei come abbia fatto da sola ecc. e lei mi fa: però quando saranno grandi e si arrangeranno, tutto questo sarà solo merito tuo, pensa che soddisfazione. Io sono rimasta assolutamente interdetta perché, conoscendola, avrebbe dovuto essere una battuta, ma dal tono non lo era affatto. non lo era, infatti.
FESTA DELLA MAMMA
Mi sveglio alle sette e mezza e comincio a pensare a tutte le cose che potrei fare se mi alzassi subito in quell'ora libera prima del risveglio dei vari uomini che vivono con me. Mentre faccio questi pensieri suona la sveglia di Mauro che voleva alzarsi presto per finire di tagliare l'erba fuori. Sto ancora pensando a cosa potrei scrivere nel prossimo post che Agostino si sveglia prima del solito reclamando Atte! Atte!. Mauro va a prepararglielo e quando torna è sveglio anche Bruno. Addio ora d'aria. Dopo aver cambiato i marmocchi, scendo a prepararmi la colazione (wow, Mauro mi ha messo il bollitore sul fuoco). Stendo una lavatrice, svuoto una lavastoviglie e la riempio di nuovo, poi pelo gli asparagi, preparo le verdure per la pappa di Bruno, tiro fuori l'asparagera (ci vorrà la i? boh), cuocio gli asparagi e le uova, pulisco le fragole, monto la panna. Frullo le verdure per Bruno, gli preparo la pappa e glirla do cercando di non spalmarla tutta sull'asciugapiatti che uso come bavaglia, preparo la tavola e scaldo la pasta per Agostino, gliela dò, il secondo non lo vuole, non ho capito che Mauro è uscito di nuovo e continuo a chiamarlo su per le scale, quando finalmente rientra gronda sudore e pezzetti d'erba falciata, io comincio a mangiare da sola perché ho fame, parte il gran premio, Agostino fissa estatico le macchine in pista. Nel pomeriggio riesco a scrivere quei due post che ho elaborato stamattina, li pubblico, mentre Agostino guarda per l'ennesima volta Wallace e Gromit in "A close shave", una videocassetta della oxford per intermediate students of English e come ogni volta partecipa appassionatamente urlando nei momenti clou; Laura sta per piovere! Sì sì, arrivo, finisco questo e arrivo… Laura pioveee! Ok, vengo! E vado a ritirare la biancheria asciutta, tra poco è ora di andare a messa, preparo i due pargoli, li carichiamo in macchina, carichiamo il passeggino, dai che è tardi, è Pentecoste, poi a casa, stasera risotto con gli asparagi, per Agostino quello che non ha mangiato oggi a pranzo, accendi c'è il commissario De Luca (che fortuna, si vede solo il primo canale) poi sul vasino, il pigiamino intanto che c'è la pubblcità; l'ultima biberon a Bruno, ma quando finisce sto De Luca, sono le undici e mezza, dai, a nanna, bisogna ancora lavare i biberon e metterli nello sterilizzatore, finalmente è domani, buonanotte, mamma.
domenica 11 maggio 2008
lo scaffale della mamma snaturata 2. REGOLE E AUTOSTIMA
Seligman nel suo libro fa un breve excursus storico del movimento dell'autostima e cita lo studio dello psicologo Stanley Coopersmith. Quello che mi interessa è
la valutazione della prassi educativa dei genitori. Nel suo studio, Coopersmith "giunse a una sorprendente e sgradevolmente obsoleta scoperta circa le origini dell'autostima: più chiare erano state le regole e i limiti imposti dai genitori, più alta era l'autostima dei loro figli. Più libertà aveva avuto il bambino, più bassa era la sua autostima." E non aggiungo altro.
la valutazione della prassi educativa dei genitori. Nel suo studio, Coopersmith "giunse a una sorprendente e sgradevolmente obsoleta scoperta circa le origini dell'autostima: più chiare erano state le regole e i limiti imposti dai genitori, più alta era l'autostima dei loro figli. Più libertà aveva avuto il bambino, più bassa era la sua autostima." E non aggiungo altro.
lo scaffale della mamma snaturata 1. LA RICERCA DELLA FELICITÀ
Sto leggendo "Come crescere un bambino ottimista" di Martin E. P. Seligman. L'autore ha messo a punto un programma di prevenzione della depressione che lui chiama 'immunizzazione psicologica". Sono ancora al capitolo quattro di quindici e già ho imparato molte cose. In questo capitolo 4 parla del movimento dell'autostima americano, che lui critica con decisione in quanto ha puntato tutto su uno dei due aspetti dell'autostima, il SENTIRSI BENE, enfatizzando quindi solo l'aspetto 'emotivo', cosa questa che è piaciuta moltissimo agli americani. Il fallimento di quarant'anni di pedagogia dell'autostima sta tutto, per Seligman, nell'aver confuso la causa con l'effetto: "non esistono tecniche efficaci per insegnare a sentirsi bene se prima non si insegna a «FARE BENE». I sentimenti di autostima in particolare, e di felicità in generale, sono semplici conseguenza del saper affrontare le sfide della vita, del lavorare a qualcosa di gratificante, del saper vincere la frustrazione e la noia e del saper conseguire i propri obiettivi. Il sentimento di autostima è un effetto del «fare bene».Una volta che si è instaurato in un bambino, il sentimento di autostima suscita ulteriori successi. (…) ma tentare di acquisire direttamente l'aspetto emotivo dell'autostima – il «sentirsi bene» - prima di acquisire un buon rapporto col mondo, significa confondere i mezzi col fine. (…) ".
Citando Aristotele, Seligman ci ricorda che "la felicità non è uno stato emotivo separabile, e non può essere ottenuta se non come parte integrante di un'azione giusta".
sabato 10 maggio 2008
SOS tata 1. Ai bambini le regole piacciono (forse più che ai loro genitori)§
Non so se avete mai visto il programma SOS tata su La7. Ci sono dei genitori disperati che chiedono l'aiuto della tata perché non riescono a gestire i figli. Sembrano delle bestie furiose, dei piccoli delinquenti, dei tiranni. Dopo l'intervento della fatina-tata, che dura una settimana, si trasformano in docili e affettuosi agnellini. A volte la trasformazione sembra veramente un miracolo. In sostanza, la tata fa due tipi di interventi: in questo post parlo del primo, che è quello di stabilire delle semplici regole che vengono scritte e anche affisse in vari punti della casa. Sono regole che possono sembrare scontate, tipo: a tavola non si gioca, ci si alza da tavola quando tutti hanno finito, non si esce senza permesso, non si tirano le cose in testa agli altri... ma che i genitori non sono stati in grado di imporre, presumo perchè convinti che i bambini siano troppo piccoli per capire, o che sia necessario spiegare sempre tutto (il che in generale mi trova abbastanza d'accordo, ma bisogna tener conto del modo di ragionare dei bambini, che è molto diverso da quello degli adulti) o perché ritengono inconsciamente che porre delle regole sia in qualche modo una violenza fatta al bambino (forse perché loro per primi sentono le regole come una violenza).
Invece i bambini hanno bisogno di regole. Più sono chiare, semplici e nette, meglio è. Si stanno costruendo e hanno bisogno di un'impalcatura robusta a cui ancorarsi. Quando avranno fatto le fondamenta e i pilastri principali, decideranno loro dove mettere i muretti e che colore dare alle pareti.La cosa sconvolgente è che i bambini in questione sembrano assetati di regole, e non appena queste vengono formalizzate tendono spontaneamente a rispettarle senza mai chiedere spiegazioni. L'errore successivo che molti genitori fanno e che la tata deve correggere è di concedere deroghe ed eccezioni all'infrazione della regola, perché il bambino capisce al volo che a quel punto la regola non esiste più. La regola deve essere univoca, non ambigua, altrimenti non funziona.
Qualcosa del genere succede quando Agostino prende il cellulare di Mauro per giocarci (e poi regolarmente fa cadere per terra). Non si può incazzarsi quando il cellulare non funziona più, non bisogna darglielo e basta.
Infatti il mio non glielo dò. Che mamma crudele e poco comprensiva!!!
giovedì 8 maggio 2008
venerdì 2 maggio 2008
LA COERENZA DELLE PICCOLE COSE 1. chiudere il blog?
“Ho sempre cercato di essere 'vero', convinto che questa è la prima chiamata”
dal testamento spirituale di don Silvano, il mio parroco, morto due anni fa.
Ho trovato la sua foto in chiesa domenica, e questa frase mi risuona continuamente in testa perché è il leit motiv della mia vita.
In questi giorni le mie amiche sono state più o meno concordi sul consigliarmi di chiudere questo blog. Soltanto una mi ha detto che il problema non è blog sì o no. Infatti.
Essere fedele almeno a me stessa. Sotto le righe, mai fuori. Ho perseguito con stupida tenacia la mia piccola strada cercando di essere se non vera, almeno sincera. Conducendo le mie insignificanti battaglie da don quijote contro il rispetto umano e il perbenismo, le idee dei più, tra mille cedimenti e distrazioni, puntando sempre alla sostanza, anche se spesso sono rimasta alla superficie. Preferendo sempre più spesso di no. Una cara amica mi ha detto che le sembro fuori dal tempo. Lo considero un complimento, o meglio un riconoscimento del mio percorso di perdente alla ricerca della mia verità.
In effetti non sono una mamma per caso. Sono mamma per coerenza, per fedeltà al mio essere. Ho fatto l'amore con mio marito, sono rimasta incinta, penso anche di essermi accorta quando è successo. Si direbbe che mi sono affidata al caso, ma io sono una di quelli che crede che il caso non esiste.
dal testamento spirituale di don Silvano, il mio parroco, morto due anni fa.
Ho trovato la sua foto in chiesa domenica, e questa frase mi risuona continuamente in testa perché è il leit motiv della mia vita.
In questi giorni le mie amiche sono state più o meno concordi sul consigliarmi di chiudere questo blog. Soltanto una mi ha detto che il problema non è blog sì o no. Infatti.
Essere fedele almeno a me stessa. Sotto le righe, mai fuori. Ho perseguito con stupida tenacia la mia piccola strada cercando di essere se non vera, almeno sincera. Conducendo le mie insignificanti battaglie da don quijote contro il rispetto umano e il perbenismo, le idee dei più, tra mille cedimenti e distrazioni, puntando sempre alla sostanza, anche se spesso sono rimasta alla superficie. Preferendo sempre più spesso di no. Una cara amica mi ha detto che le sembro fuori dal tempo. Lo considero un complimento, o meglio un riconoscimento del mio percorso di perdente alla ricerca della mia verità.
In effetti non sono una mamma per caso. Sono mamma per coerenza, per fedeltà al mio essere. Ho fatto l'amore con mio marito, sono rimasta incinta, penso anche di essermi accorta quando è successo. Si direbbe che mi sono affidata al caso, ma io sono una di quelli che crede che il caso non esiste.
FRATELLI D'ITALIA.C'era una volta il sistema sanitario nazionale 3
come quasi ogni volta che veniamo dai nonni, Agostino si è ammalato. Pipì puzzolente e febbre: anche la madre snaturata capisce che ci dev'essere un'infezione alle vie urinarie, lo conferma anche la pediatra. Cercando una conferma, scelgo l'ospedale più vicino e meno affidabile per fare uno stick urine. Arriviamo alle quattro e mezza. L'infermiera ci fa accomodare in una stanzetta per mettere il sacchettino e misurare la febbre: 38.
Esco nel corridoio con Agostino in braccio per tornare in sala d'attesa e intercettiamo un dottore africano che mi fa: Come va? Sta meglio? Io faccio finta di non accorgermi che è rincoglionito e gli dico che siamo appena arrivati e forse ha un'infezione, lui se ne va bofonchiando qualcosa.
Dopo mezz'ora in cui non succede niente, e dopo mia richiesta, finalmente l'infermiera ci dà un bicchierone di tè e in un attimo si materializza un po' di pipì. Evidentemente fare uno stick richiede più tempo di quello che pensavo. Finalmente ci fanno entrare e indovinate che dottore ci tocca? Dopo aver auscultato con profonda concentrazione Agostino e aver visto gola e orecchie, mi dice che sì, dallo stick si vede qualcosa, ma è difficile collegarlo alla febbre. intanto parte la sigla del tg5, è il cellulare del doc.
Abdullaààah hahh bdulaah gdaàaàa htàga bdu àààà...
mi scrive la lettera di dimissioni continuando l'amena conversazione e finalmente ci dimette con una diagnosi di infezione alle alte vie respiratorie e la prescrizione dell'antibiotico. Firmato XXXXX Ibrahim.
Sono le sette meno venti.
Per fortuna che da basso ci sono i giochi che piacciono tanto ad Agostino, il pomeriggio non è passato invano...
Esco nel corridoio con Agostino in braccio per tornare in sala d'attesa e intercettiamo un dottore africano che mi fa: Come va? Sta meglio? Io faccio finta di non accorgermi che è rincoglionito e gli dico che siamo appena arrivati e forse ha un'infezione, lui se ne va bofonchiando qualcosa.
Dopo mezz'ora in cui non succede niente, e dopo mia richiesta, finalmente l'infermiera ci dà un bicchierone di tè e in un attimo si materializza un po' di pipì. Evidentemente fare uno stick richiede più tempo di quello che pensavo. Finalmente ci fanno entrare e indovinate che dottore ci tocca? Dopo aver auscultato con profonda concentrazione Agostino e aver visto gola e orecchie, mi dice che sì, dallo stick si vede qualcosa, ma è difficile collegarlo alla febbre. intanto parte la sigla del tg5, è il cellulare del doc.
Abdullaààah hahh bdulaah gdaàaàa htàga bdu àààà...
mi scrive la lettera di dimissioni continuando l'amena conversazione e finalmente ci dimette con una diagnosi di infezione alle alte vie respiratorie e la prescrizione dell'antibiotico. Firmato XXXXX Ibrahim.
Sono le sette meno venti.
Per fortuna che da basso ci sono i giochi che piacciono tanto ad Agostino, il pomeriggio non è passato invano...
lunedì 28 aprile 2008
eco-mamme
non so come mi arriva la newsletter dal sito Quimamme, sedicente portale n.1 per le mamme in Italia. Non ci sono mai andata perché la newsletter di solito è costituita di pubblicità, concorsi e simili.
Stavolta mi chiedono se sono una ECO-MAMMA (sì, euro 4) e se voglio raccontarlo nel forum. Andateci, può essere istruttivo:
http://quimamme.corriere.it/forum/viewtopic.php?t=48.
A me la cosa che mi ha interessato è che in America le suddette sono chiamate gorettes, una parola che mi fa pensare al francese gorets, 'maialini' . Ovviamente mi è venuto in mente il profeta dell'ecologia Al Gore, ma speravo di sbagliarmi, invece no.
Ecologiste, vegetariane, portano i figli a scuola a piedi o in bicicletta, comprano giocattoli di legno e materiali naturali, riciclano tutto. che brave.
Stavolta mi chiedono se sono una ECO-MAMMA (sì, euro 4) e se voglio raccontarlo nel forum. Andateci, può essere istruttivo:
http://quimamme.corriere.it/forum/viewtopic.php?t=48.
A me la cosa che mi ha interessato è che in America le suddette sono chiamate gorettes, una parola che mi fa pensare al francese gorets, 'maialini' . Ovviamente mi è venuto in mente il profeta dell'ecologia Al Gore, ma speravo di sbagliarmi, invece no.
Ecologiste, vegetariane, portano i figli a scuola a piedi o in bicicletta, comprano giocattoli di legno e materiali naturali, riciclano tutto. che brave.
sabato 26 aprile 2008
Ritorno al nord
Ieri sono tornata al nord per un periodo di vacanza. Non mi sembra ancora vero di avere mia madre che mi cambia i bambini, fa da mangiare, è felice di guardarli se esco a fare spese.
Il viaggio è stato allucinante. Mauro è rimasto a casa, così e per aiutarmi coi bambini è gentilmente venuto da Padova lo zio Isacco. Che però è al momento senza patente.
Il viaggio Roma nord - Muzzolon di per sé non è così terribile, ma se hai due bambini dietro che devono mangiare e essere cambiati un paio di volte lungo la strada la cosa si fa pesante. Se poi la tua macchina con impianto gpl non va, ci sono quaranta gradi perché è una meravigliosa giornata di sole, ed essendo venerdì 25 aprile tutti vogliono godersela fuori casa, la temperatura dell'acqua sale inesorabilmente e non ci sono piazzole di sosta, la cosa si fa decisamente drammatica. Insomma siamo partiti all'una da casa mia e alle tre passate siamo faticosamente riusciti ad uscire a Magliano Sabina, un cinquanta chilometri più avanti. Sosta, latte a Bruno, scivolo e altalena al povero Agostino che non voleva più stare nel suo seggiolino, pieno di acqua al radiatore -che ho cambiato da un mese- e ripartiamo. Siamo arrivati, con un altro paio di soste, alle dieci e mezza.
Il viaggio è stato allucinante. Mauro è rimasto a casa, così e per aiutarmi coi bambini è gentilmente venuto da Padova lo zio Isacco. Che però è al momento senza patente.
Il viaggio Roma nord - Muzzolon di per sé non è così terribile, ma se hai due bambini dietro che devono mangiare e essere cambiati un paio di volte lungo la strada la cosa si fa pesante. Se poi la tua macchina con impianto gpl non va, ci sono quaranta gradi perché è una meravigliosa giornata di sole, ed essendo venerdì 25 aprile tutti vogliono godersela fuori casa, la temperatura dell'acqua sale inesorabilmente e non ci sono piazzole di sosta, la cosa si fa decisamente drammatica. Insomma siamo partiti all'una da casa mia e alle tre passate siamo faticosamente riusciti ad uscire a Magliano Sabina, un cinquanta chilometri più avanti. Sosta, latte a Bruno, scivolo e altalena al povero Agostino che non voleva più stare nel suo seggiolino, pieno di acqua al radiatore -che ho cambiato da un mese- e ripartiamo. Siamo arrivati, con un altro paio di soste, alle dieci e mezza.
FRATELLI D'ITALIA. C'era una volta il sistema sanitario nazionale 2
Anche stare nel Lazio ha i suoi vantaggi. Per esempio, nei consultori trovi anche un pediatra. Al nord no. Almeno, non nell'alto vicentino. quando dovevo fare il controllo del primo mese ad Agostino stavo ancora da mia madre. Dopo varie telefonate ai consultori di mezza provincia, ho scoperto grazie alla pediatra del nido dell'ospedale che esisteva un ambulatorio pediatrico, e sono andata a fare la visita. Trovandomi di nuovo al nord con Agostino malato, ho telefonato per prenotarmi e l'impiegata mi fa: ma lei non ha il pediatra? Sì, ma sta a 600 chilometri di distanza!
e l'altra: se ha già il pediatra lei signora HA DIRITTO SOLO ALLA VISITA A PAGAMENTO.
e vorrei vedere.
Invece quando sono andata a fare il vaccino a Bruno Mario, il pediatra che fa i vaccini, dopo una breve conversazione sulla via crucis alimentare del mio povero figlio in cui ha dato en passant dell'ottusa alla mia pediatra perché non ha colto subito i segnali di allergia al latte di vacca e non l'ha sostituito subito con quello di soia, mi ha scritto una pappa uguale a quella che mi aveva dato lei dicendoli che lui c'è ogni mercoledì, gratis e senza appuntamento, al consultorio.
ora, la madre snaturata pensa che sulle allergie esistano due scuole di pensiero: quella che alle prime avvisaglie toglie subito il latte e ogni derivato, e quella che invece preferisce stare a vedere, se la cosa non è drammatica. La mia pediatra è della seconda, e anch'io.
Comunque, sentire un'altra campana può essere utile, a volte.
e l'altra: se ha già il pediatra lei signora HA DIRITTO SOLO ALLA VISITA A PAGAMENTO.
e vorrei vedere.
Invece quando sono andata a fare il vaccino a Bruno Mario, il pediatra che fa i vaccini, dopo una breve conversazione sulla via crucis alimentare del mio povero figlio in cui ha dato en passant dell'ottusa alla mia pediatra perché non ha colto subito i segnali di allergia al latte di vacca e non l'ha sostituito subito con quello di soia, mi ha scritto una pappa uguale a quella che mi aveva dato lei dicendoli che lui c'è ogni mercoledì, gratis e senza appuntamento, al consultorio.
ora, la madre snaturata pensa che sulle allergie esistano due scuole di pensiero: quella che alle prime avvisaglie toglie subito il latte e ogni derivato, e quella che invece preferisce stare a vedere, se la cosa non è drammatica. La mia pediatra è della seconda, e anch'io.
Comunque, sentire un'altra campana può essere utile, a volte.
giovedì 24 aprile 2008
I MAMMI ESISTONO 3
Oggi è una brutta giornata, anzi no: è una giornata meravigliosa, dopo tante di pioggia, sono uscita a stendere i panni e sono rimasta in canottiera. È una brutta giornata per me, di quelle in cui anche il sarcasmo è una maschera troppo stretta.
Anche stanotte ho dormito poco, gli occhi mi bruciano e sono stanca. Porto Agostino al nido e come al solito mi devo sorbire la solita nenia piagnucolante "pa-pàaa, pa-pàaa, papàaa" durante la strada e quando l'ho lasciato, in lacrime, tra le braccia dell'assistente. Questo è direi la conseguenza più sgradevole dell'essere una madre snaturata.
Anche stanotte ho dormito poco, gli occhi mi bruciano e sono stanca. Porto Agostino al nido e come al solito mi devo sorbire la solita nenia piagnucolante "pa-pàaa, pa-pàaa, papàaa" durante la strada e quando l'ho lasciato, in lacrime, tra le braccia dell'assistente. Questo è direi la conseguenza più sgradevole dell'essere una madre snaturata.
Per il mammo il fatto che Agostino voglia sempre e solo lui è normale, anzi è giustificato dal fatto che quando io ho dovuto tornare a lavorare, era lui che ogni mattina doveva prepararlo e portarlo al nido, e poi lo metteva a letto quando tornava la sera. Sarà davvero questo il motivo? Può anche darsi, e il fatto che ormai sia successo e non sia più possibile rimediare mi angoscia ulteriormente. In ogni caso, lui non riesce a capire la mia frustrazione di madre che lascia il figlio piangente al nido che urla 'pa-pàaaa pa-pàaaa', va a prenderlo e si sente chiedere come prima cosa pa-pà, pa-pà', gli fa il bagno, lo veste, lo cambia, gli pulisce il sedere - cosa che a volte, vi assicuro, non è la cosa più agevole e piacevole del mondo, quando per esempio pannolino, sedere, cacca e body di lana hanno ormai costituito un tutt'uno , soprattutto in considerazione del fatto che per togliere il body-cacca devi necessariamente passare per la testa-, gli prepara la pappa, gli lava e gli stira i vestitini, gli compra le videocassette dei teletubbies che gli piacciono tanto, cerca su internet i pupazzetti da colorare e ritagliare dei suddetti teletubbies, gli fa fare i disegni coi colori a dita, gioca a nascondino con lui, gli canta fino alla nausea e, a differenza della maggior parte delle mamme, in modo perfettamente intonato le sue canzoncine preferite, tutto per sentirsi continuamente dire
'papàaaa papàaaa''papàaaa papàaaa''papàaaa papàaaa''papàaaa papàaaa''papàaaa papàaaa''papàaaa papàaaa''papàaaa papàaaa''papàaaa papàaaa''papàaaa papàaaa''papàaaa papàaaa''papàaaa papàaaa''papàaaa papàaaa''papàaaa papàaaa''papàaaa papàaaa''papàaaa papàaaa''papàaaa papàaaa''papàaaa papàaaa''papàaaa papàaaa''papàaaa papàaaa''papàaaa papàaaa''papàaaa papàaaa''papàaaa papàaaa''papàaaa papàaaa''papàaaa papàaaa''papàaaa papàaaa''papàaaa papàaaa''papàaaa papàaaa''papàaaa papàaaa''papàaaa
mercoledì 23 aprile 2008
FRATELLI D'ITALIA. C'era una volta il sistema sanitario nazionale 1
Oggi finalmente sono andata a fare la prima vaccinazione a Bruno. Di solito si fa a tre mesi e lui ne ha cinque, ma come sanno anche le madri snaturate come me, se un bambino non sta bene, il vaccino non s'ha da fare. E mi sono incazzata di nuovo. Mi era già successo quando, trovandomi al nord per partorire il mio secondo figlio, ho portato il primo a fare la trivalente (morbillo, parotite, rosolia). Perché se sei veneto quando vai a fare il vaccino ti fanno una anamnesi che non finisce più, i nonni sono vivi o morti, e di che, e che allergie avete in famiglia, e che deodorante per le ascelle usate, insomma: tutto. Dopodichè ti fanno la trivalente, che è obbligatoria, e la varicella, che non è obbligatoria, gratis. Se invece, come noi pezzenti, sei laziale, l'antivaricella non te la fanno, perché non è prevista dal tuo piano regionale. Oggi chiedo al pediatra che ha vaccinato Bruno Mario quanto costa, e la 'partecipazione' (leggi 'ticket') costa più di 40 euro. La varicella per me è una malattia bruttissima come tutte quelle schifezze della famiglia degli herpes. Bastasse il fatto che, se l'hai avuta, è possibile che da vecchio ti venga il fuoco di sant'Antonio, malattia dal nome pittoresco ma dagli esiti spesso invalidanti - non vederci più bene, per esempio. Quei virus bastardi si piazzano lì e se ne stanno buoni buoni finché gli gira.
Ma questa, mi ha detto oggi il dottore, non è una priorità.
In compenso in Veneto, se sei uno di quei genitori fissati contro i vaccini (secondo alcuni sono la rovina dell'uomo, vedi il sito http://www.disinformazione.it/vaccinazioni.htm) puoi fare a meno di fare anche quelli obbligatori.
Concludo con una nota d'orgoglio (che è pure un segreto da campionato di supermamme): durante la vaccinazione ho fatto annusare a Bruno Mario un fazzolettino profumato. In questo modo l'ho 'distratto' dalla puntura e non ha praticamente pianto. Questa cosa si chiama 'distrazione sensoriale' e l'ho imparata al nido dell'ospedale quando è nato Agostino. Anzi, devo dare atto a mio marito (della serie: i mammi esistono 2) che è stato lui a memorizzare questa cosa e a ricordarmela in occasione della vaccinazione. Così, quando siamo usciti, una mamma fa a quella che stava entrando tutta preoccupata: ma guarda che mica tutti piangono! Lui per esempio non ha pianto penniente! E io, ridendo sotto i baffi, me ne sono andata col mio pupetto mezzo addormentato in braccio.
Ma questa, mi ha detto oggi il dottore, non è una priorità.
In compenso in Veneto, se sei uno di quei genitori fissati contro i vaccini (secondo alcuni sono la rovina dell'uomo, vedi il sito http://www.disinformazione.it/vaccinazioni.htm) puoi fare a meno di fare anche quelli obbligatori.
Concludo con una nota d'orgoglio (che è pure un segreto da campionato di supermamme): durante la vaccinazione ho fatto annusare a Bruno Mario un fazzolettino profumato. In questo modo l'ho 'distratto' dalla puntura e non ha praticamente pianto. Questa cosa si chiama 'distrazione sensoriale' e l'ho imparata al nido dell'ospedale quando è nato Agostino. Anzi, devo dare atto a mio marito (della serie: i mammi esistono 2) che è stato lui a memorizzare questa cosa e a ricordarmela in occasione della vaccinazione. Così, quando siamo usciti, una mamma fa a quella che stava entrando tutta preoccupata: ma guarda che mica tutti piangono! Lui per esempio non ha pianto penniente! E io, ridendo sotto i baffi, me ne sono andata col mio pupetto mezzo addormentato in braccio.
martedì 22 aprile 2008
EFFETTO MOZART?
Mi scuso per il lungo silenzio, ma lo scorso week-end si è rivelato più impegnativo del previsto. Rimedio con questo mega-post sull'effetto Mozart.
Da quando è nato, Agostino ascolta solo Mozart. Ascoltava, in verità, perché adesso vuole solo e sempre la calimero dance, tra noi affettuosamente come il 'cococò'.
Come sia potuta accadere una simile degenerazione di gusto estetico io davvero non lo so.Ma non divaghiamo. Prima che su Agostino, avevo già sperimentato il cosiddetto 'effetto Mozart' sui miei alunni di terza elementare, con scarsissimi risultati se non quello di far ascoltare un po' di buona musica e insegnare che Mozart non è solo il nome di una palla di cioccolato e marzapane.
Di seguito posto una mia rudimentale traduzione di un articolo che potete leggere in originale, insieme ad altri molto interessanti, cliccando sul link sotto. Avevo chiesto l'autorizzazione al doc Chudler, ma non mi ha risposto, e chi tace acconsente.
* COS'E' L'EFFETTO MOZART
Diversi anni fa fu effettuato un esperimento che sembrava dimostrare che l'ascolto della musica classica può migliorare la memoria.
Questo effetto è stato conosciuto come 'effetto mozart' perché la selezione musicale che sembrava incrementare la memoria era un brano di Wolfang Amadeus Mozart. Molte persone lessero di questo esperimento in riviste popolari e giornali e pensarono che ascoltare musica classica potesse essere un buon modo per migliorare la memoria e sviluppare l'intelligenza. Ma guardiamo un po' più da vicino l'esperimento originale ed altri sulla sua scia.
* L'ESPERIMENTO ORIGINALE
L'esperimento originale fu pubblicato sulla rivista Nature da scienziati dell'università di California ad Irvin nel 1993. Questi scienziati sottoposero studenti universitari ai seguenti ascolti per dieci minuti:
• Mozart, Sonata per due pianoforti in Re maggiore
• nastro di musica rilassante o, in alternativa,
• silenzio
Immediatamente dopo ogni ascolto agli studenti veniva somministrato un test sulle competenze spaziali. I risultati mostrarono che i punteggi ottenuti dagli studenti dopo l'ascolto di Mozart erano migliori di quelli ottenuti dopo l'ascolto del nastro rilassante o del silenzio.
Purtroppo i ricercatori trovarono che gli effetti della musica duravano al massimo 10-15 minuti. Tuttavia, questi ricercatori erano convinti che la memoria migliorasse perché la musica e le abilità spaziali condividono gli stessi 'percorsi' nel cervello. Perciò, essi pensavano, l'ascolto musicale fungeva da 'riscaldamento' del cervello per il successivo test di ragionamento spaziale.
* TUTTI I SUCCESSIVI ESPERIMENTI HANNO PERO' NEGATO L'ESISTENZA DELL'EFFETTO
In seguito al hanno provato ad usare la musica di Mozart per incrementare la memoria, ma hanno fallito.
Per esempio, un gruppo di scienziati usò un test in cui gli studenti dovevano ascoltare una lista di numeri e ripeterla all'inverso. Ascoltare Mozart prima di questo test non ha avuto effetto alcuno sugli studenti. Apparentemente l'effetto Mozart dipende da che tipo di test viene usato.
Altri ricercatori hanno detto che l'esperimento originale sull'effetto Mozart non era corretto in quanto:
1. solo pochi studenti erano stati testati
2. era possibile che non fosse l'ascolto di mozart a incrementare la memoria, ma che il silenzio o i suoni rilassanti la danneggiassero.
In un altro tentativo di dimostrare l'effetto Mozart, ricercatori dell'Appalachian State University nel 1999 giunsero alla conclusione che era impossibile dimostrare che l'ascolto di Mozart avesse un qualche effetto sulle prestazioni di ragionamento spaziale.
Alcuni ricercatori hanno anche testato l'effetto Mozart sulle scimmie. Le scimmie dovevano ascoltare per 15 Mozart prima di essere sottoposte a un test di memoria. I ricercatori trovarono che l'ascolto non cambiava i risultati delle prestazioni in confronto a quando le scimmie ascoltavano ritmi o rumore bianco. Trovarono anche che l'ascolto di Mozart durante la prova peggiorava le prestazioni mentre il rumore bianco le migliorava leggermente.
* L'UTILIZZO PUBBLICO DELL'EFFETTO MOZART
I politici tuttavia si sono buttati a pesce sull'effetto Mozart. Il 22 giugno 1998 il governatore della Georgia ha iniziato a regalare cd di musica classica ai genitori di ogni nuovo nato dello stato. Ho la sensazione che il governatore non abbia molto presente la letteratura sull'argomento, visto che l'unico studio che abbia dimostrato l'effetto riguardava studenti universitari. Non ci sono studi che abbiano analizzato gli effetti della musica sull'intelligenza dei neonati. Alcune persone dicono che il piano del governatore è buono, altri che il denaro poteva essere speso in altri progetti.
* CONCLUSIONI
Allora, chi vuole migliorare la propria intelligenza deve correre fuori a comprarsi della musica classica? I bambini dovrebbero iniziare a studiare il pianoforte prima possibile?
Puoi essere sicuro di avere della buona musica, ma non c'è nessuna certezza che questo migliorerà la tua memoria. Inoltre, non si è dimostrato che la musica aumenti la memoria permanentemente. Sono necessari altri studi e test per vedere se e come la musica e la memoria interagiscono tra loro.
Links:
il sito sulle neuroscienze curato dal dottor chudler
http://faculty.washington.edu/chudler/introb.html
l'articolo sull'effetto mozart
http://faculty.washington.edu/chudler/music.html
una pagina di risorse sul fantomatico effetto
http://www.mozarteffect.com/RandR/index.html
Da quando è nato, Agostino ascolta solo Mozart. Ascoltava, in verità, perché adesso vuole solo e sempre la calimero dance, tra noi affettuosamente come il 'cococò'.
Come sia potuta accadere una simile degenerazione di gusto estetico io davvero non lo so.Ma non divaghiamo. Prima che su Agostino, avevo già sperimentato il cosiddetto 'effetto Mozart' sui miei alunni di terza elementare, con scarsissimi risultati se non quello di far ascoltare un po' di buona musica e insegnare che Mozart non è solo il nome di una palla di cioccolato e marzapane.
Di seguito posto una mia rudimentale traduzione di un articolo che potete leggere in originale, insieme ad altri molto interessanti, cliccando sul link sotto. Avevo chiesto l'autorizzazione al doc Chudler, ma non mi ha risposto, e chi tace acconsente.
* COS'E' L'EFFETTO MOZART
Diversi anni fa fu effettuato un esperimento che sembrava dimostrare che l'ascolto della musica classica può migliorare la memoria.
Questo effetto è stato conosciuto come 'effetto mozart' perché la selezione musicale che sembrava incrementare la memoria era un brano di Wolfang Amadeus Mozart. Molte persone lessero di questo esperimento in riviste popolari e giornali e pensarono che ascoltare musica classica potesse essere un buon modo per migliorare la memoria e sviluppare l'intelligenza. Ma guardiamo un po' più da vicino l'esperimento originale ed altri sulla sua scia.
* L'ESPERIMENTO ORIGINALE
L'esperimento originale fu pubblicato sulla rivista Nature da scienziati dell'università di California ad Irvin nel 1993. Questi scienziati sottoposero studenti universitari ai seguenti ascolti per dieci minuti:
• Mozart, Sonata per due pianoforti in Re maggiore
• nastro di musica rilassante o, in alternativa,
• silenzio
Immediatamente dopo ogni ascolto agli studenti veniva somministrato un test sulle competenze spaziali. I risultati mostrarono che i punteggi ottenuti dagli studenti dopo l'ascolto di Mozart erano migliori di quelli ottenuti dopo l'ascolto del nastro rilassante o del silenzio.
Purtroppo i ricercatori trovarono che gli effetti della musica duravano al massimo 10-15 minuti. Tuttavia, questi ricercatori erano convinti che la memoria migliorasse perché la musica e le abilità spaziali condividono gli stessi 'percorsi' nel cervello. Perciò, essi pensavano, l'ascolto musicale fungeva da 'riscaldamento' del cervello per il successivo test di ragionamento spaziale.
* TUTTI I SUCCESSIVI ESPERIMENTI HANNO PERO' NEGATO L'ESISTENZA DELL'EFFETTO
In seguito al hanno provato ad usare la musica di Mozart per incrementare la memoria, ma hanno fallito.
Per esempio, un gruppo di scienziati usò un test in cui gli studenti dovevano ascoltare una lista di numeri e ripeterla all'inverso. Ascoltare Mozart prima di questo test non ha avuto effetto alcuno sugli studenti. Apparentemente l'effetto Mozart dipende da che tipo di test viene usato.
Altri ricercatori hanno detto che l'esperimento originale sull'effetto Mozart non era corretto in quanto:
1. solo pochi studenti erano stati testati
2. era possibile che non fosse l'ascolto di mozart a incrementare la memoria, ma che il silenzio o i suoni rilassanti la danneggiassero.
In un altro tentativo di dimostrare l'effetto Mozart, ricercatori dell'Appalachian State University nel 1999 giunsero alla conclusione che era impossibile dimostrare che l'ascolto di Mozart avesse un qualche effetto sulle prestazioni di ragionamento spaziale.
Alcuni ricercatori hanno anche testato l'effetto Mozart sulle scimmie. Le scimmie dovevano ascoltare per 15 Mozart prima di essere sottoposte a un test di memoria. I ricercatori trovarono che l'ascolto non cambiava i risultati delle prestazioni in confronto a quando le scimmie ascoltavano ritmi o rumore bianco. Trovarono anche che l'ascolto di Mozart durante la prova peggiorava le prestazioni mentre il rumore bianco le migliorava leggermente.
* L'UTILIZZO PUBBLICO DELL'EFFETTO MOZART
I politici tuttavia si sono buttati a pesce sull'effetto Mozart. Il 22 giugno 1998 il governatore della Georgia ha iniziato a regalare cd di musica classica ai genitori di ogni nuovo nato dello stato. Ho la sensazione che il governatore non abbia molto presente la letteratura sull'argomento, visto che l'unico studio che abbia dimostrato l'effetto riguardava studenti universitari. Non ci sono studi che abbiano analizzato gli effetti della musica sull'intelligenza dei neonati. Alcune persone dicono che il piano del governatore è buono, altri che il denaro poteva essere speso in altri progetti.
* CONCLUSIONI
Allora, chi vuole migliorare la propria intelligenza deve correre fuori a comprarsi della musica classica? I bambini dovrebbero iniziare a studiare il pianoforte prima possibile?
Puoi essere sicuro di avere della buona musica, ma non c'è nessuna certezza che questo migliorerà la tua memoria. Inoltre, non si è dimostrato che la musica aumenti la memoria permanentemente. Sono necessari altri studi e test per vedere se e come la musica e la memoria interagiscono tra loro.
Links:
il sito sulle neuroscienze curato dal dottor chudler
http://faculty.washington.edu/chudler/introb.html
l'articolo sull'effetto mozart
http://faculty.washington.edu/chudler/music.html
una pagina di risorse sul fantomatico effetto
http://www.mozarteffect.com/RandR/index.html
venerdì 18 aprile 2008
notti in bianco 1
un altro esempio della mia inadeguatezza materna risiede nel fatto che io, di notte, dormo.
una volta avevo il sonno molto leggero. la notte che mia nonna è morta, è stato proprio il mio sonno leggero a fare in modo che non morisse sola: dormiva nella stanza accanto alla mia, e l'ho sentita lamentarsi. quando andavo a scuola mi svegliavo sempre prima della sveglia per evitarmi il fastidio di sentirla. adesso invece, a quanto pare, sono diventata un sasso.
quando agostino è nato la camera dei bambini non era ancora pronta, e chissà se lo sarà mai, per cui ha sempre dormito nella nostra stanza, ovviamente nel suo letto. e poi in fondo in fondo sono pur sempre una mamma italiana e mi sento molto più tranquilla così, per cui ora si è aggiunto anche bruno mario, appiccicato alla mia parte del letto così non devo alzarmi per dargli il ciuccio quando si sveglia, cosa che avviene in media un paio di volte per notte.
il problema grave è che io non mi sveglio tutte le volte che agostino tossisce e rischia conseguentemente di morire soffocato. anzi, a volte non sento neppure che il suo papà si alza per fargli della camomilla.
come è possibile che io me ne freghi così dei miei figli, che, come dice amabilmente il papà, non muova il culo – bonjour, finesse! – per evitare una fine orribile al sangue del mio sangue?
una volta avevo il sonno molto leggero. la notte che mia nonna è morta, è stato proprio il mio sonno leggero a fare in modo che non morisse sola: dormiva nella stanza accanto alla mia, e l'ho sentita lamentarsi. quando andavo a scuola mi svegliavo sempre prima della sveglia per evitarmi il fastidio di sentirla. adesso invece, a quanto pare, sono diventata un sasso.
quando agostino è nato la camera dei bambini non era ancora pronta, e chissà se lo sarà mai, per cui ha sempre dormito nella nostra stanza, ovviamente nel suo letto. e poi in fondo in fondo sono pur sempre una mamma italiana e mi sento molto più tranquilla così, per cui ora si è aggiunto anche bruno mario, appiccicato alla mia parte del letto così non devo alzarmi per dargli il ciuccio quando si sveglia, cosa che avviene in media un paio di volte per notte.
il problema grave è che io non mi sveglio tutte le volte che agostino tossisce e rischia conseguentemente di morire soffocato. anzi, a volte non sento neppure che il suo papà si alza per fargli della camomilla.
come è possibile che io me ne freghi così dei miei figli, che, come dice amabilmente il papà, non muova il culo – bonjour, finesse! – per evitare una fine orribile al sangue del mio sangue?
giovedì 17 aprile 2008
I MAMMI ESISTONO 1
io ne ho sposato uno.
mentre dò la pappa ad agostino mi guarda come se fosse su un letto da fachiro e a un certo punto sbotta malcelando la stizza: ma non ti sembra che sia un boccone troppo grosso? (ha una passione smodata per le domande retoriche), frase che ha come varianti quasi equivalenti: guarda che si soffoca / laura non vedi che si sta strozzando??????
se io a questo punto faccio quello che chiunque al mio posto farebbe -ho fatto un rapido sondaggio tra le mie conoscenze più strette e tutti sono giunti alla stessa conclusione- e cioè dargli il cucchiaio in mano dicendo: prego, fallo tu! si scatena il finimondo, configurandosi il reato di abbandono di minore, anzi: di neonato. che orrore, che scempio.
La cosa assolutamente incomprensibile è perché io non voglia accogliere con riconoscenza tali pillole di saggezza e metterle coscienziosamente in pratica. eh sì, sono decisamente una madre snaturata.
mentre dò la pappa ad agostino mi guarda come se fosse su un letto da fachiro e a un certo punto sbotta malcelando la stizza: ma non ti sembra che sia un boccone troppo grosso? (ha una passione smodata per le domande retoriche), frase che ha come varianti quasi equivalenti: guarda che si soffoca / laura non vedi che si sta strozzando??????
se io a questo punto faccio quello che chiunque al mio posto farebbe -ho fatto un rapido sondaggio tra le mie conoscenze più strette e tutti sono giunti alla stessa conclusione- e cioè dargli il cucchiaio in mano dicendo: prego, fallo tu! si scatena il finimondo, configurandosi il reato di abbandono di minore, anzi: di neonato. che orrore, che scempio.
La cosa assolutamente incomprensibile è perché io non voglia accogliere con riconoscenza tali pillole di saggezza e metterle coscienziosamente in pratica. eh sì, sono decisamente una madre snaturata.
mercoledì 16 aprile 2008
istinto materno
l'istinto materno esiste, solo che io non ce l'ho. ci sono persone senza senso dell'orientamento, persone che non sanno fiutare l'imbroglio. sono arrivata a quasi quarant'anni e ho fatto due figli in due anni con questa precisa convinzione, ma adesso sto cambiando idea.
quello che non ho è l'istinto a a riprodurmi, a perpetuare la specie, ad avere dei figli come si ha un libro o un cane. quello che ho invece è l'istinto della madre che fiuta i bisogni dei figli, distingue il pianto della fame dal pianto del sonno, non ha bisogno di ragionare per assegnare un codice rosso...
insomma sono una mamma per caso, non per sbaglio.
cosa della quale dovrei riuscire a convincere soprattutto il padre dei miei figli.
quello che non ho è l'istinto a a riprodurmi, a perpetuare la specie, ad avere dei figli come si ha un libro o un cane. quello che ho invece è l'istinto della madre che fiuta i bisogni dei figli, distingue il pianto della fame dal pianto del sonno, non ha bisogno di ragionare per assegnare un codice rosso...
insomma sono una mamma per caso, non per sbaglio.
cosa della quale dovrei riuscire a convincere soprattutto il padre dei miei figli.
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