sabato a ostia mi sono slogata una caviglia. al pronto soccorso il dottore non mi ha manco guardata, ho dovuto dirgli che ero incinta (e sì che ho un'anguria al posto della pancia) e quindi niente lastra. mi ingessano (un guscio, per tenere ferma la caviglia) e poi dovrà fare un'ecografia per escludere una frattura scomposta (ma vuoi che io mi perda una roba del genere?).
mi rimandano a casa, non mettere giù il piede, mi raccomando. venti giorni di malattia.
"ma come, non è contenta? tutti li stanno a cerca', sti certificati del pronto soccorso...
e com'è che non si è ancora messa in maternità? le infermiere si fanno otto mesi e mezzo..."
beh, replico io, è un lavoro rischioso... "ma anche se stanno, che ne so..." Guardi dottore, lo interrompo io, mia cugina è oculista e all'ospedale si è presa il citomegalo (un virus bastardo che può danneggiare seriamente il feto, dalla sordità a danni cerebrali più gravi), quindi...
"beh, sì, in effetti ..." (stronzo).
seguono due giorni di vero inferno, per fortuna che è venuta un po' mia sorella, un po' adesso ho qui mia cognata, e domani vengono i miei: saliamo tutti al nord, fino alla ripresa. l'ecografia al pronto soccorso ieri non me l'hanno fatta: ma lei cosa pretende adesso? eh già, che pretendo? basta andare in un laboratorio privato, pagare 60 euro e sei a posto.
e intanto continuo a vomitare per l'acidità paurosa, non voglio più mangiare, la colazione la salto, ieri per pranzo Mauro mi ha fatto una pasta come piace a lui, grondante sugo capperi e olive che mi sono portata fin dopo cena (un po' di patate in padella), vomito, una mezza camomilla e vado a letto. alle tre mi devo rialzare per un altro giro.
mio marito non vede l'ora che me ne vada, mi ha detto ieri sera.
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