venerdì 23 maggio 2008

UNA PRECISAZIONE NECESSARIA

a farsi vedere poveri e coglioni si fa sempre in tempo, diceva in dialetto emiliano la nonna Clementina. E probabilmente aveva ragione. Ma io intanto ascoltavo Vasco: corri e/ fottitene dell'orgoglio/ ne ha rovinati più lui del petrolio.
Forse è anche per questo che racconto pezzi di vita a chiunque abbia tempo e voglia di mettersi ad ascoltare. Quello che faccio qui non è a una via di mezzo tra cronaca vera e uomini e donne prima maniera.
Io scrivo perché mi riesce bene, perché non so fare molto altro, perché è il mio modo per pensare. E' il mio modo di vedere la realtà, e quello di cui scrivo è … non vorrei essere fraintesa, ma in fondo è un pretesto. Che io racconti fatti realmente accaduti o no, in fondo, che importa?
Io faccio fiction, non cronaca. Sia chiaro: sto da sempre con Hemingway, che mi ripete, come a se stesso: "non preoccuparti: hai sempre scritto e scriverai ancora. Scrivi solo la frase più sincera che sai". La scrittura come esercizio di stile non mi interessa, non mi è mai interessata. Uno non può pensare che solo perché ha letto tanti libri, smonta e rimonta le storie come gli pare, sa scrivere bello e pulito allora prende un'idea tra le tante e ci confeziona un bel romanzetto, caro Baricco. Ma vai a fare le tue lezioni alla scuola Holden, ma ridacci i tuoi bei programmi sull'opera e la letteratura.
Ma non mi interessa neanche l'outing, lo sfogo senza mediazioni. per quello basta e avanza La cronaca di Cocuzza, o un video su youtube.
Io scrivo per sopravvivere, per provare a capire qualcosa di quello che succede dentro e fuori di me.

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