mercoledì 23 aprile 2008

FRATELLI D'ITALIA. C'era una volta il sistema sanitario nazionale 1

Oggi finalmente sono andata a fare la prima vaccinazione a Bruno. Di solito si fa a tre mesi e lui ne ha cinque, ma come sanno anche le madri snaturate come me, se un bambino non sta bene, il vaccino non s'ha da fare. E mi sono incazzata di nuovo. Mi era già successo quando, trovandomi al nord per partorire il mio secondo figlio, ho portato il primo a fare la trivalente (morbillo, parotite, rosolia). Perché se sei veneto quando vai a fare il vaccino ti fanno una anamnesi che non finisce più, i nonni sono vivi o morti, e di che, e che allergie avete in famiglia, e che deodorante per le ascelle usate, insomma: tutto. Dopodichè ti fanno la trivalente, che è obbligatoria, e la varicella, che non è obbligatoria, gratis. Se invece, come noi pezzenti, sei laziale, l'antivaricella non te la fanno, perché non è prevista dal tuo piano regionale. Oggi chiedo al pediatra che ha vaccinato Bruno Mario quanto costa, e la 'partecipazione' (leggi 'ticket') costa più di 40 euro. La varicella per me è una malattia bruttissima come tutte quelle schifezze della famiglia degli herpes. Bastasse il fatto che, se l'hai avuta, è possibile che da vecchio ti venga il fuoco di sant'Antonio, malattia dal nome pittoresco ma dagli esiti spesso invalidanti - non vederci più bene, per esempio. Quei virus bastardi si piazzano lì e se ne stanno buoni buoni finché gli gira.
Ma questa, mi ha detto oggi il dottore, non è una priorità.
In compenso in Veneto, se sei uno di quei genitori fissati contro i vaccini (secondo alcuni sono la rovina dell'uomo, vedi il sito http://www.disinformazione.it/vaccinazioni.htm) puoi fare a meno di fare anche quelli obbligatori.
Concludo con una nota d'orgoglio (che è pure un segreto da campionato di supermamme): durante la vaccinazione ho fatto annusare a Bruno Mario un fazzolettino profumato. In questo modo l'ho 'distratto' dalla puntura e non ha praticamente pianto. Questa cosa si chiama 'distrazione sensoriale' e l'ho imparata al nido dell'ospedale quando è nato Agostino. Anzi, devo dare atto a mio marito (della serie: i mammi esistono 2) che è stato lui a memorizzare questa cosa e a ricordarmela in occasione della vaccinazione. Così, quando siamo usciti, una mamma fa a quella che stava entrando tutta preoccupata: ma guarda che mica tutti piangono! Lui per esempio non ha pianto penniente! E io, ridendo sotto i baffi, me ne sono andata col mio pupetto mezzo addormentato in braccio.

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