lunedì 16 dicembre 2013

Fahrenheit 451


Come molti sapranno, il titolo di questo libro di Bradbury, l'autore di fantascienza da cui truffaut ha tratto l'omonimo film, indica la temperatura alla quale i libri iniziano a bruciare.
siccome spesso, anzi direi sempre, la realtà supera l'immaginazione, sta storia di bruciare i libri continua a cicciare fuori, di tanto in tanto.
ma tra poco finirà, visto che pare che i libri, i libri di carta, quelle cose a cui pensiamo tutti quando sentiamo la parola libri, pare che insomma non ci saranno più, e tutti sembrano contenti di sta storia.
a parte me, stroll e pochi altri.
a me i libri, girare le pagine, toccare la carta, squartarli per tenerli aperti, fare le orecchie dove sono arrivata a leggere, sono cose che mi son sempre piaciute, fin da bambina.
e spero che continuerò a farlo, io, sono i miei figli, che mi sa che non lo faranno più. come prendere i libri in prestito, perché sti ebook, mica si possono prendere, in biblioteca. me l'ha detto il professore, perché io pensavo di sì, come si prendono i cd.
tra un po', mi sa, i libri non li debbono neanche più bruciare. non li leggono e basta.
perché non li vedono neanche in giro. perché costano. perché gli ebook, di certe robe, non li faranno neanche più. perché a un certo punto la piattaforma cambierà, i supporti saranno obsoleti, e tutte ste robe qua.
intanto, però, qualcuno i libri li brucia.
in ungheria hanno bruciato i libri e buttato giù la statua di un mite poeta ebreo, Miklòs Radnòti, che ha scritto poesie sulla moglie, la natura, il suo paese, la morte.
è stato ucciso da filonazisti nel '44 e buttato in una fossa comune.
nella sua giacca hanno trovato un taccuino coi suoi ultimi versi.

Frammento
(Töredék - 1944)
Ho vissuto su questa terra in un'epoca 
quando l'uomo è diventato talmente vile
che di notte uccideva per puro piacere
e non solo al comando,
e mentre credeva in falsi miti, agitandosi,
sua vita fu intrecciata da deliri selvaggi.
Ho vissuto su questa terra in un'epoca 
quando fare la spia era un merito;
quando l'eroe era il traditore, il ladro, l'assassino,
e chi taceva magari
o era solo restio ad entusiasmarsi, 
era odiato, come l'appestato.
Ho vissuto su questa terra in un'epoca 
quando chi ha aveva osato protestare
si doveva nascondere,
mordendosi i pugni di vergogna.
Il Paese impazzì: ubriaco di sangue e luridume 
sghignava sul suo destino terribile.
Ho vissuto su questa terra in un'epoca 
quando per il bambino sua madre
era una maledizione,
era felice ad abortire la gestante, 
e, avendo il veleno spumeggiante sulla tavola,
i vivi invidiavano i morti nella tomba.
Ho vissuto su questa terra in un'epoca 
quando anche il poeta taceva
in attesa di poter parlare ancora,
perché una maledizione degna 
non potrebbe pronunciare nessun profeta
solo il sapiente delle parole terrificanti, Isaia.

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