venerdì 28 giugno 2013

dismissioni


guido morselli
quando stavo a padova, c'era un posto dove andavo almeno una volta alla settimana a fare una sorta di pellegrinaggio laico: era una libreria di remainders al 70% di sconto. ci ho trovato anche un libro di aforismi di mario andrea rigoni, il mio prof figo di teoria e metodologia generale della letteratura. era una cosa triste, che tanti libri giacessero lì, in un mucchio a forma di montagna, in una saletta laterale, aspettando disperatamente un destino diverso dal macero.
c'erano un sacco di guide per viaggiatori ormai senescenti, loro e le loro ipotetiche guide, manuali di tutti i tipi, e poi libretti di velleitario prestigio, inutilmente preziosi.
mi è venuto in mente questo perché ieri, che avevo un quarto d'ora prima di rendere i bambini all'asilo, e stavo vicino alla biblioteca, sono andata a prendere qualcosa da leggere al mare, perché avevo appena sentito una puntata di fahrenheit in cui ricordavano giuseppe pontiggia a 10 anni dalla morte, e io, in uno dei miei viaggi in treno padova roma, roma padova che popolavano i miei we di ragazza avevo letto nati due volte e l'avevo trovato un libro meraviglioso, mi ricordo che l'avevo portato a una mia collega con cui non ero proprio così in confidenza, ma sapevo che le piaceva leggere, e gliel'ho dato in mano, dicendole che doveva leggerlo. era un po' perplessa, credo che l'abbia preso più per evitarsi la fatica di contraddirmi, ma credo anche di averle fatto un grande regalo.
beh insomma, stavo in biblioteca a cercare i libri di pontiggia, e ho pensato ma dai che mi prendo anche roth, philip, che 'ho sposato un comunista' non posso non leggerlo, e allora ho pensato, beh, visto che son qua, mi rileggo anche 'il comunista' di morselli, che è un pezzo che ci penso, di riprenderlo.
apro il catalogo e 'il comunista', sotto guido morselli, non c'è.
mi è venuto un colpo. non c'è, non c'è neanche roma senza papa.
li avevo presi tutti e due lì, nella mia biblioteca di valdagno.
resto un attimo a guardare quei tre miseri files, non riesco a crederci, non riesco a sopportarlo.
li hanno buttati. non c'è altra spiegazione. dismessi, dicono loro.
guido morselli si è suicidato il 31 luglio del 1973, quarant'anni fa. dall'anno dopo, escono, tutti per Adelphi:

Roma senza papa. Cronache romane di fine secolo ventesimo, Milano, Adelphi, 1974;
Contro-passato prossimo: un'ipotesi retrospettiva, Milano, Adelphi, 1975;
Divertimento 1889, Milano, Adelphi, 1975;
Il comunista, Milano, Adelphi, 1976;
Dissipatio H.G. , Milano, Adelphi, 1977;
Un dramma borghese, Milano, Adelphi, 1978;
Incontro col comunista, Milano, Adelphi, 1980;
Uomini e amori, Milano, Adelphi, 1998

io, siccome facevo il corso col suddetto mario andrea rigoni, ho scoperto l'esistenza di dissipatio H.G.(Humani Generis, vuol dire), e poi ho letto roma senza papa e il comunista.
questo signore, che nella sua carta di identità aveva fatto scrivere come professione: agricoltore, che in realtà viveva di rendita e di mestiere faceva lo scrittore, si è sparato perché nessuno gli ha mai voluto pubblicare un romanzo. questo scriveva un romanzo, lo finiva, glielo rifiutavano e allora ne scriveva un altro e avanti così, finché alla fine si è sparato, ma te credo scusa, troppo hai resistito, dico io.
ecco. ora, io mi chiedo, come può una biblioteca eliminare i libri di questo signore qua? solo perché nessuno li legge? come sparargli in testa n'altra volta.
del resto, un giorno vado in biblioteca a cercare un articolo de La Stampa per fotocopiarmelo e resto basita quando scopro che la Stampa, nella biblioteca di valdagno, non la comprano più. scrivo per chiedere spiegazioni alla direttrice, che candidamente mi spiega che siccome spesso trovavano le copie tutte belle lisce, che non la leggeva nessuno, hanno ritenuto inutilmente dispendioso rinnovare l'abbonamento al terzo quotidiano nazionale, mentre invece libero, il manifesto, o, peggio, la gazzetta dello sport, reperibile in uno qualsiasi dei bar di cui pullula la nostra valle meritano la spesa (questo nella lettera non c'era, lo dico io). adesso, mi ha sempre scritto la direttrice che è stata anche mia amica di infanzia, preadolescenza anzi, però, visto la notorietà del suo vicedirettore gramellini, forse prenderemo in considerazione di rifare l'abbonamento. gentilmente, mi ha mandato una lettera per comunicarmi che, da gennaio, la stampa in biblioteca c'è di nuovo, così, se voglio, posso leggermi la striscia quotidiana di gramellini senza aspettare la trasmissione di fazio (anche questo, nella lettera non c'era mica, l'ho aggiunto io, che siccome fazio non lo sopporto, perché ride sempre, e a me quelli che ridono sempre mi sembrano tutti un po' scemi, forse per via che la mia bisnonna lo diceva sempre, che il riso abbonda sulla bocca degli stolti, la sua trasmissione non riesco proprio a guardarla, che gramellini non sarebbe neanche male, in sè, ma non so com'è, con fazio diventano tutti paternalisti, e io, il paternalismo, no so com'è, non lo reggo proprio, se ci fosse il maternalismo, magari non reggerei neanche quello, per fortuna che non c'è, chissà come mai).
invece loro, quelli delle biblioteche, si sentono all'avanguardia, a buttare via i libri.
a liberare gli scaffali 'occupati inutilmente'.
lo testimonia l'episodio accaduto tempo fa a Bussolengo (Vr), di cui ho trovato traccia in un paio di articoli di quotidiano, in cui parlano i cosiddetti 'operatori culturali' :
Negli scintillanti saloni della nuova biblioteca, frequentatissima, il bibliotecario, Alberto Venturini, cade dalle nuvole e con lui un ilare collaboratore: «Si trattava di pochi libri sfasciati, inutilizzabili. vecchi, di nessun valore». E rimanda alla funzionaria incaricata, la dottoressa Emanuela Bairo che precisa: «Erano tutti libri mai richiesti al prestito. La nostra è stata una procedura regolare. C'è un unico catalogo del sistema provinciale. Non siamo biblioteca di conservazione ma di fruizione e consultazione. Non dobbiamo conservare, quindi eliminiamo i libri che non suscitano interesse nell'utenza
(...)
Li abbiamo eliminati dall'elenco dell'inventario e dal catalogo tenendo nota nei loro numeri di costola. Non abbiamo più un elenco dei loro titoli, solo il numero della fascetta. La dismissione si fa di prassi, dopo aver cercato di regalarli. Abitualmente non li offriamo alle altre 70 biblioteche dei 98 Comuni veronesi, visto che non ce li hanno mai richiesti a prestito. Se lo sono stati, è avvenuto prima del 2004, da quando abbiamo adottato tale sistema, prosegue la dottoressa.
L'assessore comunale alla cultura, Marco Soave, conosce il problema e ha una spiegazione, una giutificazione di cui nessuno in biblioteca aveva parlato: «Nella sede ci sono delle ceste con libri che ogni persona può avere gratuitamente, se non vengono presi, li si butta. Si fa da 10 anni. È un censimento di quelli che occupano gli scaffali inutilmente, gestirli e immagazzinarli ha un costo. La nostra è una biblioteca d'avanguardia. 
da L'Arena,  25/6/2011
siccome un custode della discarica ha lasciato che la gente si prendesse i libri chela biblioteca aveva buttato, senza neanche la fatica di metterci il timbro rosso, che, non mi ricordo quasi niente, ma questo me lo ricordo, ti insegnano quando fai il corso per bibliotecari, che io non l'ho fatto, ma ho studiato per il concorso, e ste robe le sapevo bene, che lo devi mettere il timbro rosso quando dismetti i libri, e cancellarli dal catalogo, e togliere le fascette, lo sapevo, io, poi hanno pescato il bigliettino con scritto: ci parli degli autori di teatro dialettali, e io, che sono l'unica di tutta la mia cerchia di conoscenti a non conoscere il famosissimo Giacinto Gallina, li ho mandati tutti a cagare, mentalmente, intendo, che la prova scritta, come al solito l'avevo passata, beh, insomma, manco sta fatica si sono fatti, hanno preso i libri e li hanno mandati alla discarica, e allora hanno sospeso il custode, perché si era fregato i libri per suo fratello, e ha lasciato che la gente se li prendesse, e che ne sapeva lui che poi se li rivendevano, ma anche fosse, ma che te ne frega, potevi rivenderli tu, biblioteca, ma si può che questi buttano i libri e sospendono il custode perché non li ha lasciati nella merda come tutto il resto, dico io?

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