non ho mai sopportato quelli che fanno i conti in tasca agli altri. soprattutto ai genitori degli altri.
un sacco di gente pensa che i miei abbiano una marea di soldi. non è vero.
certo, non ci è mai mancato niente. ma ci siamo anche sempre accontentati.
noi, dico noi io e i miei fratelli, quando eravamo piccoli tutti e quattro e poi tutti e cinque, perché mio fratello più piccolo ha sedic'anni meno di me, e c'era anche mia nonna che viveva con noi, noi, la mia famiglia, a pranzo fuori, per esempio, non ci siamo andati mai. neanche alle comunioni, alle feste. che mia nonna le faceva un baffo, far da mangiare per venti persone, era un rito, il tipico pranzo emiliano, che quando ho visto fratelli e sorelle - mi pare - ho pensato: toh, veh, proprio uguale uguale, e se c'è il lesso, e se c'è l'umido...
per le vacanze, i miei affittavano un appartamento al mare e ci andavamo noi bambini con mia nonna. un mese, tra giugno e luglio. loro due andavano via da soli in agosto un paio di settimane. quando abbiamo preso il camper, abbiamo cominciato ad andare a turno, due alla volta.
certo, molti dei miei compagni di scuola al mare non ci andavano proprio.
comunque, insomma, non mi piace chi fa i conti in tasca agli altri.
non mi sono mai piaciute le colleghe che dicono di altre colleghe, che magari hanno il marito che ha un buon lavoro, che potrebbero starsene a casa e lasciare il posto a un'altra. non lo sopporto per due motivi, intanto perché non sopporto le donne che parlano di altre donne in questi termini, e poi perché il nostro non è un lavoro che si fa per bisogno, si fa per passione e per competenza, ma non ci devo pensare che mi vengono i nervi.
comunque, una mia alunna che ogni mattina arriva a scuola su sta roba qua, che, ho guardato, costa tra i 5o e i 60 mila euro, a comprarla, che fatalità è la stessa alunna che da tre anni va alla british school perché 'non ha le basi', a sentire sua madre, io ripeto non sopporto chi fa i conti in tasca agli altri, ma se me lo diceva a me, invece che a una mia collega, che non viene alla cena di fine anno, dopo cinque anni di scuola elementare, perché loro 'fanno fatica', non so, insomma, per fortuna che non me l'ha detto a me, ecco.
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