sabato 22 giugno 2013

magris, chi era costui?

leggo un post su FB nella discussione sui temi della maturità: ma come è possibile non conoscere il più grande germanista italiano? tralasciando il fatto che avrei facilmente potuto spiegare alla professoressa in questione come questo sia non solo possibile, ma soprattutto vero, ecco, io credo di essere una persona mediamente informata, certo non leggo il giornale tutti i giorni, ma ascolto quasi tutti i giorni la rassegna internazionale di radiotre mondo, poi la rassegna stampa di prima pagina e quest'anno almeno tre volte la settimana gli approfondimenti di pagina tre. ascolto solo i giornali radio e al pomeriggio spesso sento fahrenheit, trasmissione che parla soprattutto di libri.  sul web rileggo gli articoli che mi sono sembrati interessanti, leggo i commenti, qualche volta ne faccio a mia volta. un paio di giorni alla settimana compro Avvenire perché c'è l'inserto popotus.
se capita, guardo in tv ballarò e quando l'antenna prendeva, non mi perdevo quel bastardo di gad lerner. eppure magris non lo conosco. forse l'ho sentito nominare, ma non ho la minima idea di che idee abbia. no, siccome tutti a dire: eh, questi giovani i giornali non li leggono, eccetera. comunque, neanche il professore sapeva chi fosse. anche perché il corriere, per il professore, è il foglio dei nemici di classe.
questo per spiegare alla signora che evidentemente non è così difficile non sapere chi è magris, se non sei laureata in lingue, e germaniche, per giunta.  ora, come ha detto il tecnico del ministero Favini, la maggior parte dei temi sono proposti proprio da docenti. i quali, evidentemente, non è che pensano a un tema che possa aiutare i ragazzi a mettere in luce le loro competenze e nella fattispecie della prima prova, mostrare di essere in grado di usare la lingua scritta per rielaborare in modo pertinente e creativo quanto hanno appreso nel corso dei loro studi, declinandola in una delle modalità previste, ossia l'analisi del testo, il saggio breve, l'articolo di giornale o il tema vero e proprio.
no. questi pensano a elargire quelli che Gentile, citato da Giorgio Israel, che di solito mi sta abbastanza in quel posto ma in questo caso devo ringraziarlo, chiamava 'brevi cenni sull'Universo'.
Insomma, con tutta la loro ansia di essere moderni, sono ancora lì a proporre le famose tracce dei temi del liceo di una volta, quelle delle citazioni dotte, che poi ci annotavamo (io, almeno, lo facevo) nelle pagine del diario, tra virgolette, o in fondo ai quadernetti di appunti, a futura memoria e riflessione. che io passavo delle domeniche bellissime, al liceo, perché al lunedì c'era il compito in classe, e non dovevo studiare, al massimo andavo in biblioteca a vedermi qualche critica sull'ultimo autore trattato, e speravo sempre che la mia prof non mi deludesse, con le sue citazioni. ma non eravamo mica in tanti, in classe mia, a godersi sta roba. i più sudavano freddo, che non sapevano come fare, a riempire quelle tre quattro colonne del foglio protocollo.
ecco. il tema di magris, anche a non sapere chi era, andava benissimo se l'avessero proposto proprio come tema, al posto della frase, anche quella molto suggestiva, niente da dire, di Capra, ma certo più difficile. quello che secondo me i signori del ministero non capiscono è che non devono fornire delle suggestioni, ma dei materiali da rielaborare in modo personale, originale e adeguato dal punto di vista linguistico. quando uno dà, per l'analisi del testo, l'introduzione di un autore a uno dei suoi libri, beh, secondome farebbe meglio prima a leggersi qualcuno dei nostri principali critici letterari. o un manuale di letteratura, anche.
in realtà, volevo parlare dell'ossessione per la contemporaneità che permeava tutte le tracce.
ma per questo, sottoscrivo in toto quello che ha scritto Giovanni Belardelli (ne hanno parlato a pagina tre, ma non hanno messo il link all'articolo e il podcast di quel giorno, guarda tu che fatalità, è sbagliato, per cui ho fatto una fatica boia a ritrovarlo, non ricordandomi il nome, Belardelli, appunto, che hanno detto che è uno storico, mai sentito neanche questo, ma almeno non lo scelgono per la maturità di sicuro)nell'articolo Il culto del moderno e il rischio di non insegnare a capire il passato. siccome ho fatto tanta fatica a trovarlo, non penso che gli darà fastidio se lo ricopio qui

e se vi interessa qualcos'altro al riguardo, ho letto anche:
quei temi troppo belli per la maturità, di Marco Lodoli su la Repubblica
quei giovani spiazzati da metodi opposti, del citato Giorgio Israel sul Messaggero
non ho messo i link originali, questi li ho trovati sul sito della FLC CGIL,  vedete un po' voi


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