alle cinque di mattina su facebook non c'è nessuno, attaccato.
la cosa positiva di dormire scomodo è che ti svegli presto. non bastasse, è partita una cimice. io le odio, le cimici. un po' per via che è un oggetto volante, un po' perché una volta ho letto una storia, non so se era dostoevskij, di uno che dormiva in una topaia piena di cimici, era una stanza di un albergo, diciamo così, e 'ste cimici continuavano a tormentarlo che non riusciva a dormire, allora ha preso quattro tazze, le ha riempite di acqua e le ha messe sotto le gambe del letto, che intelligente, così le cimici che cercavano di arrampicarsi sul letto ci finivano affogate dentro, solo che dopo un po' ha cominciato a sentire tic, tic, dal soffitto, le bastarde si arrampicavano lungo il muro e sul soffitto e si lasciavano cadere sul letto. io questa scena qua non sono più riuscita a cavarmela dalla testa.
beh insomma è partita sta cimice, io mi ero appena svegliata, ma era buio, e continuava a volare che io ho il terrore che mi si posi addosso, insomma mi sono alzata, non l'ho mica trovata, allora ho messo su il tè che non l'ho ancora bevuto e sarà diventato fortissimo e amaro, poi ho acceso la radio, che una volta mi piaceva tantissimo accendere la radio appena mi sveglio, soprattutto se è prestissimo e stanno ancora mettendo la musica classica dicendo solo il titolo e l'esecutore, ma non lo posso più fare da quando sono sposata, (adesso suona la sveglia del cellulare che sono le 6 e mezza, e mi devo alzare, ma sono già alzata). così ho aperto il mac che era già acceso e su fb tutti dormono. ho riletto l'ultimo post di paolo nori che era andato a un concerto degli radiohead, che mi sono letta tutta la biografia e pure ascoltato una canzone. poi torno sulla pagina e trovo un nuovo post, un post di oggi.
mi piace pensare che è sveglio anche lui, anche se non credo, i post li puoi datare e metterci l'ora che vuoi tu, è la realtà virtuale.
e è un post sul ridicolo, che è un post anche su di me, perchè io mi sono sempre sentita abbastanza ridicola, quando non mi prendo sul serio, che è una vita che cerco di smettere.
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