lunedì 9 marzo 2015

DIRITTI



Immaginiamo che il diavolo stia comprando l'anima di uno sventurato e che qualcuno, impietosito nei riguardi dello sventurato, intervenga nel contradditorio e dica al diavolo: « è vergognoso da parte sua offrire questo prezzo; l'oggetto vale almeno il doppio ».
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Un tale spirito di mercanteggiamento era già implicito nella nozione di diritto che gli uomini del 1789 ebbero l'imprudenza di mettere al centro dell'appello che vollero gridare in faccia al mondo. Col risultato di distruggerne in anticipo la virtù.

La nozione di diritto è legata a quella di spartizione, di scambio, di quantità. Ha qualcosa di commerciale. Di per sé evoca il processo, l'arringa. Il diritto si regge soltanto su un tono di rivendicazione: una volta adottato questo tono, non lontana, dietro di lui, c'è la forza per sostenerlo, altrimenti cade nel ridicolo.
Vi sono numerose nozioni, tutte situate nella medesima categoria, che sono di per sé totalmente estranee al soprannaturale, e nondimeno sono un poco al di sopra della forza bruta. Tutte sono relative ai costumi della bestia collettiva - per usare le parole di Platone -, quando questa conserva qualche traccia di un addestramento imposto dall'operazione soprannaturale della grazia. Quando esse non ottengono continuamente una rinascita al rinnovarsi di questa operazione, quando non sono altro che sopravvivenze, si trovano di necessità soggette ai capricci della bestia.
Le nozioni di diritto, di persona, di democrazia appartengono a questa categoria.
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La persona è per natura sottomessa alla collettività. il diritto è per natura dipendente dalla forza. Le menzogne e gli errori che velano queste verità sono oltremodo pericolosi, giacché impediscono di far ricorso alla sola cosa che si trova sottratta alla forza e che da questa preserva: vale a dire una forza altra, che è l'irradiazione dello spirito.
Fra queste menzogne si annovera quella del diritto naturale, lanciata  dal XVIII secolo materialista. (...)
La nozione del diritto ci viene da Roma. Avendo capito, al pari di Hitler, che la forza ha piena efficacia solo se ammantata di qualche idea, i Romani adoperavano la nozione di diritto appunto a questo scopo. (...)
Lodare l'antica Roma per averci trasmesso la nozione di diritto è decisamente scandaloso. Se vogliamo infatti esaminare la natura di questa nozione alle sue origini, in modo da individuarne la specie, si constata che la proprietà era definita dal diritto d'uso e di abuso. E di fatto la maggior parte delle cose su cui ogni proprietario poteva esercitare il diritto d'uso e di abuso erano esseri umani.
I Greci non possedevano la nozione di diritto. Non avevano vocaboli per esprimerla. Si accontentavano del nome della giustizia.
la persona e il sacro, pp. 27-30



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