giovedì 26 marzo 2015

affari tuoi

trovo incredibilmente significativo che la trasmissione serale tra le più viste, quella familiarmente nota come 'quella dei pacchi', si chiami affari tuoi.
la gente si fa gli affari suoi. si fanno gli affari tuoi solo se gliene viene qualcosa. fosse anche un po' di immedesimazione.
oggi pomeriggio sono andata con mia madre a prendere i bambini al volley (sono ancora in malattia, quindi di solito ci va lei). torna alla macchina, dove li aspettavo, dicendo che c'è una bambina che piange perché suo padre si è dimenticato di andarla a prendere, lei non sapeva il suo nomero, solo quello della madre che però stava al lavoro e quindi aveva il cell spento (mia madre l'ha chiamata tre volte). torniamo dentro. ci sono due madri sedute sull'asse di equilibrio in palestra, che sì, l'hanno vista, sta bambina, ma... ma cosa ma, cazzo, non sei capace di chiedergli come mai sta piangendo? erano le sei  meno venti, era uscita alle cinque. ma se fosse tua figlia, ma non ci pensi? la bambina stava fuori, all'ingresso della palestra, quelle l'hanno vista che piangeva, si sono mosse un minimo solo quando io sono entrata chiedendo se la conoscevano e cosa si poteva fare. l'allenatore appena gliel'abbiamo detto è andato a prenderla tranquillizzandola. ma ci voleva tanto???
mia madre a scuola dei bambini si è trovata in mezzo al cancelletto della scuola a incrociare due maestre. le ha salutate, ovviamente, e quelle l'hanno guardata come dire: chi ti conosce. non dico salutare per primi. ma rispondere al saluto, ma quanta gente anche alla scuola materna, gente che vedevo ogni santa mattina, non mi salutavano mai, poveracci, poveracce.

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