la mia voce, ho visto gente che piangeva, a sentirla.
per molto tempo ho pensato di avere qualcosa di sbagliato, nella mia voce.
mi dicevano che cantavo come le donne in chiesa, che avevo la voce da vecchia, robe così.
poi ho cominciato a studiare canto lirico, e le mie varie maestre, tutte a dirmi la stessa cosa, che avevo una bellissima voce. poi però provavo l'ammissione al conservatorio, che andare da un maestro di canto costa, mentre il conservatorio, allora, si studiava praticamente gratis, come al liceo, e poi facevi l'esame, però, manco lì gli piaceva, la mia voce, mi hanno mandato via da vicenza, verona, venezia, cesena perfino. questo, unito al fatto che ero fuori età già allora, beh, avrebbe stroncato chiunque, credo. ma poi c'è stato il maestro gajoni, e loredana, la mia vera maestra, e ho continuato lo stesso. quando andavo a casa sua il tempo si fermava.
e poi a roma, che fatalità la mamma di una mia alunna era una cantante, e le ho chiesto di sentirmi, e mi ha detto che avevo un timbro tebaldiano, e per qualche anno sono stata sua allieva, stavo preparando l'esame di terzo, andavo anche a studiare teoria e solfeggio con un maestro bravissimo, a roma, ma poi sono arrivati i figli, e l'ernia iatale, e il reflusso, e non riesco più a cantare, e nessuno capisce cosa vuol dire, anche i musicisti, ti dicono 'usa il diaframma', come mio fratello, 'eh, si sentiva che non usavi il diaframma', ma che stai a dire, se lo strumento è fesso, hai un bel da soffiare, i musicisti non capiscono, io non sono una musicista, io ho, avevo anzi, questa cosa dentro, certo ho imparato tante cose, sulla mia voce, ma era come una cosa che ero io e non ero io. adesso, è come se fossi diventata sorda, o cieca, non lo capisce nessuno. uno dei sogni che mi ricordo che facevo da piccola era che mi succedeva qualcosa di brutto, io gridavo per chiamare aiuto e non mi usciva la voce.
e stamattina in chiesa dovevo cantare, è stato terribile, come nel sogno, non mi usciva la voce, niente, ho anche preso la nota sbagliata e ho dovuto inventare qualcosa, una cosa indecente, e nessuno poi mi ha detto niente, neanche una parola, ed è stato ancora peggio, perché lo so cosa hanno pensato tutti, hanno pensato quello che pensano tutti, anch'io, quando sento una che non ce la fa, ma cosa canti a fare, ma non ti accorgi che non ce la fai, chissà come si crede brava, poveraccia, che poi non è neanche quello, quello mi interessa fino a un certo punto, cosa vuoi che mi dicano...
dopo la messa non sono uscita con gli altri. sono tornata a casa, che c'è una porta che dalla chiesa arriva direttamente a casa mia, e da
lì sono andata incontro ai bambini che tornavano a casa. bruno mi ha detto: e
tu cantavi, vero mamma? io gli ho detto che avevo cantato male, e che
ero disperata, e ci siamo abbracciati, non mi ha detto niente, ma è
stato bello, il suo abbraccio. poi l'organista, che è un mio amico, solo lui ha cercato di dirmi qualcosa, dai che adesso sei un po' depressa, ma guarda che quando vai giù, poi torni su, ma io lo so che non è così, è troppo tempo, è troppo grave, neanche i miei genitori mi hanno detto qualcosa, e lui non mi ha detto niente, i miei genitori, vabbè, ma lui, lui perché non mi ha detto niente???