venerdì 21 febbraio 2014

ognuno riconosce i suoi - sistema linfatico 7


stamattina, a scuola, i bambini stavano giocando al memory che ho preparato per loro sui vestiti.
durante la seconda partita, che ormai hanno capito tutti come si fa, mi sono messa a leggere una cosa che ha pubblicato paolo nori, che lo so che non lo devo fare, non tanto per il fatto che sto lavorando, che comunque c'e un sacco di gente che mentre lavora si manda i video scemi su what's app, che poi non è che una cosa se la fanno tutti allora vuol dire che si può fare, che io, a questa roba qua, non ci ho mai voluto credere, comunque, il fatto per cui non lo devo fare è che certe volte, in mezzo a quello che scrive nori, ci sono delle cose che mi fanno venire da piangere, e non si può mica, a scuola, in classe, poi, mettersi a piangere davanti al computer, i bambini si impressionano, pensano che ti è morto qualcuno, per fortuna erano tutti impegnati nel gioco, è commovente vedere come si impegnano,  intanto a me mi è venuto proprio un tremito alle labbra, alla faccia, che non ho neanche potuto finire di leggere il post, ho chiuso il mac, ho guardato fuori dalla finestra, si vedono le montagne bianche, non pensare a niente, per un attimo, solo l'azzurro del cielo e il bianco della neve, respirare.
adesso ho finito di leggere il post e sono tornata sui versi, e mi è venuto ancora, il tremito, solo un po' più breve, più leggero
Quando stanno morendo, i cavalli respirano,
Quando stanno morendo, le erbe si seccano,
Quando stanno morendo, i soli si bruciano,
Quando stanno morendo, gli uomini cantano delle canzoni
che è una poesia di Chlebnikov.
 che, poi, sono sicura che li avevo già letti, questi versi, sono sicurissima che li aveva già pubblicati, ma così, tutta questa morte, tutta questa vita che non vuole morire, che persiste, nella morte che non è ancora o è appena, non so, mi si riempie tutto di lacrime.

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