giovedì 13 febbraio 2014

ieri

ieri era una giornata fantastica.
mi sono svegliata con la radiosveglia che suonava il mio pezzo preferito, il terzo movimento della terza sinfonia di brahms, ma quando ho cominciato a connettere ho detto, in dialetto: sto qua, poveraccio, non ha capito proprio niente, di johannes.
ci vuole più largo, ho pensato, più respiro, più anima. c'era una lievità, un tirar via, un sorvolare le note dall'alto, senza toccarle. superficiale.
era toscanini.
eppure, io johannes mi sento che l'ho capito.
mah.
ho alzato la tapparella, il cielo era ancora del mio colore preferito, quell'indaco intenso che si vede solo prima dell'alba e dopo il tramonto, con lucifero che aspettava il sole, neanche una nuvola. da quant'è, che non c'è un cielo così, ho pensato.
poi, quando sono andata a scuola, fuori, brillava tutto. l'asfalto, l'erba, i vetri delle case.
il grigio e la pioggia sembravano cose mai esistite, lontane come le favole dei libri.
oggi, giovedì, oggi che ho la classe problematica, oggi che dovevo finire le schede perché stasera c'era la consegna alle famiglie, oggi che ho sette ore di scuola, oggi sono uscita alle sette, e pioveva.





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