lunedì 7 ottobre 2013

scelte

il mio amico andrea mi ha raccontato che una mistica aveva ricevuto e fatto avere a mussolini un messaggio da gesù (sì, lui in persona) in cui sostanzialmente gli diceva che sarebbe andato tutto alla grande, bastava non allearsi con hitler. eppure lui l'ha fatto. andrea mi ha anche detto che il beato schuster, allora cardinale di milano, aveva offerto a mussolini rifugio e mediazione, negli ultimi giorni, ma lui scelse altrimenti. scelte che sembrano incomprensibili, no? io invece le comprendo benissimo, ho detto ad andrea, è già come sempre tutto scritto, una volta a farfa c'era un prete giovane che durante la sua predica appassionata ci disse, sostanzialmente: vuoi la risposta? chiedila a gesù. ecco, infatti, il vangelo di ieri era proprio la spiegazione a questa domanda. era il vangelo di lazzaro, il povero,  e del ricco epulone. quando il ricco è andato all'inferno, ha pregato il padre abramo che gli mandasse lazzaro a bagnargli le labbra, almeno, che soffriva terribilmente, laggiù.
e siccome abramo gli ha detto che non si può, allora il ricco pregò che almeno lo mandasse ad avvisare i suoi parenti, che se andava uno risuscitato dai morti, quello lo avrebbero ascoltato. e abramo gli disse ancora di nuovo di no: "Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti".
vuole lazzaro, epulone. ancora.
il ricco epulone non ha ancora capito, non capirà per l'eternità, poveraccio, che lazzaro non è un suo servo. lazzaro portami l'acqua, lazzaro parla ai miei fratelli. pensare prima a se stessi che agli altri. ecco la condanna. non l'ha capito in vita, non lo capisce neanche adesso. non lo può capire, non si è convertito.
le mie colleghe catechiste l'altra sera alla riunione si sono scandalizzate quando ho detto che non andare a messa è da considerarsi peccato mortale. io non giudico nessuno, non condanno, ognuno si condanna o si salva da solo, l'ho detto tante volte anche a mia madre, che continua a ripetere che prima o poi si arrabbia (intendendo il padreterno, che io ho continuo a dirglielo, che il padreterno è amore infinito e non può arrabbiarsi, ma non mi crede), solo che io non mi arrogo il diritto o la prerogativa di decidere quale dei comandamenti sia il più importante. è che il primo comandamento, e il secondo, sono lì proprio per ristabilire l'ordine di priorità. se ami dio sopra te stesso, capisci che siamo tutti nella stessa barca, siamo tutti fratelli, che tutti sbagliamo, che tutti abbiamo bisogno della divina misericordia, perché altrimenti, come avevano ben capito gli apostoli, quando gesù gli ha detto che è più facile che un cammello passi dalla cruna dell'ago che un ricco entri nel regno dei cieli, hanno detto tutti: ma allora chi si salverà? sottinteso nessuno, perché a guardar bene, a parte lazzaro, che mangiava gli avanzi dei cani, tutti siamo ricchi, tutti abbiamo qualcosa più di qualcuno, qualcosa a cui siamo attaccati e che non lasceremo mai per un fratello, fossero anche solo le nostre sicurezze.
quando ho fatto la responsabile della pensione diana, che era una pensione gestita da una parrocchia a caorle, e mi avevano messo lì a fare la responsabile, non era una cosa facile, a pensarci bene, beh, comunque a un certo punto c'è stata un'emergenza, c'era il diluvio universale e nella sala da pranzo ha cominciato a venir giù acqua, prima quelli che stavano sotto l'acqua si sono spostati un tavolo più in là, ma dopo poco le perline del soffitto hanno cominciato a  staccarsi, ho chiamato i pompieri, poi sono salita di sopra, c'era un piccolo terrazzino che sarà stato largo un metro quadro, lo scarico era ostruito da un sacchetto di plastica, c'erano tre o quattro uomini grandi e grossi che dalla porta guardavano con preoccupazione la cosa, ho chiesto quale fosse il problema, mi hanno detto il sacchetto, io esterefatta sono uscita fuori e l'ho tolto, problema risolto, l'acqua è scesa dal buco e ha smesso di allagare la sala, sì, d'accordo, c'era il diluvio universale, ma quello era un sacchetto di plastica, e stavamo in albergo, non in mezzo alla giungla, voglio dire, mi sono cambiata subito, quelli stavano lì pietrificati a guardare il terrazzino che si riempiva d'acqua, aspettavano che spiovesse, ah, se avessero avuto un ombrello... immagino che uno si chieda ma cosa c'entra questo con quell'altro, c'entra, c'entra, uno fa le scelte che è abituato a fare, e soprattutto nell'emergenza, il ricco fa le scelte da ricco, manco se si trova davanti un resuscitato dai morti, gli crede, quelli pensavano che si prendevano la polmonite, era quello il loro problema, il mio era evitare che si allagasse la sala da pranzo. questione di priorità.
una sera sono andata a sentire un prete che parlava di 'educare al trascendente', alla scuola per genitori della scuola materna. se potevo me ne andavo dopo cinque minuti, ma eravamo pochissimi, e io stavo proprio nel mezzo, continuava a dire che i preti parlano sempre della vita eterna, che chissà poi se c'è, la chiesa sta sempre con 'sto spauracchio, e invece bisogna essere felici qua, bisogna godersi questa vita qua, io volevo dirgli ma ti pare che son venuta qua a sentire ste fuffe, ma vagliele a dire a mia sorella, che gli è morta la figlia di tre mesi, che se l'è trovata in coma nel letto, ma vaglielo a dire alla mia amica che ha un figlio disabile che non riesce più a prenderlo in braccio perché è più grande di lei, e deve fargli tutto, o a fiorella, che le hanno telefonato per dirle che il suo doriano s'era sentito male al lavoro, e quando è arrivata era già morto, a cinquant'anni, ma spiegami perché in africa i bambini muoiono di fame, perché un uomo massacra la sua donna, se sei capace, ma spiegami la storia di lazzaro e del ricco epulone, che se la godeva la vita, e non ha ammazzato nessuno, che i soldi magari li aveva ereditati da suo padre, mica li ha rubati, tu mi devi spiegare che senso ha la vita, e il dolore, e soprattutto mi devi spiegare la morte, io a gesù ci credo perché è morto in quel modo lì e perché ci ha detto che non siamo fatti per questo, per il non senso, per la sofferenza, per la morte, che è il dolore massimo, la rottura definitiva, la fine di tutto, il male che vince. e ci credo perché è resuscitato dai morti, e ci ha detto che pure noi siamo fatti per quello, per vivere per sempre.
e la messa, care le mie colleghe catechiste, serve mica al padreterno, che vi credete, serve a noi, a capire il senso del nostro andare, del nostro fare, del nostro essere e del nostro morire.
capire quello che siamo: creature, figli, fratelli.
ieri da torino spiritualità ho sentito patrizia cavalli, che va beh che anch'io credo, come ha detto moravia nell'orazione funebre per pasolini, che il poeta deve essere sacro, e allora bisogna onorarlo e rispettarlo sempre, e la cavalli è poeta, ma quando parla ha la voce da ubriaca, e continua dire che non si ricorda quello che ha scritto, e perché, e quanto difficili che sono ste domande, e se erano quelle facili non te le venivamo neanche a chiedere, scusa, e siccome il tema di torino spiritualità era la scelta, lei diceva che non esiste la scelta, non abbiamo nessuna possibilità di scegliere, che è l'ambiente che ci determina, è il fuori, e invece io credo proprio il contrario.

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