mercoledì 30 ottobre 2013

contro il computer 1

è cominciato tutto con un articolo su avvenire, che ho anche fotocopiato e attaccato alla macchinetta del caffè, a scuola, un'intevista a giovanni reale sul fatto che la rivoluzione tecnologica sarebbe paragonabile all'invenzione della stampa, cosa che reale nega decisamente, per una serie di motivi. l'articolo riassumeva il libro pamphlet di reale, che ho subito ordinato su amazon. ma avevo finito i soldi nella carta. dopo un po', comunque, l'ho comprato. le tesi di reale sono esposte in modo poco articolato, più come assiomi, e io avevo bisogno di altro. la bibliografia però mi è stata molto utile. ho deciso di cominciare da quello che mi ispirava di più: il libro di uno dei fondatori della rete che si definisce uno scettico, clifford stoll (finora non avevo mai saputo che faccia avesse, comunque è simpatico, dai)
High Tech Heretic: Why Computers Don't Belong in the Classroom and Other Reflections by a Computer Contrarian (1999).
sicuramente, ne sa dei computer più di reale, con rispetto parlando. se anche lui ce l'ha coi computer, a scuola soprattutto, avrà le sue buone ragioni.
il libro l'ho preso in biblioteca proprio dopo aver visto, in uno dei soliti documentari che mandano su rai tre all'una di notte su un liceo in danimarca in cui non esistono libri, aule, lezioni frontali. dappertutto ci sono spazi aperti dove i gruppi di lavoro degli alunni si aggregano secondo i loro interessi, gli insegnanti girano col tablet affiancandosi come facilitatori, se vogliono possono stare a scuola quanto vogliono, e molti ci stanno fino a sera, ci sono anche comode poltrone a sacco, posti nuovi e accattivanti, insomma, un bel vedere, un bello stare.

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