sabato 12 ottobre 2013

classe 1914

ecco, adesso non lo sento più, sulle mani, il puzzo del piscio di mia nonna.
mentre la cambiavamo, oggi, mi ha pisciato sulle mani, sono andata in bagno a lavarmi, poi prima di tornare a casa ci sono tornata, in bagno, e mi sembrava che l'avessi lavato via, ma subito dopo, in macchina, l'odore del sapone liquido era già sparito, e c'era solo il puzzo di piscio, dolce e acidulo, e poi ancora, e ho pensato che non mi sarebbe andato via più, invece poi ho pulito il culetto di bruno con le salviette umidificate, e da allora non lo sento più.
mia nonna è le tazze di caffellatte piene di zucchero in cui inzuppavo il pan biscotto da bambina, è il budino nero sanmartino che lei versava su un piatto fondo e ci mettevamo uno da una parte e uno dall'altra, col cucchiaio da minestra, e chi arrivava prima al mezzo ne mangiava di più, mia nonna mi ha coperto quando sono uscita per la prima volta col mio moroso, che i miei pensavano che fossi a una festa di carnevale, mia nonna è tutto quello che so di cucito, di ricamo, di maglia, mia nonna è quel vestitino da principessa per la mia barbie, miracolosamente uscito da un ritaglio di seta che stava con tantissimi pezzetti nei cassetti del laboratorio di mia nonna, il suo bagno, dove di fronte al cesso stava la sua singer a pedali, e quello che io consideravo un tesoro inestimabile, un mobile di cassetti pieno di stoffette che con cura ripiegava, erano avanzi di tovaglie, lenzuola, strisce di vestiti accorciati, maniche di camicie, ritagli di una gonna adattata mille volte, tele da ricamo ingialliti dal tempo, e sognavo da piccola che quella sarebbe stata la mia eredità, che a me non me ne fregava niente dell'anello, della collana, io volevo quella roba lì, che tanto non l'avrebbe voluta nessuno, pensavo, e ho continuato a volerla finché non hanno deciso di vendere la sua casa e bisognava svuotare quello che c'era, due mesi fa, e mia madre quando gliel'ho chiesto, mi ha detto che aveva buttato tutto, tutti quegli stracci, quelle 'strasse', ha detto con disprezzo, io l'ho odiata, e ho pianto, come sto facendo ancora adesso, ma almeno stamattina sono andata a trovarla, e ho potuto tenerle la mano, tutto il tempo, e darle da mangiare, e dirle che le voglio tanto bene, con mia cugina che vuole metterla al ricovero, e dice che sua mamma è troppo buona a volerla tenere a casa, ha il cuore tenero, e lo dice lì, come se mia nonna non esistesse, e va al centro missionario, lei, si crede tanto cristiana, e ho potuto anche cambiarla, mia nonna, e sentirmi quel puzzo sulle mani, che mi pareva di essere ancora lì, e adesso mi dispiace, che non le sento più.

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