ecco. per fortuna che ho sally. l'ho già scritto, ma sally è un'amica buona per tante occasioni.
poi c'è il lavoro a maglia. mentre scendevo dalla macchina, ieri, pensavo proprio che mi devo rimettere a fare quel maglione che ho nella borsa dei lavori accanto al divano. che devo andare da bevilacqualane a comprare della lana da colorare, che ho visto un tutorial fantastico su come farlo usando coloranti alimentari e microonde. oppure fare una torta.
ieri si è infranto un sogno, un sogno bello, importante. che avevo da tanto tempo, e che sembrava finalmente, inaspettatamente, diventare realtà.
la regione veneto ha emanato una direttiva per formare gli insegnanti a riconoscere e aiutare gli alunni con buon potenziale cognitivo e le loro classi.
in
quarta o quinta elementare mi sono fatta una paletta a forma di mano.
la tenevo sempre piantata nel buco per la boccetta d'inchiostro che
avevamo ancora sui banchi di formica verde, quando la maestra faceva le
domande. così non dovevo tenere il braccio alzato, e intanto facevo cose
tipo costruire delle borsettine di carta con le copertine dei quaderni,
e altre cose.
figuriamoci se non mi interessa una cosa del genere.
l'ho
detto alla nostra capogruppo. gliel'ho ripetuto. le ho chiesto conferma
quando, un paio di giorni prima della scadenza per la presentazione
delle candidature, che era ieri, si è infortunata.
ah, sì, mi ero dimenticata, dai pure il tuo nome e il mio in segreteria.
ma
in segreteria non sapeva niente nessuno. non riescono neanche a
scaricare il bando, non hanno word aggiornato. lo faccio io. e poi la
preside non c'è. contattata telefonicamente, si è incazzata che non
abbiamo detto prima che volevamo fare sta roba.
ho inviato via posta l'allegato da compilare, l'avrei fatto io ma ci vuole la firma della preside.
purtroppo ieri avevo tutta tutta la mattina occupata tra supplenze e lezioni.
a
mezzogiorno vado in segreteria, apro la porta e l'impiegata mi fa:
niente, non se ne fa niente, la preside ha detto che è troppo tardi.
una rabbiosa impotenza mi riempie gli occhi di lacrime, spezza la voce.
avevo appuntamento con don mario per pranzo. mi vuole bene, ma avrei avuto bisogno di altro. torno a casa, mi trascino dentro, sono così stanca,
così triste, preparo un sacco con qualche travestimento perché le mamme
dei compagni di antonio vogliono portarli un po' in giro a fare dolcetto
scherzetto, vado a prendere i bambini, per fortuna che non si fa
niente, troppo freddo, vento, pioggia che sta per arrivare, e mentre i
bambini si travestono in salotto con le cose che avevo preparato, mi
ritrovo a scrivere una sterile e patetica mail alla fondazione rumor.
sì, penso proprio che finirò quel maglione. o una presina, almeno.
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