a me radio 24 non piace.
ma non mi piacciono tante altre
radio, se è per quello. sono piene di gente che grida, ride, parla di qualsiasi
cosa con un tono che appiattisce e plastifica tutto. per fortuna, basta
cambiare canale.
oggi avevo la macchina di mia madre, perché la mia è dal meccanico, e mi madre ha la radio, sulla macchina. accendo e la trovo sintonizzata su radio24. c'è uno speaker che parla delle volte che hai marinato la scuola. sta facendo una specie di sondaggio su come si dice marinare la scuola nelle varie parti d’italia. a firenze si dice fare forca. a roma fare sega. da noi, bruciare. che è simile a un altro modo di dire che non mi ricordo di che parte d’italia è che si dice fare fuoco. e tanti altri, bigiare, saltare, salare (???), fino al più moderno jumpare, eccetera eccetera. il tipo invitava tutti a raccontare, per telefono o via mail, il racconto della loro bigiata memorabile. lui, con tono melodrammatico da outing di prima categoria, a un certo punto ha ammesso di non aver mai bruciato in vita sua. e di esserne molto rammaricato. perché ha raccontato cosa gli era successo una volta che avrebbe potuto saltare un compito di fisica, per il quale non si sentiva molto preparato, e non l’ha fatto. alla consegna del compito, un sei scarso, la professoressa fece un discorso molto serio sulle responsabilità che essere adulti comporta, responsabilità a cui, secondo la prof, erano venuti meno coloro i quali non si erano presentati al compito. e al nostro speaker il discorso era piaciuto, era d’accordo. poi però, all’uscita della scuola, una twingo gialla (che io l’avevo già capito che era la twingo della prof, ma lui ha voluto tenerlo nascosto fino all’ultimo) arrivata al semaforo rosso, prima si è fermata, poi ha guardato che non ci fosse nessuno e pian pianino ha svoltato a destra. ovviamente, dico io, la cosa gli ha dato molto fastidio. lo ha fatto arrabbiare. ecco, secondo lui quella rabbia, se lui avesse bigiato quella volta, quella rabbia non l’avrebbe avuta, quando ha visto la prof, e avrebbe imparato a essere molto più tollerante con chi sbaglia, invece lui era stato rigido con se stesso e di conseguenza con la prof… la conclusione, che era anche la premessa di questo racconto pedagogico, è che bigiare fa bene, perché ti fa sentire normale e fallace, e quindi ti rende più comprensivo e tollerante nei confronti di tutti quelli che sbagliano….
oggi avevo la macchina di mia madre, perché la mia è dal meccanico, e mi madre ha la radio, sulla macchina. accendo e la trovo sintonizzata su radio24. c'è uno speaker che parla delle volte che hai marinato la scuola. sta facendo una specie di sondaggio su come si dice marinare la scuola nelle varie parti d’italia. a firenze si dice fare forca. a roma fare sega. da noi, bruciare. che è simile a un altro modo di dire che non mi ricordo di che parte d’italia è che si dice fare fuoco. e tanti altri, bigiare, saltare, salare (???), fino al più moderno jumpare, eccetera eccetera. il tipo invitava tutti a raccontare, per telefono o via mail, il racconto della loro bigiata memorabile. lui, con tono melodrammatico da outing di prima categoria, a un certo punto ha ammesso di non aver mai bruciato in vita sua. e di esserne molto rammaricato. perché ha raccontato cosa gli era successo una volta che avrebbe potuto saltare un compito di fisica, per il quale non si sentiva molto preparato, e non l’ha fatto. alla consegna del compito, un sei scarso, la professoressa fece un discorso molto serio sulle responsabilità che essere adulti comporta, responsabilità a cui, secondo la prof, erano venuti meno coloro i quali non si erano presentati al compito. e al nostro speaker il discorso era piaciuto, era d’accordo. poi però, all’uscita della scuola, una twingo gialla (che io l’avevo già capito che era la twingo della prof, ma lui ha voluto tenerlo nascosto fino all’ultimo) arrivata al semaforo rosso, prima si è fermata, poi ha guardato che non ci fosse nessuno e pian pianino ha svoltato a destra. ovviamente, dico io, la cosa gli ha dato molto fastidio. lo ha fatto arrabbiare. ecco, secondo lui quella rabbia, se lui avesse bigiato quella volta, quella rabbia non l’avrebbe avuta, quando ha visto la prof, e avrebbe imparato a essere molto più tollerante con chi sbaglia, invece lui era stato rigido con se stesso e di conseguenza con la prof… la conclusione, che era anche la premessa di questo racconto pedagogico, è che bigiare fa bene, perché ti fa sentire normale e fallace, e quindi ti rende più comprensivo e tollerante nei confronti di tutti quelli che sbagliano….
ecco, mi pare già chiaro perché non mi piace radio 24.
la prima cosa che mi è venuta in mente ascoltando sta roba è
stata: che cazzata! ma questo mi viene in mente quasi sempre.
a me pare che sta storia abbia più a che fare con i
formalismi e le rigidezze ipocrite, con lo sperare o il tentare sempre di farla
franca, coi sepolcri imbiancati, con quelli che pensano che le regole valgano
solo per gli altri. che sono sempre di più. che sono la maggioranza. che sono
stati magari nostri insegnanti.
non hai capito proprio niente, caro non so come ti chiami: tu non sei stato rigido, tu sei stato coerente, invece la tua prof no. lei sì che è stata rigida con te e non con se stessa. questo è il problema. è che la gente pensa che rispettare le regole sia segno di rigidità, di ottusità, perfino. no, bisogna essere più morbidi, più tolleranti...
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