oggi è la giornata contro la violenza sulle donne.
ieri c'è stata una sentenza della corte d'appello di venezia sul caso, di sei anni fa, di genitori condannati per aver fatto praticare una piccola incisione alle loro figlie. sono stati assolti perché non si tratta di mutilazione, ma solo di lesione, e senza dolo. non si capisce allora perché la donna che ha praticato materialmente tale incisione è stata condannata e non ha fatto appello.
l'agenzia riporta le parole dell'avvocato, una donna anche lei:
"In questa vicenda il fattore culturale ha avuto il suo peso: si trattava di un rituale simbolico non di una menomazione. Di certo non di trattava di infibulazione che e' cosa ben piu' grave. Alla fine si e' appurato che era stato fatto un intervento di carattere minimale, era stata fatta una incisione di 4mm, cosa emersa anche in primo grado". A spiegarlo all'Adnkronos, Elisa Lorenzetto, avvocato che con Valentina Lombardo, si e' occupata del caso delle due famiglie originarie del Niger accusate di infibulazione nel 2006.
stamattina alla radio fanno sentire il commento di non so quale magistrato donna, che personalmente, oltre che come magistrato, si è dichiarata contraria in modo assoluto perché le lesioni fisiche anche se minime portano comunque lesioni psicologiche ecc. allora il professore mi ha portato la prevedibile obiezione che allora anche la circoncisione è una lesione da condannare... eh no, caro professore, caro magistrato, care avvocatesse dei miei stivali...
l'infibulazione è una pratica aberrante finalizzata a sottomettere la donna all'uomo, che le toglie ogni possibilità di controllo e autodeterminazione riguardo alla propria sessualità.
dopo il parto, spesso reso problematico proprio dalla mutilazione stessa, viene rifatta.
non sto qui a scendere nei dettagli raccapriccianti che chiunque può leggere su wikipedia, o nel libro di sabrina aviakan, donne cucite, dico solo che in paesi come l'egitto o l'indonesia, il più grande paese musulmano del mondo, le donne sono praticamente tutte infibulate, e l'italia è il paese europeo con più alto numero di donne infibulate (circa 40mila). la pratica simbolica, che sempre a sentire l'avvocato di prima, sarebbe da giustificare, in quanto
emerge inoltre che nei territori di origine della bambine e' in uso una sorta di incisione rituale che se non praticata potrebbe portare, in Niger, a una sorta di discriminazione: da qui l'insistenza dei parenti rimasti in Africa ad intervenire. Per l'avvocato si rischia di trasformare tutto in infibulazione ma in realta' "esistono una miriade di pratiche differenti, anche simboliche, che hanno un disvalore differente: ecco, noi eravamo in questa categoria".
no, è ora di dire basta, basta coi cavilli, basta con le giustificazioni, è un rito da condannare nella sostanza, e se sei una donna non puoi difenderlo, capirlo, passarlo per il solito dato culturale.
soprattutto se queste bambine diventeranno donne in italia. pensaci,elisa lorenzetto.
Nessun commento:
Posta un commento