è colpa mia se ho un giro vita di 125 cm, è colpa mia se in tre anni ho preso più di quindici chili sul mio peso normale, è colpa mia se faccio fatica a piegarmi, a fare le scale, a parlare, se mi manca il fiato senza fare niente, se ho una varice vaginale, se ogni sera vomito tutto quello che ho mangiato da mezzogiorno in poi, se per prepararmi qualcosa per scuola vado a letto all'una e poi mi sveglio perché bruno perde il ciuccio, è colpa mia se dopo dieci ore a scuola senza neanche la pausa pranzo sono stanca morta, è colpa mia se non riesco a fare il bagno ai miei figli, se non riesco a farmelo io, è sicuramente colpa mia se quando torno a casa alle due, dopo essere partita alle otto di sabato unico giorno in cui potevo dormire un'ora in più per andare a Roma all'ospedale Bambino Gesù col povero Agostino digiuno che sommessamente continuava a lamentarsi fino alle undici e passa quando finalmente gli hanno fatto sto cacchio di prelievo (80 euro, per la cronaca), dopodiché siamo stati bloccati un'ora in autostrada per il ritorno, entro in casa e non c'è neanche la tavola preparata e c'è ancora il mangiare di Bruno sul tavolo, è sicuramente colpa mia se sono andata via portandomi dietro il seggiolino di Bruno che stava attaccato alla mia macchina, è ancora più sicuramente colpa mia se mi sono dimenticata a casa il cellulare come mi succede un giorno sì e uno no,è colpa mia se mio marito quando si sveglia la mattina o ha mal di testa o sente che gli sta per venire, se parlo troppo piano per farmi capire, se non sono neanche capace di parlare, se sono la donna più stronza del mondo, se nessuno mi sopporta e potrei andare avanti fino a domani.
E ALLORA?
cinquant'anni, poco più. la scuola, la casa, la lotta impari col caos,un marito e tre ex piccoli figli adorabili, quando dormono... e questa piccola stanza virtuale tutta per me.
sabato 6 dicembre 2008
giovedì 20 novembre 2008
basta che i sia sani...
quando qualcuno che non conosco scopre che oltre alla pancia ho altri due figli piccoli (o quando qualcuno che conosco scopre che oltre ai due figli piccoli ho la pancia), le reazioni sono essenzialmente due: ammirazione (che coraggiosa!) o compatimento (generalmente senza parole, basta lo sguardo), entrambe comunque poco convinte.
Comunque, soprattutto dopo che ho aggiunto che aspetto un maschio e gli altri due pure lo sono, il commento diventa unico: "basta che i sia sani", con le varianti "l'importante è che siano sani", l'importante è che vada tutto bene", "l'importante è che stia bene".
e tu, che sai che tuo figlio o ha un rene in meno, o ce l'ha più piccolo, o ha delle cisti per cui insomma dall'ecografia non si vede, abbozzi un "sì sì" assai poco convinto, ma tanto nessuno lo sente né lo aspetta, tanto è ovvia e banale questa frase.
e ricominci a pensare a cosa sarà, se sarà solo quello, cosa gli faranno, cosa gli succederà, cosa potrai fare tu.
Comunque, soprattutto dopo che ho aggiunto che aspetto un maschio e gli altri due pure lo sono, il commento diventa unico: "basta che i sia sani", con le varianti "l'importante è che siano sani", l'importante è che vada tutto bene", "l'importante è che stia bene".
e tu, che sai che tuo figlio o ha un rene in meno, o ce l'ha più piccolo, o ha delle cisti per cui insomma dall'ecografia non si vede, abbozzi un "sì sì" assai poco convinto, ma tanto nessuno lo sente né lo aspetta, tanto è ovvia e banale questa frase.
e ricominci a pensare a cosa sarà, se sarà solo quello, cosa gli faranno, cosa gli succederà, cosa potrai fare tu.
mercoledì 5 novembre 2008
non c'è limite al peggio 1
altro che manicomio.
sabato a ostia mi sono slogata una caviglia. al pronto soccorso il dottore non mi ha manco guardata, ho dovuto dirgli che ero incinta (e sì che ho un'anguria al posto della pancia) e quindi niente lastra. mi ingessano (un guscio, per tenere ferma la caviglia) e poi dovrà fare un'ecografia per escludere una frattura scomposta (ma vuoi che io mi perda una roba del genere?).
mi rimandano a casa, non mettere giù il piede, mi raccomando. venti giorni di malattia.
"ma come, non è contenta? tutti li stanno a cerca', sti certificati del pronto soccorso...
e com'è che non si è ancora messa in maternità? le infermiere si fanno otto mesi e mezzo..."
beh, replico io, è un lavoro rischioso... "ma anche se stanno, che ne so..." Guardi dottore, lo interrompo io, mia cugina è oculista e all'ospedale si è presa il citomegalo (un virus bastardo che può danneggiare seriamente il feto, dalla sordità a danni cerebrali più gravi), quindi...
"beh, sì, in effetti ..." (stronzo).
seguono due giorni di vero inferno, per fortuna che è venuta un po' mia sorella, un po' adesso ho qui mia cognata, e domani vengono i miei: saliamo tutti al nord, fino alla ripresa. l'ecografia al pronto soccorso ieri non me l'hanno fatta: ma lei cosa pretende adesso? eh già, che pretendo? basta andare in un laboratorio privato, pagare 60 euro e sei a posto.
e intanto continuo a vomitare per l'acidità paurosa, non voglio più mangiare, la colazione la salto, ieri per pranzo Mauro mi ha fatto una pasta come piace a lui, grondante sugo capperi e olive che mi sono portata fin dopo cena (un po' di patate in padella), vomito, una mezza camomilla e vado a letto. alle tre mi devo rialzare per un altro giro.
mio marito non vede l'ora che me ne vada, mi ha detto ieri sera.
sabato a ostia mi sono slogata una caviglia. al pronto soccorso il dottore non mi ha manco guardata, ho dovuto dirgli che ero incinta (e sì che ho un'anguria al posto della pancia) e quindi niente lastra. mi ingessano (un guscio, per tenere ferma la caviglia) e poi dovrà fare un'ecografia per escludere una frattura scomposta (ma vuoi che io mi perda una roba del genere?).
mi rimandano a casa, non mettere giù il piede, mi raccomando. venti giorni di malattia.
"ma come, non è contenta? tutti li stanno a cerca', sti certificati del pronto soccorso...
e com'è che non si è ancora messa in maternità? le infermiere si fanno otto mesi e mezzo..."
beh, replico io, è un lavoro rischioso... "ma anche se stanno, che ne so..." Guardi dottore, lo interrompo io, mia cugina è oculista e all'ospedale si è presa il citomegalo (un virus bastardo che può danneggiare seriamente il feto, dalla sordità a danni cerebrali più gravi), quindi...
"beh, sì, in effetti ..." (stronzo).
seguono due giorni di vero inferno, per fortuna che è venuta un po' mia sorella, un po' adesso ho qui mia cognata, e domani vengono i miei: saliamo tutti al nord, fino alla ripresa. l'ecografia al pronto soccorso ieri non me l'hanno fatta: ma lei cosa pretende adesso? eh già, che pretendo? basta andare in un laboratorio privato, pagare 60 euro e sei a posto.
e intanto continuo a vomitare per l'acidità paurosa, non voglio più mangiare, la colazione la salto, ieri per pranzo Mauro mi ha fatto una pasta come piace a lui, grondante sugo capperi e olive che mi sono portata fin dopo cena (un po' di patate in padella), vomito, una mezza camomilla e vado a letto. alle tre mi devo rialzare per un altro giro.
mio marito non vede l'ora che me ne vada, mi ha detto ieri sera.
venerdì 31 ottobre 2008
domenica 19 ottobre 2008
sognare, forse...
silenzio.
lenzuola candide, silenzio,bianco dappertutto, silenzio.
dormire.
esaurimento nervoso. si chiamava così.
ma quello che sogno io è la clinica svizzera.
a me capiterebbe sicuramente un reparto di neurologia come tanti, misto (uomini e donne insieme, che c'è di strano?), dove potrei trovare un pazzo vero che mi violenta mentre sono sotto sedativi. e, data la mia proverbiale sfiga, il mio non avrebbe nemmeno il preservativo in tasca. (della serie: la realtà supera sempre l'immaginazione: questo episodio, preservativo compreso, mi è stato raccontato da una specializzanda in un grande ospedale del centro nord).
No, Laura, neanche questa è una buona idea.
lenzuola candide, silenzio,bianco dappertutto, silenzio.
dormire.
esaurimento nervoso. si chiamava così.
ma quello che sogno io è la clinica svizzera.
a me capiterebbe sicuramente un reparto di neurologia come tanti, misto (uomini e donne insieme, che c'è di strano?), dove potrei trovare un pazzo vero che mi violenta mentre sono sotto sedativi. e, data la mia proverbiale sfiga, il mio non avrebbe nemmeno il preservativo in tasca. (della serie: la realtà supera sempre l'immaginazione: questo episodio, preservativo compreso, mi è stato raccontato da una specializzanda in un grande ospedale del centro nord).
No, Laura, neanche questa è una buona idea.
mercoledì 15 ottobre 2008
fino a quando?
Poi, improvvisa, arriva la tenerezza, ritorna l'affetto a reclamare spazi già occupati da astio e rancore. e mi stupisco ogni volta come quando, dopo averle chiuse alla fine di una giornata grigia e piovosa, riapro le imposte al mattino e vengo investita dalla luce azzurra di un cielo tersissimo. mi sembra impossibile.
è che faccio sempre più fatica a credere che non succederà più, che stavolta l'azzurro durerà, almeno fino a domani. è che forse qualcosa si è incrinato per sempre, c'è una crepa nel cuore, anche se chiudo le porte continua a gocciolare fuori la consapevolezza, è inutile, ma con chi credo di avere a che fare? mica sono scema. per una come me a cui i dettagli, le frasi, perfino i non detti si incidono dentro come su un nastro magnetico, è dura crederci ogni volta.
è che faccio sempre più fatica a credere che non succederà più, che stavolta l'azzurro durerà, almeno fino a domani. è che forse qualcosa si è incrinato per sempre, c'è una crepa nel cuore, anche se chiudo le porte continua a gocciolare fuori la consapevolezza, è inutile, ma con chi credo di avere a che fare? mica sono scema. per una come me a cui i dettagli, le frasi, perfino i non detti si incidono dentro come su un nastro magnetico, è dura crederci ogni volta.
sabato 4 ottobre 2008
un matrimonio e un funerale mancati
oggi si sposava il mio amico don Paolo.
avrei voluto vederlo finalmente felice e avrei voluto cantare qualcosa alla sua festa.
c'era anche il funerale di Franco, e anche per lui avrei voluto cantare 'In paradisum'.
invece ero qui, a farmi dare dell'imbecille e del pezzo di merda.
non è neanche l'offesa, l'insulto, la bestemmia a ferirmi. è chiaro che i suoi attacchi d'ira hanno radici fuori dal nostro rapporto, e sono affari suoi se non li vuole trovare e preferisce continuare a credere che siano dovuti al fatto di essere sposato alla donna più stronza, egoista, egocentrica del mondo.
no, quello che mi ferisce, che mi avvilisce anzi, è il silenzio che segue, il resettare tutto, il non sentire neanche il bisogno di chiedere scusa. è il suo pensare che me lo merito, che me lo sono cercata, che se succede è solo colpa mia.
mercoledì 1 ottobre 2008
ciao, Franco

chissà se riuscirò a tenermi dentro il dolce suono del tuo dialetto, che poco o niente aveva a che fare con la greve cadenza valdagnese. amavi la tua Valdagno come certi uomini straordinari amano donne del tutto insignificanti. Ma in fondo è lì che sei nato, è lì che è nata Bruna, il vostro amore, la tua arte.
Sicuramente mi resteranno i tuoi segni, il tuo verde e i tuoi colori, la potenza del tuo gesto e delle tue forme.
quando ci siamo visti l'ultima volta, all'ospedale, mi hai detto che se fossi uscito di lì il primo posto dove saresti andato sarebbe stato casa nostra, ' perché lì ho degli amici veri'.
venerdì 5 settembre 2008
summer memories
l'estate è finita. il caldo no; i piedi scalzi, i vestiti con le spalline, le finestre aperte per dormire la notte qua possono durare fino ad ottobre inoltrato. non come su in veneto, dove la sera non si può già uscire senza golfino, e il profumo inconfondibile dell'osmantus quando esco dalla biblioteca che già è buio mi dice che l'estate è ormai un ricordo.
di quest'estate non dimentico i pochi giorni con Mauro in Alta Badia, (ma perché non vivo in montagna???) l'aria fresca anche a mezzogiorno, il temporale chiusi al calduccio nel camper con un bel tè caldo davanti, le montagne che ti sovrastano e ti spingono a guardare il cielo.
di quest'estate non dimentico i pochi giorni con Mauro in Alta Badia, (ma perché non vivo in montagna???) l'aria fresca anche a mezzogiorno, il temporale chiusi al calduccio nel camper con un bel tè caldo davanti, le montagne che ti sovrastano e ti spingono a guardare il cielo.
mercoledì 6 agosto 2008
una sera, a casa di amici
un anniversario di matrimonio, l'occasione per ritrovare chi non vedevo da tempo.
parliamo di scarpe, per via dei miei piedi gonfi, e naturalmente di figli.
pare che nell'alta società i figli siano una specie di status symbol: mi dicono che per essere riconosciuto socialmente devi essere sposato e con prole, altrimenti susciti un certo sospetto, sei meno affidabile.
concetti che nemmeno pensavo esistessero più. ma non erano tutti DINK* e contenti?
e comunque, faccio io, non è che se hai tre figli sei considerato meglio: sei un coniglio, un irresponsabile, non parliamo poi se non hai i soldi per mantenerli.
poi arriva una coppia che parla di vacanze: lui si lamenta del fatto che se fosse per lei non ci andrebbero mai. beh, ma l'anno scorso in Provenza ci siamo andati! eh già, fa lui, quindicimila euro mi è costata (tra il compiaciuto e il rimprovero).
io ascolto e, come sempre del resto, vorrei stare da un'altra parte.
*DINK=Dual Income No Kids (doppia entrata, niente figli)
parliamo di scarpe, per via dei miei piedi gonfi, e naturalmente di figli.
pare che nell'alta società i figli siano una specie di status symbol: mi dicono che per essere riconosciuto socialmente devi essere sposato e con prole, altrimenti susciti un certo sospetto, sei meno affidabile.
concetti che nemmeno pensavo esistessero più. ma non erano tutti DINK* e contenti?
e comunque, faccio io, non è che se hai tre figli sei considerato meglio: sei un coniglio, un irresponsabile, non parliamo poi se non hai i soldi per mantenerli.
poi arriva una coppia che parla di vacanze: lui si lamenta del fatto che se fosse per lei non ci andrebbero mai. beh, ma l'anno scorso in Provenza ci siamo andati! eh già, fa lui, quindicimila euro mi è costata (tra il compiaciuto e il rimprovero).
io ascolto e, come sempre del resto, vorrei stare da un'altra parte.
*DINK=Dual Income No Kids (doppia entrata, niente figli)
domenica 27 luglio 2008
lacrime e sangue
mi sveglio con il mal di testa e gli occhi gonfi che ogni pianto serale porta inevitabilmente con sé.
no, niente crisi coniugale, stavolta.
molto più banali, stupide e vitali questioni di soldi.
una sera in macchina ho sentito un pastore che faceva il suo sermoncino 'alle otto della sera', lo spazio religioso di radio uno. era sull'invidia, e lui ha impiegato tutto il tempo che aveva a dire che è il peccato dei ricchi contro i poveri. secondo lui 'non desiderare la donna e la roba d'altri' sono appunto il peccato dei ricchi.
a parte che i ricchi non se la passano molto bene nella bibbia in generale, e che non credo proprioche i due comandamenti vadano unificati (non penso che il Padreterno fosse particolarmente affezionato al dieci in sé) sono invece convinta che l'invidia è il peccato dei poveri.
eh sì, caro pastorello, finché me la passavo abbastanza bene ero stupidamente convinta di essere immune almeno da questa bruttissima bestia. non mi era mai successo di andare a casa di qualcuno e provare invidia per una cucina smisuratamente grande rispetto alla mia, per un soggiorno accogliente o un bel parquet di legno vero...
e non avrei mai pensato di mettermi a piangere, come mi è successo l'altro giorno a Padova, dentro a un negozio di giocattoli che avrei voluto comprare tutti per i miei bambini e da cui sono uscita a mani vuote...
no, niente crisi coniugale, stavolta.
molto più banali, stupide e vitali questioni di soldi.
una sera in macchina ho sentito un pastore che faceva il suo sermoncino 'alle otto della sera', lo spazio religioso di radio uno. era sull'invidia, e lui ha impiegato tutto il tempo che aveva a dire che è il peccato dei ricchi contro i poveri. secondo lui 'non desiderare la donna e la roba d'altri' sono appunto il peccato dei ricchi.
a parte che i ricchi non se la passano molto bene nella bibbia in generale, e che non credo proprioche i due comandamenti vadano unificati (non penso che il Padreterno fosse particolarmente affezionato al dieci in sé) sono invece convinta che l'invidia è il peccato dei poveri.
eh sì, caro pastorello, finché me la passavo abbastanza bene ero stupidamente convinta di essere immune almeno da questa bruttissima bestia. non mi era mai successo di andare a casa di qualcuno e provare invidia per una cucina smisuratamente grande rispetto alla mia, per un soggiorno accogliente o un bel parquet di legno vero...
e non avrei mai pensato di mettermi a piangere, come mi è successo l'altro giorno a Padova, dentro a un negozio di giocattoli che avrei voluto comprare tutti per i miei bambini e da cui sono uscita a mani vuote...
giovedì 24 luglio 2008
martedì 22 luglio 2008
CLADDAGH
Ho perso un anellino
un souvenir
che le amiche riportano da un viaggio a Dublino:
l'abbraccio d'amicizia,
il cuore-amore,
la corona della fedeltà...
ma ci tenevo tanto,
era per me
una tardiva scommessa di felicità
su un matrimonio appena nato
e malato di già...
un souvenir
che le amiche riportano da un viaggio a Dublino:
l'abbraccio d'amicizia,
il cuore-amore,
la corona della fedeltà...
ma ci tenevo tanto,
era per me
una tardiva scommessa di felicità
su un matrimonio appena nato
e malato di già...
sabato 12 luglio 2008
RITORNO A PADOVA
la settimana dopo la nascita di Bruno Mario ero andata in segreteria a Padova per sapere di che morte dovevo morire. o se per caso ero già morta. avevo sempre rimandato questo momento proprio per la paura di sentirmi dire: mi dispiace, è finita. Il fatto è che io una decina di anni fa ho finito gli esami previsti dal mio piano, e poi basta.
gli esami restano lì, non me li tocca nessuno. invece adesso hanno fatto quella porcata dei nuovi ordinamenti, e se non mi laureo entro il 2010 sono fuori. avevo pensato anche di trasferirmi in un'altra università, ma magari dove vado 'storia della critica' o 'teoria e metodologia generale della letteratura' non ci sono, e magari non me li riconoscono. insomma troppi casini. devo starmene lì, e pure col mio vecchio relatore, quello che la prima volta che gli ho portato qualcosa mi ha chiesto "Ma lei l'ha mai letto un libro?"
giovedì ci sono andata. la rassegnazione, la disperazione che mi spingevano non sono riuscite a soffocare l'ansia. cosa gli dirò, cosa mi dirà. so già che darò il peggio di me.
è incredibile, al Maldura non è cambiato niente. gli stessi bidelli, le stesse impalcature in biblioteca, gli stessi muri scrostati, le bacheche stracariche di annunci, libri, case, feste studentesche.
e poi quello che ce l'ha col mio sorriso: l'altra volta era 'amaro', stavolta... stavolta è 'ironico', 'come forse anche il mio, del resto, e sa, se si scontrano...'
mi ha prestato un libro, una poetessa: anna maria carpi. a primo sguardo mi è sembrata interessante, poi ho capito che lo è veramente, mi sono portata il libro a letto, e quando Mauro mi ha chiamata, ho provato a parlargliene, e gli ho letto dei versi -sono una pessima lettrice di poesia, purtroppo.
sono il tipo di versi che potrei scrivere io, se ne fossi capace ovviamente.
...gli esami restano lì, non me li tocca nessuno. invece adesso hanno fatto quella porcata dei nuovi ordinamenti, e se non mi laureo entro il 2010 sono fuori. avevo pensato anche di trasferirmi in un'altra università, ma magari dove vado 'storia della critica' o 'teoria e metodologia generale della letteratura' non ci sono, e magari non me li riconoscono. insomma troppi casini. devo starmene lì, e pure col mio vecchio relatore, quello che la prima volta che gli ho portato qualcosa mi ha chiesto "Ma lei l'ha mai letto un libro?"
giovedì ci sono andata. la rassegnazione, la disperazione che mi spingevano non sono riuscite a soffocare l'ansia. cosa gli dirò, cosa mi dirà. so già che darò il peggio di me.
è incredibile, al Maldura non è cambiato niente. gli stessi bidelli, le stesse impalcature in biblioteca, gli stessi muri scrostati, le bacheche stracariche di annunci, libri, case, feste studentesche.
e poi quello che ce l'ha col mio sorriso: l'altra volta era 'amaro', stavolta... stavolta è 'ironico', 'come forse anche il mio, del resto, e sa, se si scontrano...'
mi ha prestato un libro, una poetessa: anna maria carpi. a primo sguardo mi è sembrata interessante, poi ho capito che lo è veramente, mi sono portata il libro a letto, e quando Mauro mi ha chiamata, ho provato a parlargliene, e gli ho letto dei versi -sono una pessima lettrice di poesia, purtroppo.
sono il tipo di versi che potrei scrivere io, se ne fossi capace ovviamente.
So scrivere, ho una certa mia maniera,
ma tutti sanno scrivere,
ho una casa decente e faccio inviti,
ho un matrimonio in cui si va d'accordo
sulla guerra in Irak, non su me stessa-
nessuno può capire la stortura
che significa scrivere, impossibile-
...
dall'altra parte del filo un silenzio imbarazzato, tentativi di scuse. ma non importa, gli ho detto io, del resto sarebbe lo stesso se tu ti mettessi a parlarmi dei tuoi contratti sui casali dell'alto medioevo...
o forse no.
o forse no.
SPERIAMO CHE SIA FEMMINA
lo so, è quasi un mese che non scrivo.
e mi sembra una vita fa. o ieri, anche.
avevo cominciato a leggere FIGHT CLUB, poi avevo deciso che non ce la facevo, poi ho fatto quello che non faccio mai, leggere qualche pagina qua e là e arrivare a quella dannata fine. intanto sono uscita con alcune mie colleghe di dieci anni meno di me, metto il body corazza, possibile che c'ho ancora sta pancia, cacchio? le due neomammine che sono con noi si lamentano delle tette perdute. io anch'io, sognando la mia seconda. no, questa pancia non mi convince.
la stecca da farmacia pare un razzo: ma quali tre minuti? manco tre secondi e già ero incinta.
il giorno dopo al laboratorio non mi hanno dato il risultato perché il valore era troppo alto e era ora di chiudere.
ci vediamo lunedì.
mercoledì sono già a casa dei miei, il ginecologo mi ha detto di passare all'ospedale alle sette, sono le sette meno un quarto, il tempo di una doccia e siamo lì.
secondo lui nascerà il quattro febbraio.
speriamo che sia femmina. o forse no.
per lei, naturalmente.
e mi sembra una vita fa. o ieri, anche.
avevo cominciato a leggere FIGHT CLUB, poi avevo deciso che non ce la facevo, poi ho fatto quello che non faccio mai, leggere qualche pagina qua e là e arrivare a quella dannata fine. intanto sono uscita con alcune mie colleghe di dieci anni meno di me, metto il body corazza, possibile che c'ho ancora sta pancia, cacchio? le due neomammine che sono con noi si lamentano delle tette perdute. io anch'io, sognando la mia seconda. no, questa pancia non mi convince.
la stecca da farmacia pare un razzo: ma quali tre minuti? manco tre secondi e già ero incinta.
il giorno dopo al laboratorio non mi hanno dato il risultato perché il valore era troppo alto e era ora di chiudere.
ci vediamo lunedì.
mercoledì sono già a casa dei miei, il ginecologo mi ha detto di passare all'ospedale alle sette, sono le sette meno un quarto, il tempo di una doccia e siamo lì.
secondo lui nascerà il quattro febbraio.
speriamo che sia femmina. o forse no.
per lei, naturalmente.
sabato 21 giugno 2008
AGGIORNAMENTI
La sfida tra mamme toste continua, ormai siamo agli sgoccioli delle eliminatorie.
Leggendo certe presentazioni mi è venuto da piangere.
Per non parlare di certe foto...
Ho scritto un lungo post a proposito della traccia su Montale alla maturità.
Lo potete leggere qui
Leggendo certe presentazioni mi è venuto da piangere.
Per non parlare di certe foto...
Ho scritto un lungo post a proposito della traccia su Montale alla maturità.
Lo potete leggere qui
lunedì 16 giugno 2008
COMUNQUE VADA SARÀ UNA SCONFITTA
Lo dicevo l'altro giorno alla psicologa della mutua. Questa amara consapevolezza è il pensiero dominante di questi giorni.
La preside lunedì ha risposto alla mia lettera utilizzandomi come capro espiatorio, credendo, forse a ragione, che bastasse a ristabilire l'ordine. A parte le mie amiche (tre) nessuna collega mi ha espresso la minima solidarietà. Ma di questo parlerò altrove.
Stamattina mentre facevamo tutti colazione in camera abbiamo acceso la radio e davano il terzo movimento della terza sinfonia di Brahms, uno dei miei brani preferiti in assoluto. Straziante.
La colonna sonora perfetta per il momento.
Sapere che, qualsiasi cosa deciderò, non sarà la soluzione migliore, che farò comunque del male ai miei figli.
Mi sono sempre ribellata alla logica del male minore, e ora che tocca a me è rivoltante.
La preside lunedì ha risposto alla mia lettera utilizzandomi come capro espiatorio, credendo, forse a ragione, che bastasse a ristabilire l'ordine. A parte le mie amiche (tre) nessuna collega mi ha espresso la minima solidarietà. Ma di questo parlerò altrove.
Stamattina mentre facevamo tutti colazione in camera abbiamo acceso la radio e davano il terzo movimento della terza sinfonia di Brahms, uno dei miei brani preferiti in assoluto. Straziante.
La colonna sonora perfetta per il momento.
Sapere che, qualsiasi cosa deciderò, non sarà la soluzione migliore, che farò comunque del male ai miei figli.
Mi sono sempre ribellata alla logica del male minore, e ora che tocca a me è rivoltante.
mercoledì 4 giugno 2008
l'ennesima causa persa
- Chissà perché lo faccio. Oggi ho scritto una lettera a tutti i colleghi che potete leggere sul mio nuovo blog, REGISTRO DI CLASSE.
sabato 31 maggio 2008
MARIA, MIA FIGLIA
Eri il senso, adesso sei l'assurdo, ciò che non si può credere. La mia vita, morta.
Sei morta oggi, che compivi due anni. Sei morta per colpa mia, perché noi donne sappiamo fare tante cose insieme, siamo toste, siamo madri, compagne, amanti, amiche, infermiere, cuoche, insegnanti… perché sappiamo usare le mani, il cuore e il cervello, perché ci preoccupiamo per tutto, per tutti…
Sei morta a pochi metri da me, senza di me, in quel parcheggio dove dovrò tornare un giorno, di caldo, di soffoco, di indifferenza… sei morta così, per fare meglio il mio lavoro, per finire quello che dovevo, per niente, per colpa mia.
P.S.(2014): siccome vedo che questo post ha diversi accessi, e ormai è passato tanto tempo dal fatto che lo ha ispirato, preciso che maria era la figlia di una professoressa che doveva portarla al nido prima di andare a scuola e siccome si era addormentata, se l'è dimenticata in macchina nel parcheggio della scuola, dove purtroppo è morta.
Sei morta oggi, che compivi due anni. Sei morta per colpa mia, perché noi donne sappiamo fare tante cose insieme, siamo toste, siamo madri, compagne, amanti, amiche, infermiere, cuoche, insegnanti… perché sappiamo usare le mani, il cuore e il cervello, perché ci preoccupiamo per tutto, per tutti…
Sei morta a pochi metri da me, senza di me, in quel parcheggio dove dovrò tornare un giorno, di caldo, di soffoco, di indifferenza… sei morta così, per fare meglio il mio lavoro, per finire quello che dovevo, per niente, per colpa mia.
P.S.(2014): siccome vedo che questo post ha diversi accessi, e ormai è passato tanto tempo dal fatto che lo ha ispirato, preciso che maria era la figlia di una professoressa che doveva portarla al nido prima di andare a scuola e siccome si era addormentata, se l'è dimenticata in macchina nel parcheggio della scuola, dove purtroppo è morta.
venerdì 30 maggio 2008
MAMME IN SUBBUGLIO
Sono rientrata a scuola da così poco e già una mamma è venuta a farmi le sue rimostranze. io l'ho ringraziata di essere venuta a parlarmi di persona, perché a quanto mi ha detto c'è un piccolo esercito che borbotta fuori dal cancello.
Lo so, ho fatto una cosa che non si deve mai fare: ho tradito la mia casta. L'altro giorno sono entrata in una classe in cui insegnavo inglese, una delle migliori. Bambini svegli ma rispettosi, intelligenti e appassionati della materia. il massimo che ogni insegnante possa desiderare.
Alla lavagna c'era scritto questo:
I HAVE GOT -------AI HEV GOT--- IO HOLo so, ho fatto una cosa che non si deve mai fare: ho tradito la mia casta. L'altro giorno sono entrata in una classe in cui insegnavo inglese, una delle migliori. Bambini svegli ma rispettosi, intelligenti e appassionati della materia. il massimo che ogni insegnante possa desiderare.
Alla lavagna c'era scritto questo:
YOU HAVE GOT --IU HEV GOT ---TU HAI
HE HAS GOT------ HI HES GOT ---EGLI HA
SHE HAS GOT ----SCI HES GOT ---ELLA HA
eccetera.
E' stato più forte di me, ho cancellato dalla lavagna l'obbrobrio e l'ho fatto cancellare anche dai quaderni, quasi urlando che queste parole non esistono, che non si devono scrivere cose che non esistono, che la pronuncia non si deve mai scrivere, che non la troveranno da nessuna parte scritta così eccetera.
Lo so, non dovevo. Non l'ho fatto neanche quando una mia collega ha fatto scrivere ai bambini che gli OVINI sono animali come le galline, che fanno le UOVA (giuro). Quando io senza farmi vedere dai bambini le ho detto che sono le pecore, lei è andata a controllare sul vocabolario e si è corretta.
Ma stavolta, come ha detto la mamma, è stata una cosa di stomaco.
E poi se anche avessi detto alla collega di non farlo, di sicuro non l'avrebbe fatto cancellare e quei bambini sarebbero vissuti felici e contenti con le loro orride pronunce stampate sui quaderni.
Ma questo non è tutto: perché ieri, avendo un'altra supplenza sempre nella stessa classe, mi sono pure permessa di mettere in discussione la notizia che la preistoria non finisce con l'invenzione della scrittura (o, se preferiamo, che la storia non comincia quando l'uomo comincia a scrivere), per esempio per il fatto che molti popoli - vedi i nativi americani- non scrivono, ma non per questo sono preistorici...
Ma io non intendevo mica attaccare la mia povera collega di storia, che sicuramente è una maestra più efficace ed efficiente di me, col suo piccolo rassicurante cabottaggio...
Stamattina prima di andarmene ho parlato ai bambini dicendo loro che avrei parlato con la loro maestra di inglese (quella che mi supplisce), la quale scrivendo alla lavagna la pronuncia certamente avrà pensato di fare loro un favore, ma io so per esperienza che questa scorciatoia alla lunga non paga. Ho anche detto che, per quello che riguardava i nostri discorsi di storia, se le maestre dicono cose diverse non significa che una delle due sbagli, che capiterà loro un sacco di volte di trovare maestre, e professori, e libri che dicono cose diverse, e questo non significa che uno sia giusto e l'altro sbagliato... ma non mi pare di averli convinti.
Non lo so se con i miei figli riuscirò a fare questo, a salvare comunque e sopra tutto la figura dell'insegnante.
E poi gli alunni che si fanno delle domande, che mi mettono in discussione a me sono sempre piaciuti.
Nonostante questo, continuo a sentirmi a disagio e domani non posso parlare con la mia supplente perché non vado a scuola, e così avrò tutto il weekend per convivere con un mega senso di colpa. E pensare a cosa mai avranno detto i genitori dei bambini di quell'altra classe dove ho dato questo problema da risolvere:
la mamma vuole fare il pane. la ricetta dice che servono 500 g. di farina e 1 dl di olio. la mamma guarda nella dispensa e trova: 1 kg di farina e 5 cl di olio (lo so che è un dato assurdo, ma lì per lì non mi è venuto niente di meglio, questi avevano appena fatto le equivalenze...)
Riuscirà la mamma a fare il pane?
poveracci, mi hanno fatto pena.
E' stato più forte di me, ho cancellato dalla lavagna l'obbrobrio e l'ho fatto cancellare anche dai quaderni, quasi urlando che queste parole non esistono, che non si devono scrivere cose che non esistono, che la pronuncia non si deve mai scrivere, che non la troveranno da nessuna parte scritta così eccetera.
Lo so, non dovevo. Non l'ho fatto neanche quando una mia collega ha fatto scrivere ai bambini che gli OVINI sono animali come le galline, che fanno le UOVA (giuro). Quando io senza farmi vedere dai bambini le ho detto che sono le pecore, lei è andata a controllare sul vocabolario e si è corretta.
Ma stavolta, come ha detto la mamma, è stata una cosa di stomaco.
E poi se anche avessi detto alla collega di non farlo, di sicuro non l'avrebbe fatto cancellare e quei bambini sarebbero vissuti felici e contenti con le loro orride pronunce stampate sui quaderni.
Ma questo non è tutto: perché ieri, avendo un'altra supplenza sempre nella stessa classe, mi sono pure permessa di mettere in discussione la notizia che la preistoria non finisce con l'invenzione della scrittura (o, se preferiamo, che la storia non comincia quando l'uomo comincia a scrivere), per esempio per il fatto che molti popoli - vedi i nativi americani- non scrivono, ma non per questo sono preistorici...
Ma io non intendevo mica attaccare la mia povera collega di storia, che sicuramente è una maestra più efficace ed efficiente di me, col suo piccolo rassicurante cabottaggio...
Stamattina prima di andarmene ho parlato ai bambini dicendo loro che avrei parlato con la loro maestra di inglese (quella che mi supplisce), la quale scrivendo alla lavagna la pronuncia certamente avrà pensato di fare loro un favore, ma io so per esperienza che questa scorciatoia alla lunga non paga. Ho anche detto che, per quello che riguardava i nostri discorsi di storia, se le maestre dicono cose diverse non significa che una delle due sbagli, che capiterà loro un sacco di volte di trovare maestre, e professori, e libri che dicono cose diverse, e questo non significa che uno sia giusto e l'altro sbagliato... ma non mi pare di averli convinti.
Non lo so se con i miei figli riuscirò a fare questo, a salvare comunque e sopra tutto la figura dell'insegnante.
E poi gli alunni che si fanno delle domande, che mi mettono in discussione a me sono sempre piaciuti.
Nonostante questo, continuo a sentirmi a disagio e domani non posso parlare con la mia supplente perché non vado a scuola, e così avrò tutto il weekend per convivere con un mega senso di colpa. E pensare a cosa mai avranno detto i genitori dei bambini di quell'altra classe dove ho dato questo problema da risolvere:
la mamma vuole fare il pane. la ricetta dice che servono 500 g. di farina e 1 dl di olio. la mamma guarda nella dispensa e trova: 1 kg di farina e 5 cl di olio (lo so che è un dato assurdo, ma lì per lì non mi è venuto niente di meglio, questi avevano appena fatto le equivalenze...)
Riuscirà la mamma a fare il pane?
poveracci, mi hanno fatto pena.
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