lunedì 16 giugno 2014

ognuno riconosce i suoi 10 - scrivere, vivere, morire



prima ho riportato in biblioteca questo libro qua, ho dovuto pagare la multa perché ero in ritardo, ma per questo libro la pago volentieri, ho detto alla bibliotecaria.
 peccato che sia morto prima di finirlo, perché era un progetto ambizioso, ma che sono sicura sarebbe riuscito. è una scrittura che se non sai da dove nasce, e, quando inizia, pensi che sia esercizio di stile, invece è distillato di vita, sudore, sangue, che è un libro che parla della tortura, del corpo, della vita e naturalmente della scrittura.
 l'ho preso per il titolo, lo spessore sottile e l'argomento, mi sembrava una cosa giusta da leggere dopo i fratelli karamazov, e infatti.

Mi trovavo nella penombra ovattata, discretamente propizia, del quasi deserto bar del Lutetia. Ma non era l'ora: intendo dire l'ora di essere a frotte, l'ora di essere attesi o di attendere qualcuno. D'altro canto, non aspettavo nessuno. Ero entrato per evocare comodamente qualche fantasma del passato: Fra cui il mio, con ogni probabilità: il giovane e socievole fantasma del vecchio scrittore che ero diventato.

mentre preparavo i libri da riportare in biblioteca, ho letto questo inizio al professore, e gli ho detto: questo è stato ministro della cultura in spagna fino al '91.
Eh, fa lui, noi abbiamo avuto moratti, fioroni, gelmini... eh no, faccio io, quelli sono ministri della pubblica istruzione. noi, in italia, della cultura non abbiamo neanche il ministero.




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