mercoledì 11 giugno 2014

diritti


la corte di cassazione ha detto che tutti hanno il diritto di avere dei figli e quindi con questa sentenza ha ripristinato la possibilità di accedere alla fecondazione eterologa.
e ho pensato che bisogna abolirlo, questa costrutto, che le parole sono importanti, la grammatica di più, la grammatica è il pensiero: bisogna smetterla di dire che uno HA dei figli.
che le persone non si possono avere. non possono essere diritti degli altri, una persona non può essere un diritto per un'altra, perché, mi pare evidente, ma le cose che a me sembrano evidenti di solito sono evidenti solo a me, che se uno è un diritto di un altro vuol dire che è IN FUNZIONE dell'altro, diventa dell'altro. liberi e uguali, in spirito di fratellanza, come recita il primo articolo della dichiarazione dei diritti umani.
 che un giorno ho visto una trasmissione che c'erano due poveracci, mi hanno fatto una pena, due vite distrutte, lavorava solo lui, hanno dovuto fare l'eterologa all'estero, un paio di volte, credo, è andata male, si ritrovano pieni di debiti e senza il sospirato e pagato caro figlio.
non capisco, non posso capire, che io i figli non li ho mai voluti, nel senso di considerarli un completamento, una realizzazione, non sono un completamento, un'appendice, i figli sono altre persone, sono altre persone, altre persone, altre persone... e le altre persone sono altro da te, mangiano, puzzano, cagano, piangono, si ammalano, si cambiano i vestiti e li buttano per terra, non vogliono fare i compiti, ti raccontano balle, si spaccano le dita, la testa, le gambe, non fanno mai quello che vuoi tu, spesso non fanno neanche quello che sarebbe giusto fare anche se non è quello che vuoi tu, e da grandi, grandi si fa per dire, vanno alle feste e ti tornano indietro dentro un sacco nero, a volte.
a volte ti rendono felice, a volte ti abbracciano quando sei triste, a volte ti capiscono senza che parli, a volte ti scrivono dei bigliettini che ti fanno piangere, a volte.
ma essere felici, avere delle soddisfazioni, piangere di gioia o morire di crepacuore, no, non sono diritti questi. tanto meno lo sono quelli che ti rendono felice, ti fanno piangere o morire.
un bambino, un uomo, una bambina, una donna, non sono un diritto di nessuno.




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