lunedì 25 novembre 2013

virgole

uno dice: eh, ma stai a guardare anche le virgole.
ma le virgole sono importanti, cavoli. io proprio non sopporto chi non sa usare la punteggiatura, è un fastidio fisico,come il prurito.
anzi, correggo: io non sopporto chi dovrebbe insegnare ad usare la punteggiatura e non la sa usare neanche lui. lei.
una volta ho letto una cosa di benedetto croce che diceva che l'onestà dei politici stava nel loro essere competenti. che è vero soprattutto nel suo contrario: se sei incompetente, per questo già sei disonesto.
poi ho visto una scritta della lega su un muro in curva, che sono anche andata anche a fotografarla, chissà dov'è finita, quella foto, e la scritta diceva: IGNORANTI MA ONESTI, e l'ho messa in un videolavoro che avevo fatto su una poesia di un poeta polacco, che mi aveva fatto leggere albano, bellissima, l'avevo completamente dimenticato, di leggerlo, perché questo bisogna leggerlo, ci ho messo quasi un'ora di ricerche su internet per ritrovarlo, è Zbigniew Herbert, e la poesia è Rapporto dalla città assediata, domani crecherò di ordinare il libro in biblioteca, la foto della scritta della lega l'avevo messa come sottofondo ai versi: l'inizio della peste.
ecco, anche per chi insegna, l'onestà sta nel sapere quello che deve insegnare, certo si può sempre migliorare, l'altro giorno per esempio ho letto nel gruppo 'insegnare all'estero' a cui sono iscritta, c'era una tutta incazzata perché alle insegnanti di scuola elementare si richiede solo il livello B2, di conoscenza della lingua, che schifo, la scuola italiana, mettiamo a insegnare inglese della gente che ha solo il livello B2, io subito mi sono sentita la solita cacca, però poi volevo dirle: scusa, ma mica mettiamo laureate in matematica o in lettere a insegnare a leggere e scrivere, certo la cosa è un po' diversa, ma c'è anche tanta gente madrelingua che non ha la minima idea di cosa voglia dire, imparare una lingua straniera, io invece lo so, me lo sono studiato, me lo continuo a studiare.
però riconosco che tante colleghe non lo sanno, e soprattutto non gli interessa neanche. non so se sia perché credono di sapere già tutto, se hanno paura di scoprire quante robe non sanno, se hanno già fatto anche troppa fatica ad arrivare dove stanno.
oggi, per esempio, tornando alle virgole, mi è arrivata sta mail che una collega ha inviato al servizio della ulss di mediazione culturale:
Avendo poche ore di mediatore culturale, soprattutto per quanto riguarda i
colloqui con le famiglie, è possibile, ottimizzare il tempo, riducendo
l’intervento del mediatore a trenta minuti con una famiglia e altri 30
minuti, subito,a seguire con un’altra famiglia, sempre dello stesso
ceppo linguistico?
e io ho pensato: nooooo, il soggetto e il predicato no, non li puoi separare, eddai, su, ma perché fai questo, e mandi le mail in giro, pure, nooo!
fosse un'altra, glielo direi anche, ma tanto tempo fa stavo in classe con lei, facevo le prime supplenze, e lei aveva dettato ai bambini che gli ovini sono le galline, e io le ho detto, ma pianissimo, la schiena ai bambini, che non sentissero, le ho detto che gli ovini sono le pecore, lei ha guardato sul vocabolario, e poi gliel'ha fatto cancellare.
l'ho ritrovata dopo dieci anni, adesso si è pure laureata. lei. io, che sto a aguardare le virgole, no.
ieri sera sento alla radio che hanno fatto un film su alda merini, si chiama 'la pazza della porta accanto', e io ho pensato che sfiga, avere avuto l'unico professore al mondo che odia la merini, ero l'esperta mondiale di alda merini, io.

sabato 23 novembre 2013

vita eterna

oggi, al catechismo, ho chiesto ai miei 'alunni' di quinta elementare se loro ci hanno mai pensato, alla vita eterna (la domanda del libro era: anche per te è importante, la vita eterna? ma ho pensato che era meglio partire dai preliminari).
mi hanno risposto di no.
no perchè io, gli ho detto, sono andata a una riunione con altri genitori e c'era anche un prete, e tutti dicevano che la chiesa, i preti in chiesa, non fanno altro che impaurirci con sta storia dell'inferno e del paradiso, ma io, che di solito ci vado, in chiesa, mica ne ho mai sentito parlare, in realtà.
e loro mi fanno: ah beh, neanche noi! e uno fa: siccome gesù ha detto di amare i nostri nemici, che diventano nostri amici, sì, il paradiso magari esiste, ma l'inferno... l'inferno chissà se c'è, magari è solo immaginazione... sì, una fantasia!, fa un altro.
oh, gli ho detto, guardate che se io vengo qua al sabato pomeriggio a fare catechismo, è solo perché ci credo, che esiste la vita eterna, altrimenti farei qualco'saltro, e pure voi, sarebbe meglio fare qualcosa di più divertente, in quel tempo che vi resta da vivere...

coccole e lagne

ad antonio, il piccolo, le coccole non piacciono.
se gli dai un bacio, si pulisce la guancia col dorso della mano. in braccio non ci vuol stare. manco il bacio della buonanotte riesco a dargli.
giovedì mattina, mentre lo vestivo, l'ho preso in braccio e lui, per divincolarsi, mi ha strappato la collana, una collana color rosso scuro, molto lunga, fatta come di tante pastigliette tonde e spesse, che mi piaceva un sacco. me l'aveva regalata mia sorella.
ho pensato che in fondo non era il caso di arrabbiarsi, mi sono fatta aiutare da toni a raccogliere le pastigliette, e ho messo tutto dentro un bicchiere di plastica, sopra al tavolo del cambio, in camera dei bambini.
stamattina, cioè due giorni dopo vado in camera per vestirli e il bicchiere è mezzo vuoto, per terra, c'è rimasto dentro solo il filo con le poche perline ancora infilate, tutte le altre sparite, probabilmente cadute nel cesto coi pannolini sporchi che sta proprio sotto al tavolo e che ieri sera ho svuotato al buio, senza guardare, perché oggi è il giorno della settimana che raccolgono il secco.
e mi sono disperata, e ho cominciato a piagnucolare, e ho pensato che tutte le cose belle che ho vengono rotte, e che sì, non è importante, ma cosa è, importante, alla fin fine, e mi sono rattristata.
e piove, e devo portare i bambini da mia madre, e andare a prendere il libretto dell'A112 dal meccanico perché forse recupero la mia macchinina, che l'ho prestata a mio fratello due anni fa e non me l'ha più restituita, l'ha lasciata ferma sotto il sole, l'acqua, la neve, non si aprivano neanche le porte, mi si stringeva il cuore ogni volta che la vedevo, là, abbandonata, e cercavo di non pensarci, come cerco di non pensare alla mia collana rossa, e al mio vestito verde di armani che l'ho portato da un sarto per farmene fare uno uguale e non me l'ha restituito, perché non sono più andata, e ha fatto una piazzata a mio padre perché lui ha lavorato per niente, ma se ti sei tenuto il mio bellissimo  vestito, schifoso, cosa vuoi, dalla prima volta che l'ho visto, non mi era piaciuto, quel tipo lì, e sono tutte crepe dentro, che dovrei staccarmi dalle cose ma non ci riesco, è per quello che non riesco a buttare via niente, non riesco a staccarmi da niente.
poi sono andata da mia madre, e le ho detto hai sentito di quel padre di cinque figli che è morto, e non riuscivo neanche a parlare, dal piangere, è rimasto schiacciato da qualcosa di sabato mattina, nella cartiera dove lavorava, e ho pensato che io sto a frignare per di quelle cazzate, la moglie non lavorava neanche, eh, è difficile lavorare se hai cinque figli, ha commentato mia madre, eh, ma fai fatica a vivere con cinque figli se lavori solo tu a fare l'operaio in una cartiera...

giovedì 21 novembre 2013

essere buoni

ieri leggevo sull'ultimo articolo di antonio socci, che anche lui scrive i suo articoli su libero, che gesù (sì, lui in persona) ha detto a suor faustina kowalska, dichiarata santa da giovanni paolo II, che è quella che ha dipinto la famosa immagine di gesù misericordioso qui a lato, che chi non accetta di passare per la porta della sua misericordia dovrà passare per la porta della sua giustizia.
che è un po' quello che mi ha detto, qualche tempo fa, che parlavamo dell'esistenza dell'inferno, il mio amico andrea.
e qui torniamo a quello che ho letto stamattina sul blog di paolo nori, e che mi ha fatto piangere,  che finisce il suo discorso con una pagina tratta dal libro della brigatista che ha ucciso vittorio bachelet, che i suoi figli, di bachelet, al funerale del padre hanno detto che loro perdonavano gli assassini, e l'hanno fatto veramente, mica per dire, e ho pensato a che uomo incredibile doveva essere quel loro padre, come aveva fatto a educare dei figli così, che anch'io vorrei tanto, se mi ammazzassero, che  miei figli dicessero così, che lo sentissero davvero, come continuo a dirgli, che chi la smette è più forte di chi continua, di chi risponde al male col male, è più facile, il male, glielo dico sempre, ma loro continuano, e stanno sempre a piangere, e a menarsi più forte, e penso che bachelet, per insegnare questa regola, s'è fatto ammazzare, e forse è per questo, perché alla regola, lui, ci credeva davvero, che ci hanno creduto anche i suoi figli.
e forse è che non ci credo abbastanza, forse è questo.

una regola

stamattina ero in aula insegnanti, davanti a uno dei tre computer, che leggevo questa roba qua di paolo nori, un discorso che si intitola 'una regola', che poi è la regola che bisogna essere buoni, e verso la fine ho cominciato a piangere, e ho pensato: cazzo, paolo, ma non puoi scrivere sta roba qua che poi io la leggo alle nove di mattina in aula insegnanti e mi metto a piangere.
 per fortuna che il mio computer era quello vicino alla porta.

lunedì 18 novembre 2013

ovvietà

ieri una al giornale radio, una sociologa, l'hanno chiamata così, ha detto che è ovvio che lo studio dell'università del texas sui figli di coppie omosessuali non concordi co gli altri, perchè quelli sono del texas, e quindi è chiaro che la pensano in quel modo lì.
lo studio, che è quello col più vasto campione casuale disponibile al momento, e che si basa su interviste a figli cresciuti in coppie omo e etero,  non concorda con gli altri studi al riguardo, che invece dicono che non c'è nessuna differenza tra avere una famiglia tradizionale, che a me viene da dire normale, invece non si può più, e una famiglia di genitori, chiamiamoli così, dello stesso sesso,
e mi sono tornati alla mente come ormai ogni giorno quei versi di chesterton che ho appiccicato alla macchinetta del caffè a scuola,
“La grande marcia della distruzione culturale proseguirà. Tutto verrà negato. Tutto diventerà un credo… Accenderemo fuochi per testimoniare che due più due fa quattro. Sguaineremo spade per dimostrare che le foglie sono verdi in estate. Non ci resterà quindi che difendere non solo le incredibili virtù e saggezze della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile: questo immenso, impossibile universo che ci guarda dritto negli occhi. Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili. Guarderemo l’erba e i cieli impossibili con uno strano coraggio. Saremo tra coloro che hanno visto eppure hanno creduto”. 

gelida rabbia

mentre stavo andando a scuola alla radio c'era il giornale radio e hanno detto, come titolo, gelida rabbia', e io ho cercato di capire di cosa si trattasse, perchè hanno cominciato a parlare di aerei, di centinaia di miliardi che gli emirati arabi e quei paesi lì stanno spendendo per nuovi aerei, e ho realizzato che il titolo doveva essere 'cieli d'arabia'.

mercoledì 13 novembre 2013

economia

io non ci capisco niente di economia, ma stamattina stefano feltri, che legge i giornali a prima pagina, ha letto un articolo dal sole 24ore che secondo lui parla della futura crisi che, sempre secondo lui, sta seguendo esattamente la stessa parabola di quella che stiamo vivendo ora. a me invece sembra una cosa molto diversa. 
la giornalista spiega che i titoli con tasso così basso (ieri i titoli di stato italiani decennali li hanno venduti con un tasso mi pare di 1,78%) non sono appetibili per i fondi, che per essere appetibili, devono garantire almeno un tasso leggermente superiore all'inflazione. diciamo sul 3 e rotti per cento. l'esempio riguardava i fondi pensione e le polizze vita tedesche. allora questi cosa fanno? comprano titoli spazzatura, che, essendo molto rischiosi, pagano di più. ma ormai, pagano pochissimo di più, perché più li vogliono, più possono permettersi di abbassare il rendimento. ed è qui secondo me che sta la differenza: mentre negli utimi 15 anni la rendita media di questo titpo di titoli è stato superiore al 10 per cento, adesso arriviamo poco più che al quattro. e siccome negi USA la bolla è evidente, l'affare si è trasferito in europa.
e a me pare, ma è sicuramente perché non capisco niente di ste robe, che la trippa sta finendo.

martedì 12 novembre 2013

cuore di mamma

 bruno a scuola è un disastro, nel comportamento. mi hanno già convocata, e stasera alla riunione di interclasse, con tutte le classi e tutti i rappresentanti dei genitori, le maestre hanno detto che nella sua classe ci sono due bambini che presentano gravi problemi di comportamento, e io sapevo che uno di quei due era mio figlio, e devo fare la relazione della riunione per tutti i genitori e devo scrivere che le maestre hanno detto che ci sono due bambini con gravi problemi di comportamento, e tutti sapranno che uno è mio figlio, e anche stasera, dopo riunione, alla fine mi hanno detto che devo tirargli le orecchie, al che io ho detto che se ha le orecchie un po' a sventola, un motivo c'è.
e poi la maestra mi ha raccontato che oggi bruno è entrato in classe e i suoi compagni hanno cominciato a dirgli: io non vengo alla tua festa! io non vengo alla tua festa! ma con cattiveria, per ferirlo, e la maestra, che è una mia amica, ha pensato: beh, te la sei cercata, ti sta bene, ma poi ha visto che lui è sbiancato, e allora ha cominciato a riprenderli.
e me l'ha detto, e a me si è stretto il cuore, e avrei voluto che ci fosse lei, al mio posto, ma tanto io, al suo, non ci sarei stata.
e sono tornata a casa con un peso nel cuore, e una stanchezza, e una tristezza, che adesso vado a letto anche se kill bill 2 non è ancora finito.

ma la crisi che cos'è 1

in portogallo c'è gente che rinuncia ai domiciliari perché almeno, dentro,  mangiano qualcosa. altrimenti starebbero per strada. l'hanno detto adesso a ballarò.

lunedì 11 novembre 2013

io

'la dolcedulcinea che non è dolce per nessuno. Neanche per me.'
  eh, quello sì che aveva capito tutto.

martedì 5 novembre 2013

disturbi e orientamenti

ho sentito stamattina alla radio che l'associazione degli psichiatri americani ha depennato la pedofilia dalla lista dei disturbi psichiatrici declassandola a semplice orientamento.
cioè, ci sono gli asessuali, gli eterosessuali, gli omosessuali e i pedofili.

una giornata come tante


ieri mattina mi sono svegliata alla quattro, perché il professore doveva prendere un aereo, e anche se ha fatto pianissimo e non ha acceso la luce, voglio dire, non è stata colpa sua,  io mi sono svegliata lo stesso, e non riuscivo più a riaddormentarmi, ho acceso la radio pianissimo per vedere se ci riuscivo, avrò dormito mezz’ora, perché la sveglia era come sempre alle sei e un quarto, e io lo sapevo, è per quello che non riuscivo ad addormentarmi, forse, comunque poi ho rimandato le solite due o tre volte la sveglia, ce l’ho a intervalli di cinque minuti, poi mi sono alzata, ho svegliato agostino, l’ho aiutato a vestirsi, ho tolto dalla tavola i resti della cena della sera precedente, perché ero andata al corso di icone, ed ero tornata tardi, c’era ancora la zuppa di verze e salsiccia di bruno sulla tavola, che calda è buonissima, ma fredda, alla mattina alle sei, beh, non fa proprio un bel vedere,  e mentre preparavo la colazione per me e ago ho svuotato la lavastoviglie che era piena di roba pulita e l’ho riempita con quella sporca, c’è stato quasi tutto, e l’ho fatta partire, e ho preparato la merenda di ago, l’ho accompagnato al pulmino, poi sono rientrata e mi sono vestita per andare a scuola, ho svegliato bruno, che è ha l’otite e doveva andare dalla nonna, non si voleva alzare, intanto ho vestito antonio, si sono messi a giocare, ho preparato la colazione a bruno, antonio non è venuto, bruno non saliva di sopra a mettersi le scarpe, ero in ritardo, ho preparato la borsa dei libri da riportare in biblioteca che mi hanno fatto la multa, la prima volta che me l'hanno fatta sono stata male tutto il giorno perché mi erano arrivati una fila di messaggi ognuno con scritto che dovevo pagare 3 euro, avevo una marea di libri, invece sono tre euro in tutto per il richiamo, per fortuna che li avevo presi tutti lo stesso giorno, avrei dovuto portare bruno dal dottore, ma non ce l’ho fatta, l’ho lasciato da mia madre con la medicina e le sue costruzioni lego, ho portato antonio a scuola, era tardi e chiudono il cancelletto così ho dovuto fare il giro lungo, a scuola sono arrivata in ritardo, di corsa, con la valigia che pesa, per fortuna che non dovevo supplire nessuno e ho un’ora di compresenza, poi mi sono fatta le mie ore di lezione, la mensa, e  alle tre ho finito, sono andata a prendere antonio, l’ho portato dalla nonna, via di corsa a prendere ago a scuola, che deve andare al minivolley, ce l’ho portato, sono tornata a scuola per la riunione di programmazione, è finita alle sei, sono andata in biblioteca, ho sganciato i libri e pagato la multa, mentre uscivo ho visto un libro del banchetto pro-missione, fai un’offerta minimo due euro e ti prendi un libro, questo lo volevo proprio leggere, i beati anni del castigo, l’ho preso anche se avevo pochi soldi da dare, uscendo dalla biblioteca ho letto le prime righe e molto modestamente ho pensato: toh, guarda, una che scrive come me, ma non ho potuto andare avanti, chissà dove l'ho meso, a proposito, sono tornata da mia madre, in macchina sentivo che mi addormentavo, per fortuna no,  ho mangiato da lei coi bambini e sono andata alle prove del coro, sono tornata a riprendere i bambini, ho caricato tutto in macchina, era tardissimo per i bambini, alle dieci erano finalmente tutti  a nanna, sono scesa di sotto, ho preso il mac, ho letto la posta, ho scritto un paio di mail urgenti e intanto ho trovato una di quelle commedie sentimentali americane che mi piacciono tanto, con tom hanks e julia roberts, e poi sono andata a letto.
avevo deciso di fare questa cronachetta ogni giorno, dopo che il professore, appena tornato dalla settimana in gita a berlino e in partenza per la tre giorni di formazione e scambio tra superprofessori in masseria a brindisi, mi ha detto: vorrei io fare tutte le cose che fai tu!
e io ho pensato: eh, magari!
poi ho pensato: ma chi me lo fa fare? e ho deciso che la cronachetta, io, non la faccio più.

domenica 3 novembre 2013

una parentesi televisiva

cercando qualcosa che si veda senza antenna sono capitata su italia uno, c'è lucignolo, enrico ruggeri ansioso di incontrare due ragazze: una asessuale e una poliamorosa.
quella asessuale, che con rispetto parlando... no dai non dico niente, dico solo che non occorreva che lo dicesse proprio chiaramente, ecco, inizia con la solita storia che siccome quello sessuale è un orientamento, non è che si sceglie.
e torniamo ai fondamentali: ma perché non imparate l'italiano? o, non so, perché non sapete come tutti a memoria le solite citazioni di oscar wilde, tipo solo gli imbecilli non cambiano mai idea?
che sia un'attrice? ho pensato anche a quello.
quell'altra ha relazioni multiple consenzienti, cioè lo sanno tutti degli altri (mah, chissà).
comunque adesso ruggeri ha interrotto per un po' perché qua c'è davvero molto da dire.
non vedo l'ora, guarda.
per fortuna che inizia la domenica sportiva, e magicamente si vede benissimo.

venerdì 1 novembre 2013

alzabandiera


le gravidanze a me hanno lasciato il dono delle lacrime.
mi commuovo. mi si riempiono gli occhi di lacrime. e io le lascio uscire.
è da un po' che mi succede ogni volta che sento l'inno nazionale. stamattina, dopo la messa, stavo lì davanti a quell'orrendo monumento ai caduti che c'è all'ingresso del paese, tre pale di cemento con un'aquila sopra a ognuna, di cemento anche quella, legate tra loro da due grosse catene, coi nomi di bronzo dei caduti e dei dispersi delle due guerre, il tutto racchiuso da un cancelletto, con una colonnina e la luce sempre spenta nel mezzo. la banda suonava l'inno mentre alzavano la bandiera, e mentre la guardavo salire, quella brutta bandiera con quei brutti colori, mi sono commossa, e poi iccio ha suonato il silenzio, che non c'è niente da fare, le trombe sono tutte uguali, come le voci ben educate, le note le fanno tutte, ma ci sono quelle che le ascolti e basta e quelle che ti annodano le budella, poi nella sede degli alpini avrei voluto dirgli 'grazie', che anch'io come paolo nori penso che sarebbe molto meglio dire grazie invece che battere le mani, ma non potevo, gli ho detto solo 'complimenti', che lui mi fa 'per cosa, per le tartine?', e intanto che la tromba suonava ho pensato a quell'articolo del new york times di frank bruni, un americano innamorato dell'italia, su internazionale di questa settimana l'hanno tradotto, ma ne aveva già parlato paolo conti qualche giorno fa in un suo articolo sul corriere, e diceva: quell'italia che ti spezza il cuore. quest'italia che mi spezza il cuore a vederla, a pensarci, come una donna bella e intelligente che fa la puttana per comprarsi una borsa firmata. una di queste mattine il giornalista che conduce prima pagina, marco immarisio, ha detto qualcosa sulla cronaca nera, che è come una specie di spia della realtà del paese, e mi sono venute in mente quelle ragazze di quattordici e quindici anni che a roma si prostituivano per quattro soldi.
poi mentre preparavo le crepes per la colazione - beh, in fondo oggi è l'onomastico di tutti - alla radio hanno parlato di un altro articolo, la storia incredibile, inenarrabile, di un nordcoreano, Shin Dong-hyuk, che è nato in uno dei campi di concentramento di quel paese, l'unico nato lì a essere uscito vivo, i segni delle torture e le rilevazioni del satellite sono le uniche prove al suo racconto, pubblicato in un libro che si intitola Escape from Camp 14, non sapeva niente di cosa ci fosse fuori, non sapeva niente di niente, quando lo hanno portato in mezzo al campo per assistere all'impiccagione di sua madre ha avuto un pensiero di gratitudine, uno in meno che gli rubava il cibo, sua madre l'hanno impiccata perché aveva tentato di scappare, è stato lui a denunciarla ai suoi aguzzini, era la legge del campo, e lui sperava di avere una razione extra di cibo, invece l'hanno torturato orribilmente. poi è arrivato un alto ufficiale caduto in disgrazia, che gli ha raccontato del mondo di fuori, della televisione e di tante altre cose, ma niente era come il racconto delle avventure culinarie, lui leccava la zuppa dal pavimento, se le guardie erano di buon umore concedevano agli internati di catturare dei topi, li mangiavano crudi, manco sapeva che la carne si cuocesse, è scappato con un suo compagno che è rimasto fulminato, e lui è passato solo perché ha potuto passare sopra al suo cadavere. anche adesso, racconta al giornalista, la libertà per lui è un pollo arrosto.
l'articolo originale, pubblicato sul financial times, si trova qui:
http://www.ft.com/cms/s/2/1505c16a-0ff2-11e3-99e0-00144feabdc0.html#axzz2jQwLJKSy