domenica 27 gennaio 2013

oswiecim

come ho già detto altre volte, la cosa per me più impressionante di oswiecim, alias auschwitz, sono le grandi teche del museo in cui sono ammassati gli oggetti sequestrati ai prigionieri. perché le baracche, i vialetti, perfino il cancello, senza il fango e l'odore di carne bruciata e di morte, non ti dicono niente di vero. ma quelle teche, gigantesche scatole di vetro con le loro laconiche didascalie, quelle sono lì, a parlare per i loro proprietari.
7 tonnellate di capelli di donna.
montagne di scarpe.
occhiali.
valigie.
spazzole.
gambe di legno.
non si può capire. capire è comprendere, e quindi un po' giustificare, come diceva primo levi.
non si può, non si deve capire.
io, almeno, non posso.





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