oggi pomeriggio ho portato la macchina dall'elettrauto, chissà, forse avrò la radio in macchina, finalmente, e poi mi sono fatta accompagnare da mio padre in biblioteca, per restituire dei libri e aspettare che mauro venisse a prelevarmi, visto che stavo a piedi. adesso in biblioteca hanno messo delle poltrone, proprio davanti alle riviste, e io ho scelto l'ultimo numero de La cucina italiana. mi accomodo nella poltrona ma vedo sul tavolo basso che mi sta accanto un libro con la faccia di simone weil in copertina.
è una sceneggiatura di liliana cavani, del 74. comincio a leggere.
e leggo, leggo, e poi gli occhi mi si riempiono di lacrime, a ripensare alla grandezza di questa piccola donna, all'incomprensione che sempre ha dovuto patire e alla sua ostinata perseveranza nella ricerca della verità, la sua, la sua fedeltà al vero, senza alcun cedimento al rispetto umano, mai.
sto piangendo con la cucina italiana in grembo, e questo libretto in mano mentre un tipo, che non vedo che faccia ha perché mi sono tolta gli occhiali, sta guardando sopra la mia testa le riviste nell'espositore.
leggo il finale, sugli ultimi momenti di simone nel sanatorio, con una donna delle pulizie che era diventata sua amica che si è imparata a memoria l'ultimo foglio, tutto spiegazzato, lasciato da simone sul letto prima di morire, se l'è imparato anche se non lo capisce, ancora.
leggo il finale, sugli ultimi momenti di simone nel sanatorio, con una donna delle pulizie che era diventata sua amica che si è imparata a memoria l'ultimo foglio, tutto spiegazzato, lasciato da simone sul letto prima di morire, se l'è imparato anche se non lo capisce, ancora.
poi mi guardo il numero natalizio della cucina italiana, finché non mi arriva il messaggio di mauro: sono qui fuori.
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