sono alla messa della notte di natale e sento l'annuncio della nascita di Gesù:
Trascorsi molti secoli dalla creazione del mondo,
quando in principio Dio creò il cielo e la terra e plasmò l’uomo a sua immagine;
e molti secoli da quando, dopo il diluvio,
l’Altissimo aveva fatto risplendere tra le nubi l’arcobaleno, segno dell’alleanza e di pace;
ventuno secoli dopo che Abramo, nostro Padre nella fede, migrò dalla terra di Ur dei Caldei;
tredici secoli dopo l’uscita del popolo d’Israele dall’Egitto sotto la guida di Mosè,
circa mille anni dopo l’unzione regale di Davide;
nella sessantacinquesima settimana secondo la profezia di Daniele,
all’epoca della centonovantaquattresima Olimpiade;
nell’anno settecentocinquantadue dalla fondazione di Roma;
nel quarantunesimo anno dell’impero di Cesare Ottaviano Augusto,
mentre su tutta la terra regnava la pace,
Gesù Cristo, Dio eterno e Figlio dell’eterno Padre,
volendo santificare il mondo con la sua prima venuta,
concepito per opera dello Spirito Santo, trascorsi nove mesi,
nasce in Betlemme di Giuda dalla Vergine Maria, fatto uomo:
Natale di nostro Signore Gesù Cristo secondo la carne.
mi viene il pensiero che sono passati venti secoli anche dalla nascita di Gesù.
venti secoli di attesa della seconda venuta di Gesù, venti secoli della nuova era della creazione, quella in cui il verbo si è fatto carne, e ha posto la sua dimora in mezzo a noi.
e poco dopo, vengo a sapere che a una coppia di amici è stato detto che dopo vent'anni ormai non ha più senso chiedere l'annullamento del matrimonio del marito con la sua prima moglie, motivo per cui i miei amici non sono ammessi ai sacramenti. ma non importa: il vescovo ha deciso che possono fare la comunione. mettiamoci una pietra sopra. siete brave persone, vi amate, avete figli che avete cresciuto con amore. va ben così, cosa occorre tirar fuori una storia vecchia di vent'anni, fare un processo, spendere soldi, rivangare scelte, esaminare... eh, il matrimonio no, non si può fare, ma la comunione, ci mancherebbe.
perché la parola magica è diventata: dipende.
un po' la stessa cosa che ha detto la commissione come si chiama per autorizzare i vaccini prodotti con linee cellulari provenienti da feti abortiti non spontaneamente: la responsabilità è piccolissima, passiva, perché quegli aborti sono stati praticati tantissimi anni fa, e quei cattolici particolarmente sensibili, che si fanno lo stesso scrupoli morali, sono invitati a pensare che hanno una grossa responsabilità, e che, in pratica, a causa dei loro scrupoli (che, io lo so, lo scrupolo è già un peccato in sé) mettono in pericolo molte persone.
certo non hanno scritto proprio così, hanno scritto questo (punto 13):
13. Sulla responsabilità morale di sottoporsi alla vaccinazione (anche in base a quanto detto al n. 3), occorre ribadire come questa tematica implichi anche un rapporto tra salute personale e salute pubblica, mostrandone la stretta interdipendenza. Alla luce di questo nesso, riteniamo importante che si consideri al riguardo la presa di una decisione responsabile, atteso che il rifiuto del vaccino può costituire anche un rischio per gli altri. Ciò vale anche qualora, in assenza di alternativa, la motivazione fosse di evitare di trarre benefici dagli esiti di un aborto volontario. Infatti, in questi casi, come chiarisce la Congregazione per la Dottrina della Fede si può ritenere, a precise condizioni, “moralmente accettabile utilizzare i vaccini anti-Covid-19 che hanno usato linee cellulari provenienti da feti abortiti nel loro processo di ricerca e produzione.”[16] Si tratta qui di cooperazione materiale passiva (e non formale), poiché è indiretta e remota[17] date l’intenzione da cui è sottesa la scelta, la contingenza rispetto all’evento imputato e le circostanze in cui oggi ci troviamo: sono quindi non vincolanti i criteri che la renderebbero eticamente illecita. Pertanto, tale rifiuto potrebbe aumentare seriamente i rischi per la salute pubblica.[18] Infatti, da un lato, si troverebbero più esposte alle infezioni quelle categorie di soggetti che non possono essere vaccinati (es. immunosoppressi) e che quindi, per evitare il rischio di contagio, possono contare solo sulla copertura vaccinale altrui (e sull’immunità di gregge). Dall’altro, l’ammalarsi determina un aumento dei ricoveri con conseguente sovraccarico per i sistemi sanitari, fino a un possibile collasso, come sta accadendo in diversi Paesi durante questa pandemia, ostacolando l'accesso all'assistenza sanitaria, ancora una volta a spese di chi ha meno risorse. Anche i vescovi di Inghilterra e Galles hanno recentemente ribadito che è necessario accogliere il vaccino non solo per la propria salute, ma anche in nome della solidarietà con gli altri, specialmente i più vulnerabili.[19]
ecco. io sarò una povera cretina, ma qualcuno mi deve spiegare in che modo i signori della commissione, che ho scoperto si chiama:
Commissione Vaticana Covid-19 in
collaborazione con la Pontificia Accademia per la Vita
che ha chiamato la nota in questione “Vaccino per
tutti. 20 punti per un mondo più giusto e sano"
qualcuno, dicevo, mi deve spiegare perché persone che dicono di credere in uno che si è fatto mettere in croce innocente, che dicono di credere che questo uomo sia anche dio, e che si sia lasciato mettere in croce e che abbia detto a chi lo seguiva di fare altrettanto, per la salvezza di tutti, perché, chiedo, queste persone vengono a dirmi che la vita di qualcuno vale più di quella di qualcun altro, che il fine giustifica i mezzi, anzi: che non devo farmi neanche certe domande, perché con questo metto in pericolo la vita di altri, che la cooperazione è passiva, indiretta, remota, remota perché è passato qualche anno, persone che si saranno trovate anche loro, voglio sperare, a sentire l'annuncio del natala del loro signore, magari l'avranno proprio letto loro, con la loro bocca e la loro voce, a contare i secoli passati, e queste stesse persone dicono che quei quarant'anni passati da quando sono state prodotte le linee cellulari sono un tempo remoto, a cui ormai non si deve pensare più.
l'avevano del resto già scritto anni fa. In una nota del 2017, infatti, si legge:
Nel passato i vaccini possono essere stati preparati da cellule provenienti da feti umani abortiti, ma al momento le linee cellulari utilizzate sono molto distanti dagli aborti originali.
...
Va considerato che oggi non è più necessario ricavare cellule da nuovi aborti volontari, e che le linee cellulari sulle quali i vaccini in questione sono coltivati derivano unicamente dai due feti abortiti originariamente negli Anni Sessanta del Novecento.
(la nota si può leggere qui)
la nota del 2017 si riferiva a vaccini come quello per la rosolia, la varicella, la polio, l'epatite A.
non è più necessario, adesso. necessario.
le linee cellulari sono molto distanti. distanti.
i feti da cui hanno ricavato le linee cellulari avrebbero la mia età. remoti.
questi preparati per il covid-19 che chiamiamo convenzionalmente vaccini, che per la prima volta applicano una tecnica genetica che da molto tempo si cerca di testare per la cura di alcuni tumori, hanno avuto per me il risvolto positivo di aprirmi una finestra sull'uso di queste linee cellulari che provengono da feti abortiti volontariamente, cosa che, ho scoperto, avviene da molti anni e riguarda praticamente tutti i vaccini (se interessa, è ricostruito qui). e mi sembrerebbe cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, pretendere che si trovino altre strade, mi sembrerebbe doveroso lottare perché sui vaccini, su tutti i vaccini, sia scritto: prodotto senza utilizzare linee cellulari provenienti da aborti volontari, almeno così come si chiede che le creme per la faccia non siano sperimentate su animali.
non vi sembra, cari esperti della commissione, della pontificia accademia per la vita, che sia un mondo più giusto e più sano (forse manca una T) quello in cui non si abortiscono bambini a pagamento per immolarli al progresso della scienza e della salute pubblica?????
il natale, Gesù che viene, la memoria della sua venuta duemila anni fa, non smette di provocare la mia coscienza. ognuno interroghi la sua. le letture del tempo, sempre le stesse, sempre nuove, ci vengono in aiuto con la loro incredibile potenza creatrice.
concludo con un'altra lettura di questo tempo, che ho ascoltato nella prima domenica dopo il natale, 29 dicembre, dal vangelo di Luca:
Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
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