Vi racconto come sono tornato da loro: avanzando sugli ampi tatami bianchi, uscii dal tempio di Choraku-ji, discesi gli antichi canali estivi in pietra murata; continuai giù per le ampie scale, passando davanti a elaborate lanterne, attraversai la passerella di un parco, superando coppie sedute sulle panchine e branchi di turisti in cappello bianco floscio curvi sotto il peso delle videocamere; percorsi un altro complesso di templi ad archi e lampioni vermigli pieni di cortili immacolati, chioschi, timpani affusolati le cui immagini erano seminascoste dall'oscurità come i guanti già scuri di Piccola Montagna sotto il ponte in quella giornata uggiosa dell'anno prima; alcuni steli si riparavano dietro recinzioni vermiglie - e ricordo una giovane coppia di ricchi che calcava il lastricato a grandi passi, lui la circondava con il braccio, lei agitava un opuscolo ufficiale mentre s'inoltravano fra i raggi del sole alla fine della rampa successiva oltre la quale cominciava il costoso quartiere commerciale di Kyoto: vetrine di gelati, set da calligrafia, kimono, lampade; e dopo innumerevoli e splendidi oggetti e immagini riflesse, dopo frotte di liceali in uniforme, vecchie coppie e uomini d'affari in completo smilzo, belle commesse sulla soglia che attendevano di fare l'inchino, dopo tutti i ripiani lucenti dentro i distributori automatici di bibite, le cartolerie e gli alberghi, le librerie, le borse, i telefoni pubblici e i distributori automatici di sigarette, le beate folle serali, arrivai finalmente al fiume e , nella bella serata stiva che splendeva sul fiume, , osservando il panorama estivo, attraversai il ponte, rasentai il rafinato ristorante di anguille dove avrei speso cento dollari per una cena a due, e scesi le ultime scale che portavano al molo. e lì, sotto il ponte, nella bella serata estiva che splendeva sul fiume, campeggiava una fila di oggetti informi telonati di blu simili a capannoni; le biciclette attendevano i proprietari; casse simili a gabbie contenevano altri averi; le sedie pieghevoli per la maggior parte erano vuote; e dietro a tutto questo, un'altra giovane coppia di ricchi, lui con il braccio inrono ai fianchi di lei, ammirava il sole della sera riflesso sull'acqua.
Willam T. Vollmann, I poveri, pp. 127-128
Nessun commento:
Posta un commento