Adesso pioveva e faceva buio a Ciudad Bolìvar, l'ora degli stupratori e degli assassini si avvicinava a quelle mura grigie come il cielo, ai fari sfarfallanti dell'autobus, all'adesivo della Vergine sul finestrino illuminato e bagnato di pioggia, alle luci del caseggiato che splendevano fosche, alle recinzioni cadenti, ai mattoni vecchi e brutti, alla plastica sporca e brutta, alle luci sotto il ponte, luci fioche bagnate di pioggia, e le montagne erano blu su blu, fosche come i lampioni riflessi dalle grigie increspature di una pozzanghera.
Al mattino l'obitorio riceveva gli ultimi cadaveri nudi e ricuciti, avvolti nei sacchi neri per non fare uscire le pallottole prima dell'indagine. Quando li vidi, avevano le mani incrociate sul pube o congelate nello sforzo di afferrare l'aria. Erano già color argilla.
William T. Vollmann, I poveri, pp. 178-179
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