lunedì 27 agosto 2012

poesie sui muri

paolo nori ha scritto che  a lui non gli piacerebbe andare dal gommista e trovare scritto sul muro una frase di un romanzo, per esempio lui cita l’inizio di Anna Karenina  «Tutte le famiglie felici sono simili fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo».
perchè, dice nori, 'Secondo me, non che abbia niente contro i gommisti, ci mancherebbe, i gommisti mi sono simpatici, per non parlare dei supermercati, però, quello che volevo dire, che Tolstoj, secondo me non sarebbe molto contento, che, da un gommista, ci scrivessero l’inizio di Anna Karenina, non è il suo posto, i gommisti, sui muri, ci metton delle altre cose, i gommisti'. (il post è questo qui)
io, se andassi dal gommista e invece dei soliti poster con le tettone senza peli nè mutande vedessi scritto sul muro quella frase lì, soprattutto da quando anch'io faccio parte di quella categoria delle famiglie tutte diverse, che non lo so se è proprio vera, però in effetti ti dà da pensare, ecco, se la trovassi penserei: cacchio, però, sto gommista, e mi starebbe subito molto, ma molto simpatico, e ci potrei anche parlare, magari, invece di dovermi girare dall'altra parte e sperare che faccia prima possibile. anzi, prima penserei che forse il gommista è una donna, penserei. poi che è simpatico e tutto il resto. allora gli ho scritto una mail per dirglielo, a paolo nori, e gli ho scritto anche non sei d'accordo neanche tu, perché una volta hai detto 'Perché a me sembra che la letteratura, più che nei centri congressi, sia più facile trovarla nella spazzatura, nei cassonetti, negli ospedali, sui filobus, nelle sale d’attesa degli ambulatori veterinari, nei bagni dei cinema, nei sottopassaggi abbandonati, sotto i cavalcavia, nei prati dopo che hanno smontato i tendoni dei circhi, nelle tabaccherie, nelle collezioni di francobolli, negli espositori delle cartoline, nei pavimenti dei bar quando sono cosparsi di segatura e in tanti altri posti ancora, ma è finito lo spazio di questo articolo'.(il post è questo qui)
e io credo di aver capito, e anche di essere abbastanza d'accordo, a parte i cassonetti, che puzzano, e la poesia non può fare schifo,  i bagni dei cinema e i prati dopo dei circhi, che resta solo il l'erba secca con tutta la puzza del circo ma senza il circo, solo che io quando sto all'auchan come l'altro giorno e hanno messo Sì, viaggiare di lucio battisti, mi è venuto in mente che è da un pezzo che non la sentivo, da quando avevo il mangiacassette nell'A112che funzionava (il mangiacassette, la macchina va ancora) e avevo tutte le cassette di lucio e avevo la storia con l'uomo che volevo sposare e invece si è sposato con un'altra, e mettevo la musica a tutto volume con quel ritmo fluente di vita nel cuore, a me non me ne frega niente che sto al supermercato, e anche se spingo il carrello, quello non vuol dire niente, non importa niente dove sei, se mettessero su maria callas al supermarket io sarei felicissima, perché se una cosa è bella, se è meravigliosa, come maria callas che canta casta diva, ti entra dentro e un po' ti cambia, almeno ti cambia quel momento lì, che non è più solo fare la spesa e spingere il carrello.
 quello che fa schifo non sono le canzoni belle usate di sottofondo al supermercato, o le poesie o le frasi scritte sui muri,  magari fosse pieno come ho scoperto che è a leiden, in olanda, che su tutti i muri delle case ci sono delle poesie, c'è anche montale 
quello che fa schifo è come ho visto stasera in una pubblicità di non so cosa alla tivù che ci hanno messo il dies irae di mozart sotto. 
e lui mi ha risposto Quando facevo l'elenco dei posti dove si trova la letteratura, non intendevo delle frasi di Tolstoj. Le frasi dei romanzi, secondo me, sui muri, non ci stanno mica bene. 
io l'avevo capito, che quando diceva la letteratura si trova più ecc. ecc. intendeva dire che sono luoghi più letterari, che sono più carichi di significati poetici di altri, tipo, che ne so, i centri congressi (il che, sinceramente, con tutto il rispetto e l'ammirazione che ho e mi pare che l'abbiano capito tutti che ce l'ho, mi pare dicevo un po' -un po'- banale). ecco, io l'avevo capito, però se uno dice così, poi non può dire che gli piace di più vedere sui muri dei gommisti le solite cose che si trovano dai gommisti, e le frasi dei romanzi stanno bene nei libri, e poi fare un blog dove appendi le frasi dei romanzi come fosse la tua vetrina, come dire: ecco, il mio quadretto sì che è un bel posto, il gommista no.
che poi dal gommista ci vanno tutti, molti di più di quelli che leggono i blog, anzi mi sa che comincio a scrivere le poesie sui muri della scuola. beh, attacco un cartellone, non si può scrivere sui muri, a scuola.

4 commenti:

  1. Che bel pezzo!! Mi è piaciuto molto la parte centrale dove parli delle cassette di Battisti in macchina, mi sono sentita trasportata anch'io in un'estate lontana ormai anni, passioni dimenticate... un po' di tristezza, forse. Ma anche quella fa parte della vita.
    Io dai gommisti non ci vado ma se ci andassi, preferirei sicuramente vedere una poesia sul muro, o un brano di letteratura... non importa che sia Tolstoj. Può scriverlo anche il gommista, il pezzo. Anzi, sarebbe forse anche meglio. La letteratura deve uscire dai ghetti a lei riservati, deve diventare di pubblico dominio... A che pro l'elitismo? La bellezza va condivisa.

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  2. Una volta che avevo forato una ruota della bici, capitai da un meccanico per bici dalle parti di Como. Era un tipo burbero, chiacchierone che sbraitava contro tutto e tutti (politici in particolare). Aveva incorniciata e affissa ad una parete dell'officina la poesia "Il ciclista" di Gianni Rodari (Filastrocca del gregario / corridore proletario ...). Da allora ci vado sempre

    pioricciardi@yahoo.it

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  3. ...
    Giusto era il segno: chi l'ha ravvisato
    non può fallire nel ritrovarti.
    Ognuno riconosce i suoi: l'orgoglio
    non era fuga, l'umiltà non era
    vile, il tenue bagliore strofinato
    laggiù non era quello di un fiammifero.

    E. MONTALE, Piccolo testamento

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