paolo nori ha scritto che a lui non gli piacerebbe andare dal gommista e trovare scritto sul muro una frase di un romanzo, per esempio lui cita l’inizio di Anna Karenina «Tutte le
famiglie felici sono simili fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a
modo suo».
perchè, dice nori, 'Secondo me, non che abbia niente contro i gommisti, ci mancherebbe, i gommisti mi sono simpatici, per non parlare dei supermercati, però, quello che volevo dire, che Tolstoj, secondo me non sarebbe molto contento, che, da un gommista, ci scrivessero l’inizio di Anna Karenina, non è il suo posto, i gommisti, sui muri, ci metton delle altre cose, i gommisti'. (il post è questo qui)
perchè, dice nori, 'Secondo me, non che abbia niente contro i gommisti, ci mancherebbe, i gommisti mi sono simpatici, per non parlare dei supermercati, però, quello che volevo dire, che Tolstoj, secondo me non sarebbe molto contento, che, da un gommista, ci scrivessero l’inizio di Anna Karenina, non è il suo posto, i gommisti, sui muri, ci metton delle altre cose, i gommisti'. (il post è questo qui)
io, se andassi dal gommista
e invece dei soliti poster con le tettone senza peli nè mutande vedessi
scritto sul muro quella frase lì, soprattutto da quando anch'io faccio
parte di quella categoria delle famiglie tutte diverse, che non lo so se
è proprio vera, però in effetti ti dà da pensare, ecco, se la trovassi
penserei: cacchio, però, sto gommista, e mi starebbe subito molto, ma
molto simpatico, e ci potrei anche parlare, magari, invece di dovermi
girare dall'altra parte e sperare che faccia prima possibile. anzi, prima penserei che forse il gommista è una donna, penserei. poi che è simpatico e tutto il resto. allora gli ho scritto una mail per dirglielo, a paolo nori, e gli ho scritto anche non sei
d'accordo neanche tu, perché una volta hai detto 'Perché a me sembra che la
letteratura, più che nei centri congressi, sia
più facile trovarla nella spazzatura, nei cassonetti, negli ospedali,
sui filobus, nelle sale d’attesa degli ambulatori veterinari, nei bagni
dei cinema, nei sottopassaggi abbandonati, sotto i cavalcavia, nei prati
dopo che hanno smontato i tendoni dei circhi, nelle tabaccherie, nelle
collezioni di francobolli, negli espositori delle cartoline, nei
pavimenti dei bar quando sono cosparsi di segatura e in tanti altri
posti ancora, ma è finito lo spazio di questo articolo'.(il post è questo qui)
e io credo
di aver capito, e anche di essere abbastanza d'accordo, a parte
i cassonetti, che puzzano, e la poesia non può fare schifo, i bagni dei cinema e i prati dopo dei circhi, che resta
solo il l'erba secca con tutta la puzza del circo ma senza il circo, solo
che io quando sto all'auchan come l'altro giorno e hanno messo Sì,
viaggiare di lucio battisti, mi è venuto in mente che è da un pezzo che non la sentivo, da quando avevo il mangiacassette
nell'A112che funzionava (il mangiacassette, la macchina va ancora) e avevo tutte le cassette di lucio e avevo la storia
con l'uomo che volevo sposare e invece si è sposato con un'altra, e
mettevo la musica a tutto volume con quel ritmo fluente di vita nel
cuore, a me non me ne frega niente che sto al supermercato, e anche se
spingo il carrello, quello non vuol dire niente, non importa niente dove
sei, se mettessero su maria callas al supermarket io sarei felicissima,
perché se una cosa è bella, se è meravigliosa, come maria callas che
canta casta diva, ti entra dentro e un po' ti cambia, almeno ti cambia quel momento lì, che non è più solo fare la spesa e spingere il carrello.
quello che fa
schifo non sono le canzoni belle usate di sottofondo al supermercato, o le poesie o le frasi scritte sui muri, magari fosse pieno come ho scoperto che è a leiden, in olanda, che su tutti i muri delle case ci sono delle poesie, c'è anche montale
quello che fa schifo è come ho visto stasera in una pubblicità di non so cosa alla tivù che ci hanno messo il
dies irae di mozart sotto.
e lui mi ha risposto Quando facevo l'elenco dei posti dove si trova la letteratura, non
intendevo delle frasi di Tolstoj. Le frasi dei romanzi, secondo me, sui
muri, non ci stanno mica bene.
io l'avevo capito, che quando diceva la letteratura si trova più ecc. ecc. intendeva dire che sono luoghi più letterari, che sono più carichi di significati poetici di altri, tipo, che ne so, i centri congressi (il che, sinceramente, con tutto il rispetto e l'ammirazione che ho e mi pare che l'abbiano capito tutti che ce l'ho, mi pare dicevo un po' -un po'- banale). ecco, io l'avevo capito, però se uno dice così, poi non può dire che gli piace di più vedere sui muri dei gommisti le solite cose che si trovano dai gommisti, e le frasi dei romanzi stanno bene nei libri, e poi fare un blog dove appendi le frasi dei romanzi come fosse la tua vetrina, come dire: ecco, il mio quadretto sì che è un bel posto, il gommista no.
che poi dal gommista ci vanno tutti, molti di più di quelli che leggono i blog, anzi mi sa che comincio a scrivere le poesie sui muri della scuola. beh, attacco un cartellone, non si può scrivere sui muri, a scuola.
Che bel pezzo!! Mi è piaciuto molto la parte centrale dove parli delle cassette di Battisti in macchina, mi sono sentita trasportata anch'io in un'estate lontana ormai anni, passioni dimenticate... un po' di tristezza, forse. Ma anche quella fa parte della vita.
RispondiEliminaIo dai gommisti non ci vado ma se ci andassi, preferirei sicuramente vedere una poesia sul muro, o un brano di letteratura... non importa che sia Tolstoj. Può scriverlo anche il gommista, il pezzo. Anzi, sarebbe forse anche meglio. La letteratura deve uscire dai ghetti a lei riservati, deve diventare di pubblico dominio... A che pro l'elitismo? La bellezza va condivisa.
eh, ma tu sei una donna...
RispondiEliminaUna volta che avevo forato una ruota della bici, capitai da un meccanico per bici dalle parti di Como. Era un tipo burbero, chiacchierone che sbraitava contro tutto e tutti (politici in particolare). Aveva incorniciata e affissa ad una parete dell'officina la poesia "Il ciclista" di Gianni Rodari (Filastrocca del gregario / corridore proletario ...). Da allora ci vado sempre
RispondiEliminapioricciardi@yahoo.it
...
RispondiEliminaGiusto era il segno: chi l'ha ravvisato
non può fallire nel ritrovarti.
Ognuno riconosce i suoi: l'orgoglio
non era fuga, l'umiltà non era
vile, il tenue bagliore strofinato
laggiù non era quello di un fiammifero.
E. MONTALE, Piccolo testamento