hai dodici anni, sei una promessa della scherma italiana, hai già fatto le prime gare.
ti prendi una malattia orrenda e ti svegli che ti hanno tagliato braccia e gambe. ti fanno delle protesi speciali per le braccia e cominci daccapo a fare quello per cui sei viva. beatrice detta bebe vio è campionessa mondiale di scherma su carrozzina, ha diciotto anni e adesso ha scritto un libro.
l'altro giorno al tg3 veneto hanno mandato un servizio, iniziando con la prefazione di jovannotti al suo libro, che si intitola come un verso di una delle sue canzoni, 'mi hanno regalato un sogno', che messo qua fa già un certo effetto, ma a me la cosa che mi ha fatto piangere di più è stato quello che beatrice ha detto sul fatto di scrivere un libro, un'autobiografia, l'ha detto continuando a gesticolare, che io non avevo ancora scoperto che sono delle protesi, sorridendo su una faccia che sembra abbia appena avuto un frontale con l'asfalto, invece è che la necrosi che l'ha colpita dopo la meningite le ha pure rovinato la faccia. tutti stanno lì a scrivere il libro sulla loro vita, mentre lei, questa vita che altri avrebbero maledetto, la vuole solo vivere contando i giorni che le sono dati come dono. ho trascritto il pezzetto dell'intervista:
il video si trova qui dal minuto 17 e 20, circanon volevo (scrivere il libro) perché dicevo che non avevo niente da dire, cioè, chi mi bada, secondo me, non ha senso che una persona, così, dal nulla, che parla sì della sua vita, ma chi se ne frega, chi vuol sapere della mia vita, no?, dicevo facciamolo dopo le olimpiadi (di rio, a cui si sta preparando) così riusciamo a fare qualcosa di più, riusciamo a raccontare un'esperienza importante, invece hanno detto no dai, fallo subito e poi semmai ne fai un altro...
è stato talmente lungo fare questo che basta!
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