mercoledì 20 maggio 2015

divertirsi

oggi sono andata a mangiare con la mia amica che non mi ascolta mai, e poi si lamenta, e io le dico ma devi fare così, devi dirgli cosà, e poi lei fa sempre il contrario e si lamenta, devi uscire da questi loop, le ho detto, ma comunque ogni volta ci troviamo d'accordo che vorremmo tanto scappare, solo che lei, mi ha detto, se dovesse dire cosa vorrebbe fare, vorrebbe divertirsi, e io, invece, io divertirmi è una cosa che non mi passa neanche per l'anticamera del cervello, io vorrei prendere in mano un bazooka metaforico per fare stare zitti tutti i miei alunni urlanti, le ho detto, io voglio silenzio, non ne posso più del casino che c'è  a scuola, e adesso devo andare a prendermi in biblioteca i libri che mi sono arrivati sulla sceneggiatura, che voglio scrivere una sceneggiatura, su cosa? mi fa lei, ah, non lo so, ma devo cambiare lavoro, anche se il mio mi piace assai, ma non lo reggo più, il casino, lo stress, le ripicche tra colleghe, i genitori che rompono, perché tanto il nostro lavoro lo sanno fare tutti meglio di noi...
penso di sapere cosa intende, la mia amica, per divertirsi: leggerezza, niente pensieri, ma io è da un pezzo, che l'ho capito, che io, non pensare, non sono mica capace, tanti non lo capiscono, pensano che sia seriosità, invece non c'entra niente, è che io,  divertirmi, per me, è il contrario di quello che pensa la gente, che distrarmi o, com'è quell'altra parola? svagarsi, ecco, svago, lo svago, io, svagarmi è una fatica, per me. se proprio posso, io mi riposo, ma cercare di svagarmi, ma anche no, perché come disse una volta piero chiambretti, si cerca sempre di uscire dalla realtà ma si finisce sempre, inevitabilmente,  in un'altra.

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