mercoledì 4 marzo 2020

MASSA BON... (troppo buono...) - UN ALTRO PIPPONE CATTOLICO



da un po' di tempo, qualche anno, ormai, io mi sento molto a disagio, nella chiesa cattolica. non che non sia un bene, eh, fa benissimo sentirsi a disagio, a me, almeno, che poi, a disagio, mi ci sento sempre un po' dappertutto, sei l'unica, mi dicono i miei figli, quando gli dico di fare o non fare delle cose, o come la penso un po' su tutto. sono abituata da tanto tempo, a trovarmi  in mezzo a svariate situazioni in cui mi pare, e in genere è effettivamente così, di essere l'unica. come quella volta alle elementari, che  a scuola imparavamo bella ciao e tutte quelle belle storie sui partigiani e io non dicevo niente, solo alla mia amica paola avevo detto che mio nonno l'avevano ammazzzato i partigiani, e lei mi ha detto che sicuramente mi sbagliavo, perché i partigiani sono quelli buoni.
no, non è essere l'unica, che mi dà fastidio.  e non è neanche che ci provi gusto: le manie di originalità le ho perse da un bel po'.
ma adesso, da un po' di tempo, il disagio è diverso.
mi sento dentro a un brutto film, un film incubo, non horror, un film di quelli che ti destabilizzano, in cui niente è quello che sembra, che non vedi l'ora di svegliarti ma non puoi.
è un film in cui non capisci perché fino a ieri eri sì l'unica, ma sentivi tutto sommato che, nonostante tutto, la fatica, gli sbagli, le disperazioni, sentivi che andavi bene per quella strada lì. da quella parte lì. adesso, non so come dire, adesso ti dicono che no, non va più bene, così, ma non a tutti gli altri, che a quello ci ero abituata, no. ti dicono che non vai più bene al padreterno. e te lo dicono uomini e donne di chiesa, unitissimi, inspiegabilmente, a quelli che, del padreterno, non gliene potrebbe fregare di meno. il vangelo dice così, mica cosà! eh, sempre in chiesa, ma dopo... molto meglio quelli che non vanno in chiesa, ma poi si comportano da veri  cristiani! e basta, con tutti sti divieti, ste fisse, ma l'amore dove lo metti? e la misericordia??? e chi sei tu, come ti permetti di dire che una cosa è giusta o sbagliata??
eccoli lì. io non mi devo permettere.
gli dà fastidio, che uno gli dica: guarda che questo è sbagliato.
non c'è più niente di sbagliato. non ci sono più i peccati, ci sono le fragilità. non parliamo dei castighi, che il povero padre Livio di radioMaria è stato costretto a una penosissima rettifica perché gli è sfuggita sta parola, castigo di Dio, manco fosse na bestemmia, lo diciamo tutti i giorni nella preghiera delle lodi e dei vespri, ma in pubblico, così, alla radio, addirittura, eddai padre Livio, Dio non castiga, Dio è buono, è misericordioso!! che qualcuno non si spaventi, non si senta giudicato, per carità, che delle volte non si ravveda, e cambi strada!!!
come ci permettiamo noi, luridi porci cattolici, con tutti quei preti pedofili solo perché non gli procuriamo delle mogli per sfogarsi (no, ma voglio dire, possibile che non ci si renda conto dell'infima considerazione della donna che è sottesa a questa idea del matrimonio dei preti?), noi, gli ipocriti per eccellenza, che ti devi guardare da tre cose, ha detto in dialetto un padre alla riunione dei genitori dei bambini delle prima comunione, dal culo dei mussi (muli), dai denti del can e da chi che tien el rosario in man! come ci permettiamo, noi, di dire agli altri cosa è giusto e cosa è sbagliato???
mi sento dentro alla parabola del figliol prodigo, solo che no, non sono io, la figliola prodiga, io sono la sorella fedele, ma la storia, qua, è un po' diversa.
mio fratello, il prodigo,  non si è pentito, è solo tornato a chiedere altri soldi, e siccome mio padre è troppo buono, e non è un pozzo senza fondo, e quello chiede, chiede, chiede, il padre cede e gli dà anche la mia parte. ora, io non ho niente in contrario che gli abbia dato la sua parte, certo non è una cosa comune, che un padre accetti di buon grado che un figlio voglia i suoi soldi ancor prima che muoia, ma se sta bene a lui, sta bene anche a me. lo capisco. ma che, per amore di uno, ci rimetta l'altro, no, questo no. questo io da genitore non lo accetto.
infatti, il padre della parabola di Gesù non si mette a correre dietro al figlio. non lo implora di restare, non lo insegue. rispetta fino in fondo la libertà del figlio, ma resta e lo aspetta là dov'è la sua casa.
quello che mi mette a disagio, molto a disagio, nella nuova chiesa, perchè la chiamano tutti così, la chiesa di Francesco, è che sto padre di cui tutti parlano, è solo buono, e un padre solo buono finisce con l'essere ingiusto.
c'è un detto veneto che recita: massa bon? cojon! e io, un padre cojon non lo voglio. non mi serve, ma a chi è che serve???? ma chi è che lo vorrebbe, scusate, un padre coglione?
il padre ti mantiene, va a lavorare per farti crescere, come diceva mia nonna, al cald, al net, al sut.
il padre ti guida. il padre cerca di tenerti lontano dai guai. il padre ti mette dei limiti. il padre vuole il meglio per te e agisce di conseguenza, che tu lo capisca o no. il padre ti insegna ad osare, ti tiene la bici e poi toglie le  rotelle. ti prende in braccio se cadi, ma non prima. questa è l'essenza del padre. per le coccole, c'è la mamma.
io non lo so tutti quelli che adorano papa francesco, ma io ho bisogno di giustizia, ho sete di giustizia, io non potrei vivere se sapessi che, se non in questo mondo, almeno nell'altro, ci sarà una giustizia, alfine.
non c'entra niente con la vendetta, non mi interessa niente la vendetta, male più grande del male, io parlo della sconfitta del male, della fine del male, parlo del regno di Dio, dove solo l'amore ha posto...  il sommo bene è anche sommamente giusto, giusto della giustizia vera, la giustizia dell'amore.
il padre è l'amore giusto, ecco cos'è.
quello che mi mette così a disagio è che io, di un padre  che dice sempre di sì, che gli va ben tutto, che giustifica sempre tutto e tutti perché lui è buono, non può fare altro, io di questo padre qua che piace tanto ai progressisti, ai liberal, agli atei, neanche tanto devoti, come a tanti cattolici che solo per il fatto che sono stati battezzati sembra che debbano scontare chissà quale pena, io, di questo padre qua, sinceramente, non so proprio cosa farmene.
e mi pare che sono l'unica.


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