È al fine di aderire il più possibile al mondo che le piante costituiscono un corpo che privilegia la superficie al volume: « La proporzione molto elevata di superficie rispetto al volume è fra i tratti più caratteristici della pianta. È attraverso questa vasta superficie, letteralmente esposta all'ambiente, che le piante assorbono le sostanze diffuse nello spazio necessarie alla loro crescita». L'assenza di movimento non è che il rovescio dell'adesione integrale al loro ambiente e a quanto succede loro. Non si può separare - né fisicamente né metafisicamente - la pianta dal mondo che la accoglie. Essa è la forma più intensa, radicale e paradgmatica dell'essere-nel-mondo. La botanica non è solo una scienza particolare: è un sapere privilegiato sul legame più stretto ed elementare che la vita possa stabilire col mondo. È vero anche l'inverso: la pianta è il più puro osservatorio per la contemplazione del mondo nella sua interezza. Sotto il sole o le nuvole, nel mescolarsi all'acqua e al vento, la vita delle piante è un'interminabile contemplazione cosmica che, non dissociando gli oggetti e le sostanze o, in altri termini, accettando tutte le sfumature, arriva a fondersi con il mondo e a coincidere son la sua sostanza. Noi non potremo mai comprendere una pianta senza aver compreso che cosa è il mondo.
Nessun commento:
Posta un commento