domenica 15 luglio 2018

ognuno riconosce i suoi 24 - sciovinismo zoologico





Non si tratta semplicemente di un'insufficienza epistemologica: ≪in quanto animali, ci identifichiamo molto più facilmente con gli altri animali che con le piante≫. Così gli scienziati, l'ecologia radicale, la società civile si impegnano da decenni per la causa della liberazione degli animali. Nel mondo intellettuale, la denuncia della separazione tra uomo e animale (la macchina antropologica di cui parla la filosofia) è ormai diventata un luogo comune. Nessuno, invece, sembra aver mai messo in discussione la superiorità della vita animale sulla vita vegetale, e il diritto di vita e di morte della prima sulla seconda: vita senza personalità e senza dignità, la vita delle piante non merita alcuna empatia o benevolenza, né l'esercizio del moralismo che i 'viventi superiori' riescono a mobilitare. Il nostro sciovinismo zoologico si rifiuta di andare oltre ≪un linguaggio da animali che mal si presta a una verità vegetale≫. E in questo senso l'animalismo antispecista rischia spesso di scivolare in un antropocentrismo illuminato, che ha interiorizzato il darwinismo per estendere il narcisismo umano al regno animale.
E. Coccia, la vita delle piante, pp.11-12

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