martedì 7 luglio 2015

la solitudine dello scrittore



Soli, lo si è in una casa. Non fuori, ma dentro di essa. Nel parco ci sono gli uccellini, i gatti e una volta anche uno scoiattolo, un furetto. Non si è soli in un parco. Invece in casa si è tanto soli da sentirsi a volte smarriti. (...)
Ho capito di essere una persona sola con la mia scrittura, sola lontanissima da tutto.

p.9

 La solitudine dei primi libri l'ho mantenuta, l'ho portata con me. La mia scrittura l'ho sempre portata con me, dovunque andassi, a Parigi, a Trouville o a New York.

La solitudine della scrittura è una solitudine senza la quale lo scritto non si realizza o si sbriciola esangue nel cercare cosa scrivere ancora. Si dissangua, l'autore non lo riconosce più.

p.10

Ci vuole sempre una separazione dagli altri intorno a chi scrive libri. (...) la solitudine reale del corpo diventa quella, inviolabile, dello scritto. Non parlavo di questo con nessuno. In quel periodo della mia prima solitudine avevo già scoperto che per me scrivere era una necessità, me l'aveva confermato Raymond Queneau. Il solo giudizi di Raymond Queneau, questa frase: '' Non faccia niente altro, scriva''.

p.10

Scrivere era l'unica cosa che popolava la mia vita e che la incantava. L'ho fatto. La scrittura non mi ha mai abbandonato.

p.11

trovarsi in un buco, in fondo al buco, in una solitudine quasi totale e scoprire che soltanto la scrittura ci salverà. Essere senza alcun argomento, senza alcuna idea di libro significa trovarsi, ritrovarsi, davanti a un libro. Un'immensità vuota, un libro eventuale. Davanti a niente. Davanti a una scrittura viva e spoglia, in un certo senso terribile, terribile da sormontare. Credo che la persona che scrive non abbia nessuna idea di libro, ha le mani vuote, la testa vuota e conosce dell'avventura del, libro soltanto la scrittura asciutta e nuda, senza futuro, senza eco, remota, con le sue regole auree elementari: ortografia, senso.

p. 15

C'è questo nel libro: la solitudine del mondo intero. Essa è ovunque, ha invaso tutto. Continuo a credere a quest'invasione, come fanno tutti. La solitudine è una cosa senza la quale non si fa niente, senza la quale non si guarda più niente. E' un modo di pensare, di ragionare, ma con il solo pensiero quotidiano.

p. 24

Marguerite Duras, Scrivere, Feltrinelli


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