perché io, due più due, non lo so fare. io vado in biblioteca. lui no. lui non può. lui non può continuare a lavorare per la scuola solo due pomeriggi a settimana. perché lui, gli altri due pomeriggi della settimana, lui esce alle quattro.
io invece, è solo al martedì che sto nove ore a scuola. gli altri giorni ho tutto il tempo per fare quello che cazzo mi pare, mi dice, tutte cose che lui non può fare, tipo stirare e lavare montagne di calzini e mutande, dividerli in mucchietti, riporli nei cassetti, cambiare il letto di bruno ogni due giorni che si piscia sotto, alzarsi alle sei e mezza per preparare la colazione a tutti e non riuscire a farla mai io, vestirli ancora a letto tutti e tre, fare le scale su e giù venti volte prima di riuscire a metterli ogni santo giorno sul pulmino delle sette e mezza, fiondarmi a scuola ogni santa mattina alle 8 a parte il martedì alle nove, tornare a casa alle due perché prima mi sono fermata a scuola a fare quelle fotocopie e poi a fare la spesa, farmi una piadina mentre metto in lavastoviglie la roba della mattina, mangiare in dieci minuti, stendere la roba della lavatrice della notte ed è già ora di andare a prendere i bambini alle quattro, col libro da leggere in mano fuori dalla scuola, poi a casa, la merenda i compiti, gli avvisi da firmare, le merende da preparare, la cena, la lavastoviglie da riempire, gli orsetti coi semi da riscaldare, le liti continue da sedare, i pianti da consolare, i vestiti dei bambini da preparare per il giorno dopo. e schiantarsi nel letto dopo aver avviato l'ennesima lavatrice o lavastoviglie che bisogna anche pensare come fare perché insieme non si può, e poi in camera la connessione non va e non posso neanche leggere la posta.
e andare al corso di inglese senza aver avuto il tempo di aprire il libro, fare i compiti mentre li correggiamo, e alla mattina dire ai miei alunni che non ho neanche il tempo di dormire, figuriamoci correggere le loro verifiche fatte due giorni prima.
io invece, è solo al martedì che sto nove ore a scuola. gli altri giorni ho tutto il tempo per fare quello che cazzo mi pare, mi dice, tutte cose che lui non può fare, tipo stirare e lavare montagne di calzini e mutande, dividerli in mucchietti, riporli nei cassetti, cambiare il letto di bruno ogni due giorni che si piscia sotto, alzarsi alle sei e mezza per preparare la colazione a tutti e non riuscire a farla mai io, vestirli ancora a letto tutti e tre, fare le scale su e giù venti volte prima di riuscire a metterli ogni santo giorno sul pulmino delle sette e mezza, fiondarmi a scuola ogni santa mattina alle 8 a parte il martedì alle nove, tornare a casa alle due perché prima mi sono fermata a scuola a fare quelle fotocopie e poi a fare la spesa, farmi una piadina mentre metto in lavastoviglie la roba della mattina, mangiare in dieci minuti, stendere la roba della lavatrice della notte ed è già ora di andare a prendere i bambini alle quattro, col libro da leggere in mano fuori dalla scuola, poi a casa, la merenda i compiti, gli avvisi da firmare, le merende da preparare, la cena, la lavastoviglie da riempire, gli orsetti coi semi da riscaldare, le liti continue da sedare, i pianti da consolare, i vestiti dei bambini da preparare per il giorno dopo. e schiantarsi nel letto dopo aver avviato l'ennesima lavatrice o lavastoviglie che bisogna anche pensare come fare perché insieme non si può, e poi in camera la connessione non va e non posso neanche leggere la posta.
e andare al corso di inglese senza aver avuto il tempo di aprire il libro, fare i compiti mentre li correggiamo, e alla mattina dire ai miei alunni che non ho neanche il tempo di dormire, figuriamoci correggere le loro verifiche fatte due giorni prima.
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